|
|
Giovanni
|
Inserito il
06/06/2006 16:00:41
|
Per francesca leiomiosarcoma
Cara Francesca Non so se hai occasione di entrare in questo forum, Elisabetta è morta 2 novembre 2005, io sono il padre Giovanni, non sono un violento ma posso lasciar passare questo imbroglio per la cura dei tumori. Mia figlia poteva essere guarita se non cadeva nelle mani sbagliate. Leiomiosacoma è un tumore che non risponde ai farmaci perché continuare con la solita chemioterapia. Il colore può bruciare qualsiasi tumore, le cellule tumorali non sopportano al calore, mentre le cellule sane sopravvivono questo è il solo modo per curare i tumori. Un abbraccio da Giovanni
|
|
Giovanni
|
Inserito il
06/06/2006 15:08:53
|
Re: Leiomiosarcoma
guido ha scritto: Ciao a tutti, mio fratello ha il leiomiosarcoma localizzato nei polmoni (in piu di 18 punti di cui uno soo grande), nel fegato (una massa di 4 cm), ala iliaca, costola, pancreas. due anni di terapie varie. Risultati non apprezzabili. Mi hanno parlato recentemente della BIORISONANZA. Vorrei un parere da chi ne sa qualcosa, Grazie mille.
Caro Guido Mi dispiace che non siete stati informati , il leiomiosacoma è un tumore che non risponde a nessun farmaco che si trova in commercio, con metastasi multiple non resta che applicare l'ipertermia, con aggiunta anche di altre terapie si chemio che radioterapia, cure di immunoterapia. Nel congresso svolto in Germania tra il 24 e il 27 maggio sono stati presentati dei grossi risultati per tutti i tumori resistenti ai farmaci, sarcomi compreso il leiomiosacoma, sarcomi dei tessuti molli , del fegato, polmoni, pancreas, prostata, vescica, colon, reni, al seno e altre parti del corpo, tumori molto gravi al cervello, fra questi medici delle presentazioni dei risultati hanno preso parte, dott Sergio Maluta ospedale Maggiore di Verona, dott Di Fede di Milano, due grossi centri di Empoli provincia di Toscana, l'ipertermia è stata definita la più grande terapia per i tumori. Bisogna smetterla con questi medici poco informati, l'ipertermia è già usata da molti anni nel nostro paese è una terapia convenzionale, nonostante i buoni risultati sono ignorata da certi medici. I farmaci per i sarcomi sono inutili, anche la radioterapia a raggi x non va bene per i sarcomi, usando il calore con queste terapie cambia tutto. Bisogna dare una vera svolta per la cura dei tumori, è ora di finirla a prendere i giri le persone con il progresso della chemioterapia. Cordiali saluti Giovanni annaserafini2@tin.it Associazione Europea di Ipertermia (Assie) Tel 0381.329752 -0381/311274 fax 0381.32975 Tramite (ASSIE ) è possibile aver la lista dei centri specializzati info@assie.it numero verde 800299155 www.assie.it Dott. Stefano Limontini - Novara stefanolimontini@libero.it cell.339/344.20.49 Forte dei Marmi ) centro pubblico Dott. Spinelli, Centralino Tel: 0584-7391 www.sancamilloforte.it sancamillo@ftbcc.it .............................................................................................. Ospedale dell'Azienda Usl 11 di Empoli, che comprende le sedi di Empoli e Castelfiorentino (Zona Empolese), di Fucecchio e San Miniato (Zona Valdarno Inferiore, centro publico G.M. FIORENTINI Az. Ospedaliera asl 11 - Empoli oncologiaempoli@usl11.toscana.it .... .................................................................................................. Dott. Alberto Gramaglia centro pubblico Via Amato, 111 20052 Monza (MI) .Nel nuovo centro di Ipertermia Oncologica inaugurato al Policlinico di Monza con la Direzione del Dott. Alberto Gramaglia saranno trattati pazienti oncologici in genere, ma con particolare riguardo ai tumori celebrali primitivi (glioblastomi) e metastatici in associazione a radioterapia conformazionale. Si stanno inoltre sviluppando nanotecnologie con Ipertermia e utilizzo di farmaci tumorali incapsulati in liposomi per il trattamento di tumori: pancreatici, epatici primitivi e secondari. .................................................................................. L’ospedale civile maggiore di Verona Dott. Sergio Maluta centro pubblico ipertermia Tel. 0458072478 Fax. 0458072062 E.mail