La clonazione è eterna creatività
Le persone che desiderano clonarsi sono più numerose di quanto immagina e d’altronde la quantità numerica non determina le scelte personali. Nel futuro, quando la popolazione mondiale supererà certi limiti, sarà necessaria la clonazione riproduttiva per tutti. La psicologia non l’ho inventata io: è il frutto di studi e d’esperienze, protratti nel tempo né da ignorante in quest’argomento, ha il diritto di definirla materia, scritta da un folle. Le persone che non sanno creare, distruggono e per questo motivo ogni occasione di vita è sciupata, credendo che si può ricorrere all’“ectasy” per renderla piacevole. Con la clonazione riproduttiva, illimitata, la figura del nonno scompare: ognuno di noi clonerà se stesso e ci sarà posto per una maternità e paternità, più responsabili e creative. In questo modo l’intelligenza e la memoria si accresceranno con un potenziale perenne; perciò bisogna già creare gruppi volontari di sperimentazione. Le stelle marine si rigenerano da frammenti per clonazione. Potrebbe essere possibile, che dalla memoria arcaica dei clonati si risvegli nel tempo questo potere latente. E’ erroneamente informato sulle statistiche e soprattutto sulle vere ragioni dei suicidi perché non è aggiornato, per esempio, su ciò che succede in Giappone. La popolazione povera del terzo mondo deve essere aiutata di più… a produrre soprattutto lavoro nei loro paesi, altrimenti l’aiuto da Enti che proliferano ovunque, adozioni a distanza, volontariato, fondi stanziati, non potrà essere mai sufficiente, oltretutto senza emancipazione, uso d’anticoncezionali e una valutazione più consapevole delle nascite. Questa sua motivazione per gli aiuti non è però una buona scusante per danneggiare l’avanzamento del progresso umano: non può mescolare due problemi diversi, che devono seguire ognuno un loro corso. Per quale motivo inoltre si pone questo problema, se non accetta neppure le mie idee sulla clonazione riproduttiva come soluzione. Il problema delle malattie mentali e fisiche, dei bisogni non soddisfatti che inducono al suicidio, l’infertilità, non è meno grave e tollerabile di quello del terzo mondo; così pure, l’ignoranza, la miseria, il degrado, convivono con le società più progredite. Il terzo mondo è anche qui, in Italia, per esempio, con i tabù sull’embrione, l’ignoranza tecnico-scientifica, la scarsa coscienza civica e il sottosviluppo di larghi strati di popolazione nel sud.
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