Avanti rossi
Tutta questa voglia di condividere esperienze, comunicare impressioni sarebbe piacevole farlo confluire in un incontro: italian redhead-meeting 2007! J Come altri, anch'io, durante la mia infanzia ed adolescenza, ho vissuto episodi da cui dedussi che il mio essere rosso fosse un handicap nell'instaurare amicizie amorose con l'altro sesso..., come se questo fosse una caratteristica incisiva e decisamente poco seducente ai più... Con il tempo, il cervello ha incamerato altri dati e, rielaborandoli, sono riuscito ad emanciparmi da quella visione masochista della mia identità... Il fatto è... che nell'umanità esiste la cattiveria..., e la cattiveria manifestata da bambini ed adolescenti, essendo meno, o per niente, filtrata da impostazioni di diplomazia, è esplicita..., pronta a cogliere qualsiasi scusa, particolare di differenziazione rispetto all'immediata consuetudine, per schernire il prossimo: il quattrocchi, il grassone, il rosso, l'orecchie a sventola, il brufoloso, il nero, il gay, il disabile, il timido... Noi rossi siamo stati buttati dentro il calderone... solo perché, spesso o sempre, siamo un'infima minoranza in tutte le comunità ove viviamo... Rimbaud, anche mio fratello, che è di fulvo crine come te, (io sono un rosso + acceso, invece), si diletta ad esplicitare sentimenti e riflessioni attraverso la poesia..., caratterialmente, invece, è abbastanza tranquillo, anche se, non è difficile fargli venire le madonne... Per quanto riguarda il violento fervore di ribellione delle popolazione germaniche contro l'ordine costituito ed imposto dall'Impero Romano, che avrebbe causato la fine dello stesso..., beh è una visione non esatta, come svariati storici moderni hanno affermato: la caduta dell'Impero Romano non fu il risultato di una ribellione, di moti di popolazioni che avevano l'intenzione di distruggere lo stato romano e tutto quello che esso rappresentava..., ma, anzi, è da imputare alle istituzioni dell'impero stesso, ormai, in gran parte germanizzate, dirette da menti poco raffinate e lungimiranti, incapaci di gestire il prorompente potere attrattivo che Roma infondeva alle genti esterne al suo territorio..., in breve, sembrerebbe un paradosso, ma la fine dell'Impero Romano non si deve tradurre come la sconfitta della romanizzazione, ma, al contrario, l'esaltazione massima della stessa, l'esplosione della romanità... Un saluto dal romano-celtico Massimo (massimo_masotti@hotmail.com ... se disponete di msm messanger... ;)
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