sergio.maluta@azosp.vr. Radioterapia intraoperatoria …Radioterapia intraoperatoria Radioterapia conformazionale Radioterapia con elettroni per tumori della cute e melanomi Irradiazione totale corporea per trapianto di midollo Radioterapia stereotassica nei tumori cerebrali Radioterapia antalgica Radioterapia pre-operatoria dell’anca Ipertermia superficiale per adenopatie neoplastiche del collo, recidive locali di tumori mammari e melanomi Ipertermia superficiale non oncologica nella sindrome del tunnel carpale Ipertermia profonda in associazione a chemio-radioterapia nei tumori uterini e rettali Ipertermia profonda in associazione a chemioterapia nelle metastasi epatiche Ipertermia profonda in associazione a radioterapia nei tumori della prostata Chemioterapia nei tumori cerebrali Brachiterapia nei tumori ginecologici, polmonari, esofagei Radioterapia Intra-operatoria nei tumori della mammella, del pancreas e sarcomi http://www.ospedaliverona.it/portale/unitaoperative2.asp?idospedale=1&IDUnitaOperativa=154 ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… Centro Universitario Tor Vergata Casa di cura Nomentana-via Guattani,4- TEL.: CENTRALINO: 06/44068 FAX: 06/44235989 Roma TEL. (STUDI MEDICI ) 06/44068250 l'ipertermia con il Prof. Pigliucci centro pubblico oncologia massa carrara Asl1 massa oncologia carrara Diagnosi e cura dei malati con tumori Per una Prima Visita Oncologica contattare l' ITT : Istituto Toscano Tumori,Piazza Manzoni 1 (presso il vecchio civico a Carrara) tel: 0585/767654 ore 9-14 dal lunedi al venerdi. ATTIVITÀ DI CHEMIOTERAPIA LOCO-REGIONALE (terapia in infusione arteriosa che colpisce direttamente l'organo malato) efficace e poco tossica. Il nostro è uno dei principali centri in Italia ad eseguire tale tipo di terapia ed accoglie pazienti provenienti da tutte le regioni. Attività di IPERTERMIA ONCOLOGICA ESTERNA: trattamento locoregionale non invasivo che aumenta l'efficacia della terapia standard. Attività multispecialistica nell'ambito del Dipartimento Oncologico con 5 Gruppi Oncologici Multidisciplinari per la valutazione collegiale dei casi e dei percorsi diagnostico- terapeutici nei seguenti tumori: mammella, polmone, colon-retto, apparato ginecologico ed urinario. Attività del Servizio di Psiconcologia per la presa in carico globale del paziente e dei familiari attraverso l' accoglienza, l' ascolto, la comunicazione, il supporto psicologico, il counseling e i colloqui individuali. Attività scientifica : negli ultimi 3 anni pubblicazione di 20 lavori su riviste nazionali ed internazionali e presentazione di relazioni e comunicazioni in più di 30 convegni scientifici da parte di Medici ed Infermieri.Relazione diretta con i Medici di Famiglia tramite la creazione di un indirizzo di posta elettronica dedicato. Creazione della figura del Data Manager , del Farmacista Clinico e dell' Infermiere di Ricerca . I nostri Progetti Attivazione dell' Ambulatorio di Genetica Oncologica per i tumori della mammella e dell'ovaio. Attivazione del Registro Tumori nell'ambito del Registro Tumori Toscano. Formazione continua per tutto il personale al fine di migliorare la prestazione del servizio e rinforzare la rete di collaborazione multidisciplinare.Potenziamento dell' attività di ricerca clinica . Potenziamento dell'attività di prevenzione e screening tramite una maggiore collaborazione con i Medici di Famiglia. Potenziamento dell'attività delle cure domiciliari tramite una maggiore collaborazione con i Servizi Territoriali ed i Medici di Famiglia. http://www.sanitaecultura.com/cartereparto/oncologia--massa-carrara/oncologia-massa-carrara.asp?gclid=CKmx3PP1kYUCFTxWMAodxBUwJg L'ipertermia, con l'avvento di nuove apparecchiature più performanti, si propone oggi, in patologie selezionate, come possibile scelta terapeutica in campo oncologico, non come alternativa, ma in associazione con le terapie tradizionali (chemioterapia e radioterapia). Attraverso l'uso di campi elettromagnetici a radiofrequenza, focalizzati da apposite antenne (Ipertermia transcutanea loco-regionale), l'organo bersaglio è riscaldato fino ad una temperatura vicina o