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Pongo-abelii
Nuovo Arrivato
Prov.: Alessandria
Città: Alessandria
5 Messaggi |
Inserito il - 29 settembre 2015 : 04:44:14
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Buongiorno!Frequento la triennale in scienze biologiche. Solo ora, all'età di 25 anni, sto riuscendo faticosamente ad uscire dalla giungla di esami accumulatisi uno sull'altro a causa di un problema personale. Finalmente nell'autunno del 2016, a 26 anni suonati, dovrei essere in grado di iniziare la specialistica, ma ci penso già ora per indirizzare la tesi triennale. L'idea iniziale di frequentare una semplice specialistica in biologia nel mio ateneo (Piemonte Orientale) è sfumata quando ho notato che, nonostante tre curricula, l'offerta degli insegnamenti rimane piuttosto generica. All'Università di Pavia, ho trovato una specialistica in scienze biologiche sperimentali ed applicate che presenta anch'essa tre curricula, ma molto più specifici, in grado di indirizzare meglio verso particolari ambiti lavorativi. Gli unici due che vorrei frequentare per vocazione sono il curriculum 'bioanalisi' e quello 'ambientale' (per i quali tra l'altro dovrei riuscire a possedere i requisiti per l'accesso senza colloquio). Ma entrambi, in base alla mia condizione, presentano delle insidie
Per la sfera ambientale, ho una predilezione. Quasi tutti gli esami in cui ho ottenuto risultati ottimi (dal 29 in su diciamo) le appartenevano. Botanica, zoologia generale e sistematica, micologia, idrobiologia, entomologia. Negli altri insegnamenti ci sono stati esiti comunque buoni, talvolta molto buoni, ma in media più modesti. Nonostante tutto, anche per questi ultimi (patologia, genetica, biologia molecolare, microbiologia, fondamenti di cito-isto)ho sempre nutrito grande interesse. Ecco perché mi trovo di fronte alla scelta tra il curriculum ambientale e quello bioanalisi. Se dovessi dare retta all'inclinazione personale, prevarrebbe il profilo ambientale con la speranza di lavorare in enti pubblici o privati (o di trovare una specializzazione in entomologia/zoologia per poi insegnare o ricercare). Se pensassi alla situazione occupazionale, preferirei nettamente bioanalisi.
Ho scoperto però che la situazione di accesso all'occupazione nel campo dell'analisi, anche con una specialistica del genere tutt'altro che generalista, non è affatto rosea. Soprattutto per chi, come me, sceglierebbe il profilo bioanalisi con la speranza di lavorare in ambito ospedaliero. Da quello che si capisce, la specialistica, fosse anche in bioanalisi, non basta per lavorare in un laboratorio analisi di tipo ospedaliero. Sembra che serva anche una specializzazione, e di durata non indifferente. E' vero? Se sì, quale o quali? Il fulcro di tutto il discorso, oltre alla domanda che ho appena posto, è il seguente. Mi conviene comunque tralasciare il curriculum ambientale per il quale ho una propensione naturale per intraprendere una strada in salita che, dopo la specialistica (ottenuta a 28 anni se va tutto bene), mi costringerebbe ad una ulteriore specializzazione? E senza tale ipotetica specializzazione, come verrebbe ridimensionato il valore della specialistica in bioanalisi?
Grazie per aver letto tutta questa pappardella. Spero che possiate chiarire i miei dubbi.
