Gentile professor Dulbecco, sono un giovane Fisico e trovo che alcune sue dichiarazioni non facciano onore alla scienza. Desidero dirle che io sono stato "quel piccolo numero di cellule che viene chiamato embrione", per usare le sue parole. Non sono stato uno spermatozoo, e nemmeno un ovocita, poiché non si può stare in due posti nello stesso momento. Ma certamente sono stato un embrione e mi dispiace che lei mi chiami "piccolo numero di cellule". Scusi, ma cosa penserebbe di chi, dietro al suo premio Nobel, non vedesse altro che una medaglia e una bella festa fatta ad un anziano signore?
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