superiore ai 43° C, per circa 60 minuti. Il trattamento, cioè il riscaldamento alle temperature suddette, può essere eseguito più volte, secondo i protocolli, ma generalmente non viene ripetuto più di tre volte alla settimana, per evitare il fenomeno della termotolleranza, cioè la maggiore resistenza cellulare al calore nelle 48 ore successive alla terapia (46). E' possibile anche, con apparecchiature differenti, riscaldare tutto l'organismo (Ipertermia corporea totale) (54) o direttamente le lesioni tumorali, introducendo appositi aghi, sotto guida ecografica, per via transcutanea (Ipertermia interstiziale). L'interesse dell'Ipertermia in oncologia è andato crescendo, in questi ultimi anni; è stato, infatti, dimostrato che la radioterapia e la chemioterapia, se utilizzate in associazione con trattamenti di Ipertermia, possono avere, a parità di dose, una maggiore efficacia o conservare la stessa efficacia, a dosi inferiori. Il calore potenzia gli effetti della radioterapia e della chemioterapia sul tumore, senza aumentare gli effetti collaterali (cioè gli effetti debilitanti su tessuti ed organi sani derivanti dalla citotossicità della chemioterapia e radioterapia), permettendo un significativo miglioramento nel controllo della crescita tumorale. Ciò è reso possibile dalle caratteristiche della neovascolarizzazione tumorale: i vasi tumorali, infatti, privi dell'impalcatura muscolare; non consentono, per mancanza di elasticità, quella vasodilatazione fisiologica che permette un'adeguata dissipazione del calore introdotto. In altri termini, il calore rimane intrappolato nelle lesioni tumorali generando morte cellulare. L'effetto di necrosi avviene per inibizione dell'attività di riproduzione delle cellule neoplastiche, con meccanismo di apoptosi (rottura del DNA) sulle cellule neoplastiche quiescenti, che appaiono particolarmente sensibili alle alte temperature (7). Il fenomeno bene s'integra con l'azione delle terapie convenzionali (chemio e radioterapia) che espletano la loro azione citotossica sulle cellule in attiva proliferazione. Un altro considerevole vantaggio dell'Ipertermia è costituito dal fatto che la reattività immunitaria del malato tumorale, solitamente depressa dalla malattia stessa e/o dalle cure messe in atto per controllarla, viene potenziata dall'Ipertermia: questa, mimando il meccanismo di difesa fisiologica rappresentato dalla febbre, provoca la liberazione di sostanze immunoregolatrici (citochine), le quali hanno effetto protettivo per l'organismo del malato. La sinergia, quindi, dei trattamenti combinati di Ipertermia + Chemio, Radioterapia (17) o Immunoterapia (31) può consentire il raggiungimento dello stesso risultato, utilizzando le terapie convenzionali a dosaggi ridotti, con conseguente riduzione dei loro, spesso pesanti, effetti collaterali (11). Non va infine dimenticato che, in fase preoperatoria, l'applicazione dell'ipertermia può ridurre la massa tumorale, facilitando l'opera del chirurgo e consentendo a volte interventi anche in casi che ad una prima valutazione vengono giudicati inoperabili. Le proprietà terapeutiche del calore erano già conosciute nel passato: l'uso dei ferri caldi nella cura del cancro è riportato Da Galeno ed Ippocrate e n'esistono tracce anche nel 2000 avanti Cristo. Coley nel 1983 provò ad iniettare tossine batteriche per ottenere elevati stati febbrili in pazienti con tumori. Alcuni autori giapponesi sostengono che la bassa incidenza di alcuni tipi di tumori nella popolazione nipponica è determinata dall'uso continuo di bagni molto caldi. La ricerca di nuove modalità di trattamento che avessero come caratteristica l'assenza pressoché totale di effetti collaterali, ha fatto rinascere l'interesse per l'ipertermia come modalità terapeutica antitumorale (19), a partire da ricerche di base sui meccanismi con cui il calore è in grado di uccidere le cellule tumorali o renderle più sensibili ad alcuni farmaci ed alle radiazioni (35, 36). Negli anni '70 sono stati pubblicati numerosi studi biologici, che hanno meglio precisato gli effetti cellulari provocati dal calore (7,11). Questi studi hanno