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celts

Utente non registrato
Inserito il 25/08/2006 14:56:14   Segnala contenuto non adatto   Rispondi Quotando  Nuovo Commento 
Capelli rossi e razzismo, una realtà esistente...

Guardate che dice questo soggetto nel suo blog:
Mi auguro che voglia solo scherzare:
Ecco il link da dove prelevo il testo
http://www.eschaton.it/blog/?p=291

Un po’ di facile razzismo, di spudorata discriminazione, di scorrettezza politica, è ciò che mi viene spesso rimproverato mancare su questo blog. Colto nel double-bind di dovere soddisfare i lettori più cattivelli senza ferire la sensibilità di nessuno, decido comunque di dedicare un programmatico manifesto d’odio alla più sgradevole delle minoranze, ovverosia le persone dai capelli rossi. Innanzitutto le persone dai capelli rossi non sono persone, né sono sufficienti a costituire una minoranza, figuriamoci organizzarsi per fare valere i loro diritti, presi come sono a odiarsi a vicenda come gli animali che sono. Le persone dai capelli rossi possono essere irrise anche pubblicamente senza rischio alcuno; e mi stupisce che l’abitudine non abbia preso piede - come valvola di sfogo da tutti i razzismi proibiti, soffocati dal perbenismo borghese - malgrado i lodevoli sforzi del sistema educativo italiano. I rossi, per quanto incapaci di unirsi in tribù, subdolamente contaminano le esistenze di tutti gli uomini. La loro infame propaganda è giunta all’eresia di affermare che Adamo stesso, padre di tutti gli uomini, avrebbe avuto sul capo l’infame peluria: e ne fanno derivare il nome (da adom, "rosso") e osano dire che fu formato di creta rossa (come se Dio avesse potuto insozzarvisi le mani!). Le persone dai capelli rossi, se lobby sono, hanno ottenuto come unico grottesco risultato d’imporre sproporzionate quantità di personaggi dei fumetti con improbabili chiome fiammeggianti: creature degeneri come Spirou o Cletus Casady alias Carnage. Ma si tratta di un mondo di finzione. Che si citi anche un solo rosso passato alla storia dei grandi uomini. Non ve ne sono : non esistono capelli rossi nel mondo dell’arte e della cultura, se non quelli tinti di Aldo Biscardi. La vera, grande arte si è da sempre coalizzata contro il pelo rosso: Hofmannstahl scrive del " rame rosso e puzzolente che portano in testa per capelli", Meynrink del ripugnante tipo a capelli rossi di ogni stirpe: " tutto in loro appare lentigginoso, e per tutta la vita questi uomini sono cimentati da stimoli lascivi - costretti a combattere contro i loro appetiti una battaglia ininterrotta e vana, tormentati anche senza tregua da timori ripugnanti circa la loro salute". La tradizione popolare ha giustamente visto in loro creature demoniache (uno degli sgherri del Diavolo nel Faust di Bulgakov è appunto un ripugnante omuncolo dai capelli rossi), e gli Egizi che furono maestri di civiltà li davano al rogo, come racconta Montesquieu ( les Égyptiens, les meilleurs philosophes du monde […] faisaient mourir tous les hommes roux qui leur tombaient entre les mains). Simili abitudini, che sembrano evocare l’igiene più elementare, si sono ormai perdute - assieme a mille altre ancestrali tradizioni. E perciò scorgiamo questo rosso nel nostro cielo, il rosso di un tramonto: il tramonto dell’Occidente.



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