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Giuliano652
Moderatore
Prov.: Brescia
6941 Messaggi |
Inserito il - 29 settembre 2015 : 09:34:52
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1) prima di tutto leggi "Dà più sbocchi biologia delle posidonie o biotech suine?", il link lo trovi nella mia firma qui sotto 2) senza la Scuola di Specializzazione (non so quanto durino ora, credo 4 anni, forse 5) non hai alcuna speranza di vedere nemmeno da lontano un laboratorio di analisi cliniche (vengono assunti i tecnici sanitari di laboratorio biomedico, laurea triennale sanitaria specifica), mentre puoi entrare all'istituto zooprofilattico, fare analisi degli alimenti, delle acque e roba simile. Con la Scuola di Specializzazione ha pochissime possibilità (non nulle) di entrare in un laboratorio di analisi cliniche: serve un concorso, serve vincerlo e saresti dirigente, quindi non faresti (solo) lavoro di laboratorio, ma avresti la responsabilità della firma dei referti e della gestione del lab. Questo nel pubblico. Nel privato la situazione non è molto dissimile, generalmente si tende ad assumere o specialisti (quindi dirigenti) o TSLB che sanno già lavorare e costano meno. Al massimo puoi trovare collaborazioni a partita iva, in cui ti buttano fuori senza garanzie né assistenze da un momento all'altro. 3) Puoi sempre pensare di aprire tu un laboratorio e fare l'imprenditore. Dipende da quanti soldi hai da investire. 4) Puoi lavorare in lab anche da biologo ambientale, puntando sia sulla ricerca che sul campionamento e sull'analisi delle acque, delle contaminazioni organiche e robe del genere. 5) Puoi dismettere il camice e indossare la camicia, facendo valutazioni ambientali per le aziende (ci sono master di approfondimento appositi) 6) forse c'è altro, ma non è il mio campo e mi sfuggono i dettagli |
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Pongo-abelii
Nuovo Arrivato
Prov.: Alessandria
Città: Alessandria
5 Messaggi |
Inserito il - 29 settembre 2015 : 18:47:43
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Grazie a Giuliano652 per la risposta e per il link sulla biologia delle posidonia e sulle biotech suine. E' davvero divertente ma profondamente utile e veritiero al contempo: quelle parole mi serviranno sicuramente ad avere più fiducia. Io voglio assolutamente studiare qualcosa che mi piaccia, altrimenti nemmeno ce la farei. Purtroppo ho avuto la sfortuna (o la fortuna) di trovare due curricula che vanno entrambi a toccare passioni che sono radicate in me. La passione per l'ambientale si è sviluppata con l'adolescenza e si è rafforzata moltissimo con la triennale, mentre quella per anatomia, fisiologia, patologia, microbiologia ecc è nata addirittura nell'infanzia. Sarà un cliché, ma fui proprio uno di quei bambini innamorati della grossolana (per usare un eufemismo) 'divulgazione' 'scientifica' di "esplorando il corpo umano", al punto che mi feci comprare un microscopio - nemmeno tanto finto se ben ricordo - per iniziare ad analizzare tutto ciò che riuscivo. Ad ogni modo, molte delle strade che hai prospettato mi gratificherebbero comunque totalmente a ben pensarci, dalle valutazioni ambientali al biologo ambientale, dalle analisi su acqua a quelle sugli alimenti. Dunque male non mi andrebbe in ogni caso.
Sono rimasto però molto sorpreso dall'apprendere che anche dopo aver frequentato una scuola di specializzazione aperta ai non medici sia difficile accedere ai laboratori di analisi cliniche. Comprendo che il livello richiesto debba essere alto perché dallo scrupolo di quelle analisi dipende direttamente la salute delle persone, ma trovo che dopo una scuola di specializzazione settoriale di 5 anni quelle competenze ci siano. Il mio sogno sarebbe, dopo la magistrale in bioanalisi, specializzarmi in microbiologia e virologia. Ancora più del seguire il percorso ambientale. Suppongo dunque che sarà un percorso arduo ma credo che vorrò fare il possibile per provarci se la normativa ancora me lo permetterà quando sarà il momento. Grazie ancora! |
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Giuliano652
Moderatore
Prov.: Brescia
6941 Messaggi |
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Pongo-abelii
Nuovo Arrivato
Prov.: Alessandria
Città: Alessandria
5 Messaggi |
Inserito il - 30 settembre 2015 : 22:11:17
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Vero, non avevo considerato che una scelta universitaria non esclude del tutto la possibilità di lavorare comunque in una 'sfera' differente della biologia! |
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