confermato l'efficacia dell'ipertermia e dimostrato il vantaggio terapeutico derivante dall'associazione con radioterapia e la chemioterapia (14). La sperimentazione clinica e l'avvio dei primi studi clinici randomizzati hanno portato alla formazione, in Europa, negli Stati Uniti ed in Giappone di società di ipertermia affiliate alle organizzazioni per la ricerca ed il trattamento del cancro. A livello internazionale sono stati completati molti studi biologici sugli effetti del calore, nell'intervallo di temperature compreso tra 42 e 45 gradi C, in associazione con le radiazioni ionizzanti (35). L'integrazione tra ipertermia e radiazioni trae origine dall'attivazione di due diversi fenomeni: il calore induce un effetto citotossico diretto, dovuto alle particolari condizioni ambientali delle cellule tumorali, caratterizzate da scarsa nutrizione per via vascolare, carenza di ossigeno ed aumentata acidità; in secondo luogo il calore induce un effetto radiosensibilizzante che consente di utilizzare l'ipertermia come terapia adiuvante per distruggere cellule tumorali radioresistenti. I dati di laboratorio derivanti dalle evidenze sperimentali, hanno mostrato un incremento di efficacia, secondo i tipi tumorali e dei protocolli terapeutici, pari a circa una volta e mezzo a tre volte, rispetto alle sole radiazioni ionizzanti. Dati interessanti provengono dai primi studi cimici sperimentali negli anni ottanta con più di 25.000 tumori trattati. Le evidenze raccolte dai protocolli iniziali Americani ed Europei, testimoniano che la combinazione di calore e radiazioni nel trattamento di carcinomi squamosi del collo (25), di melanomi, e di carcinomi della mammella (18), determina un miglioramento nel controllo locale della malattia. L'interazione tra ipertermia e chemioterapia è più complessa ed è fondata su diversi meccanismi. Uno dei principali effetti del riscaldamento sembra essere l'aumento della permeabilità cellulare, che consente una maggiore possibilità di passaggio di farmaci all'interno della cellula (14). Diversi studi hanno confermato l'efficacia dell'ipertermia su grossi tumori della zona addominale e pelvica L'ipertermia, con l'avvento di nuove apparecchiature più performanti, si propone oggi, in patologie selezionate, come possibile scelta terapeutica in campo oncologico, non come alternativa, ma in associazione con le terapie tradizionali (chemioterapia e radioterapia). Attraverso l'uso di campi elettromagnetici a radiofrequenza, focalizzati da apposite antenne (Ipertermia transcutanea loco-regionale), l'organo bersaglio è riscaldato fino ad una temperatura vicina o superiore ai 43° C, per circa 60 minuti. Il trattamento, cioè il riscaldamento alle temperature suddette, può essere eseguito più volte, secondo i protocolli, ma generalmente non viene ripetuto più di tre volte alla settimana, per evitare il fenomeno della termotolleranza, cioè la maggiore resistenza cellulare al calore nelle 48 ore successive alla terapia (46). E' possibile anche, con apparecchiature differenti, riscaldare tutto l'organismo (Ipertermia corporea totale) (54) o direttamente le lesioni tumorali, introducendo appositi aghi, sotto guida ecografica, per via transcutanea (Ipertermia interstiziale). L'interesse dell'Ipertermia in oncologia è andato crescendo, in questi ultimi anni; è stato, infatti, dimostrato che la radioterapia e la chemioterapia, se utilizzate in associazione con trattamenti di Ipertermia, possono avere, a parità di dose, una maggiore efficacia o conservare la stessa efficacia, a dosi inferiori. Il calore potenzia gli effetti della radioterapia e della chemioterapia sul tumore, senza aumentare gli effetti collaterali (cioè gli effetti debilitanti su tessuti ed organi sani derivanti dalla citotossicità della chemioterapia e radioterapia), permettendo un significativo miglioramento nel controllo della crescita tumorale. Ciò è reso possibile dalle caratteristiche della neovascolarizzazione tumorale: i vasi tumorali, infatti, privi dell'impalcatura muscolare; non consentono, per mancanza di elasticità, quella vasodilatazione fisiologica che permette un'adeguata dissipazione del calore introdotto. In altri termini, il calore rimane intrappolato nelle lesioni tumorali generando morte cellulare. L'effetto di necrosi avviene per inibizione dell'attività di riproduzione delle cellule neoplastiche, con meccanismo di apoptosi (rottura del DNA) sulle cellule neoplastiche quiescenti, che appaiono particolarmente sensibili alle alte temperature (7). Il fenomeno bene s'integra con l'azione delle terapie convenzionali (chemio e radioterapia) che espletano la loro azione citotossica sulle cellule in attiva proliferazione. Un altro considerevole vantaggio dell'Ipertermia è costituito dal fatto che la reattività immunitaria del malato tumorale, solitamente depressa dalla malattia stessa e/o dalle cure messe in atto per controllarla, viene potenziata dall'Ipertermia: questa, mimando il meccanismo di difesa fisiologica rappresentato dalla febbre, provoca la liberazione di sostanze immunoregolatrici (citochine), le quali hanno effetto protettivo per l'organismo del malato. La sinergia, quindi, dei trattamenti combinati di Ipertermia + Chemio, Radioterapia (17) o Immunoterapia (31) può consentire il raggiungimento dello stesso risultato, utilizzando le terapie convenzionali a dosaggi ridotti, con conseguente riduzione dei loro, spesso pesanti, effetti collaterali (11). Non va infine dimenticato che, in fase preoperatoria, l'applicazione dell'ipertermia può ridurre la massa tumorale, facilitando l'opera del chirurgo e consentendo a volte interventi anche in casi che ad una prima valutazione vengono giudicati inoperabili. Le proprietà terapeutiche del calore erano già conosciute nel passato: l'uso dei ferri caldi nella cura del cancro è riportato Da Galeno ed Ippocrate e n'esistono tracce anche nel 2000 avanti Cristo. Coley nel 1983 provò ad iniettare tossine batteriche per ottenere elevati stati febbrili in pazienti con tumori. Alcuni autori giapponesi sostengono che la bassa incidenza di alcuni tipi di tumori nella popolazione nipponica è determinata dall'uso continuo di bagni molto caldi. La ricerca di nuove modalità di trattamento che avessero come caratteristica l'assenza pressoché totale di effetti collaterali, ha fatto rinascere l'interesse per l'ipertermia come modalità terapeutica antitumorale (19), a partire da ricerche di base sui meccanismi con cui il calore è in grado di uccidere le cellule tumorali o renderle più sensibili ad alcuni farmaci ed alle radiazioni (35, 36). Negli anni '70 sono stati pubblicati numerosi studi biologici, che hanno meglio precisato gli effetti cellulari provocati dal calore (7,11). Questi studi hanno confermato l'efficacia dell'ipertermia e dimostrato il vantaggio terapeutico derivante dall'associazione con radioterapia e la chemioterapia (14). La sperimentazione clinica e l'avvio dei primi studi clinici randomizzati hanno portato alla formazione, in Europa, negli Stati Uniti ed in Giappone di società di ipertermia affiliate alle organizzazioni per la ricerca ed il trattamento del cancro. A livello internazionale sono stati completati molti studi biologici sugli effetti del calore, nell'intervallo di temperature compreso tra 42 e 45 gradi C, in associazione con le radiazioni ionizzanti (35). L'integrazione tra ipertermia e radiazioni trae origine dall'attivazione di due diversi fenomeni: il calore induce un effetto citotossico diretto, dovuto alle particolari condizioni ambientali delle cellule tumorali, caratterizzate da scarsa nutrizione per via vascolare, carenza di ossigeno ed aumentata acidità; in secondo luogo il calore induce un effetto radiosensibilizzante che consente di utilizzare l'ipertermia come terapia adiuvante per distruggere cellule tumorali radioresistenti. I dati di laboratorio derivanti dalle evidenze sperimentali, hanno mostrato un incremento di efficacia, secondo i tipi tumorali e dei protocolli terapeutici, pari a circa una volta e mezzo a tre volte, rispetto alle sole radiazioni ionizzanti. Dati interessanti provengono dai primi studi cimici sperimentali negli anni ottanta con più di 25.000 tumori trattati. Le evidenze raccolte dai protocolli iniziali Americani ed Europei, testimoniano che la combinazione di calore e radiazioni nel trattamento di carcinomi squamosi del collo (25), di melanomi, e di carcinomi della mammella (18), determina un miglioramento nel controllo locale della malattia. L'interazione tra ipertermia e chemioterapia è più complessa ed è fondata su diversi meccanismi. Uno dei principali effetti del riscaldamento sembra essere l'aumento della permeabilità cellulare, che consente una maggiore possibilità di passaggio di farmaci all'interno della cellula (14). Diversi studi hanno confermato l'efficacia dell'ipertermia su grossi tumori della zona addominale e pelvica. Cancer Centermprehensive Cancer Center I ricercatori del duca Comprehensive Cancer Center hanno condotto da Mark Dewhirst, DVM, PhD, hanno dimostrato come il calore può aumentare drammaticamente la capacità di radiazione di ristringere i tumori ricorrenti nel seno, la parete della cassa, la testa ed il collo e la pelle e molti altri tumori aggressivi. Recentemente, uno studio pilota del duca ha indicato che l'ipertermia amplifica l'alimentazione d’uccisione di radiazione e della chemioterapia fino a dieci volte più grande che senza calore. Questo studio è costituito un fondo per da una concessione di continuazione 19 milioni di dollari al duca dall'istituto nazionale del cancer (NCI) per studiare ed applicare i benefici di usando il calore, o l'ipertermia, per curare i pazienti con cancro. http://www.corriere.it/openxlink.shtml? http://www.bsdmedical.com/
|
guido
|
Inserito il
06/06/2006 14:04:28
|
Leiomiosarcoma
Ciao a tutti, mio fratello ha il leiomiosarcoma localizzato nei polmoni (in piu di 18 punti di cui uno soo grande), nel fegato (una massa di 4 cm), ala iliaca, costola, pancreas. due anni di terapie varie. Risultati non apprezzabili. Mi hanno parlato recentemente della BIORISONANZA. Vorrei un parere da chi ne sa qualcosa, Grazie mille.
|
Elisabetta
|
Inserito il
07/07/2005
|
Re: Radioterapia
Caro Mario Potevi non rispondere era meglio, di cosa dovevo farmi pubblicità, per essere una povera inferma.
Cordiali saluti da Elisabetta
|
francesca
|
Inserito il
05/07/2005
|
Re: Leiomiosarcoma
ciao Elisabetta,ho trovato il tuo commento mentre sto cercando di avere piu' informazioni possibili sul leiomiosarcoma. tumore dal quale è colpita mia mamma. già all'età di trent'anni era sopravvissuta ad un tumore che all'epoca era veramente difficile da combattere.ora ne ha 62 e due anni fa le è stato diagnosticato questo nuovo...anche lei è stata operata e sembrava che i medici fossero riusciti ad asportare tutta la massa tumorale, che si era annidata nell'ileo del rene praticamente attaccato all'aorta.ieri durante un ecografia di controllo hanno trovato un'identica formazione più o meno nella stessa posizione,sempre attaccata all'aorta...ricomincia il calvario. trent'anni fa le avevano asportato la milza e un quarto di polmone, e la chemioterapia le aveva distrutto utero ed ovaie,dopo di me non ha piu potuto avere figli,quando aspettava me era già malata, è entrata in menopausa a trentadue anni.gli organi interni "trovando nuovo spazio" si sono spostati e deformati provocandole immensi problemi e lasciandole un fisico fragile e diverse patologie con cui,negli anni,ha dovuto convivere. l'operazione di due anni fa ha infranto definitivamente il già precario equilibrio che le permetteva di vivere una vita quasi normale. ora non so se riuscirebbe a sopravvivere ad un nuovo intervento e temo che tutto questo possa incidere negativamente anche sulla sua psiche. è stanca e provata...demoralizzata e triste. dice di non voler nemmeno sentir parlare di una nuova operazione....ed io,dal canto mio, la capisco anche se egoisticamente vorrei invece vederla lottare, determinata a sconfiggere ancora una volta queste malattie che non le hanno dato tregua per tutta la vita... io ho trentadue anni, sono quasi tua coetanea, non credo di capire fino in fondo cosa tu stia provando, ma per quel che può servire vorrei solamente starti vicina, con il cuore di chi come me ama una persona con il tuo stesso male. un abbraccio forte e un immenso in bocca al lupo!!!
con sincero affetto.francesca.
|
mario
|
Inserito il
18/06/2005
|
Re: Radioterapia
cara elisabetta, mi sembri molto tecnica per essere una persona che non opera nel campo medico . non e' che il tuo cognome sia uguale a sopra e scrivi solo per farti pubblicita' gratuita?
|
Elisabetta
|
Inserito il
23/05/2005
|
Re: Radioterapia
Molto tempo fa avevo scritto per il mio caso leiomiosarcoma, non ho avuto risposta perché il sito non è a contatto con i centri che di ricerca o praticano la terapia. Vedendo che non avevo nessuna risposta ora faccio sedute di ipertermia vicino a Pavia, dopo un anno e mezzo che non avevo mai avuto nessun miglioramento con le solite terapie, chemioterapia, chirurgia e radioterapia ora ci vedo chiaro la terapia funziona, nel suo caso questa terapia è indicata.
L’ipertermia è un trattamento antitumorale non tossico sul midollo osseo, non invasivo, non teratogeno e può essere associato utilmente ad altre terapie oncolgiche di cui potenzia l’effetto. E’ fuori di dubbio che il calore, a temperature superiori a 40°C, agisca sinergicamente con le radiazioni e con i farmaci antiblastici. Vediamo come la radioterapia non è in grado di agire, cioè incontra radioresistenza, quando la cellula di trova in fase S (o di duplicazione del DNA) oppure quando versa in stato di ipossia, condizioni pressoché costanti nei tumori.
In tali fasi la cellula neoplastica si è invece dimostrata particolrmente sensibile all’azione letale del calore.
Da questa considerazione scaturisce il concetto di associare radioterapia ed ipertermia in quanto il calore agisce durante le fasi in cui vi è, per le ragioni su esposte, radioresistenza fisiologica, ed inoltre esso ostacola i meccanismi del danno cellulare indotto dalla radiazioni. Il pratica la neoplasia può essere efficacemente colpita nel suo strato periferico dalle radiazioni inonizzanti e nel meno perfuso ed ossigenato centro, nella zona ipossica radioresistente, dall’ipertermia.
La combinazione radioterapia-ipertermia permette perciò di usare un numero minore di rad per ottenere lo stesso effetto citoriduttivo. Sinergismo analogo esiste anche con alcuni farmaci citotossici (adriamicina, bleomicina, ciclofosfamide, cisplatino, mitomicina C, nitrosuree). Metotrexate, 5-FU, vincristina, vinblastina non sembrano presentare invece un particolare potenziamento d’azione con il calore. Il meccanismo d’azione di tale potenziamento consisterebbe in un sinergismo degli effetti lesivi di farmaco e calore a livello delle membrane cellulari (per il cisplatino) o in una coazione lesiva del complesso farmaco-ipertermia sui processi enzimatici di riparazione del DNA. Non è quindi ancora chiaro il meccanismo d’azione dell’associazione, né è facile interpretare i risultati sperimentali poiché gli agenti antiblastici somministrati insieme al calore possono dimostrarsi più efficaci semplicemente perché l’ipertermia elimina una popolazione neoplastica normalmente chemioresistente e non proliferante.
Per associazione con i chemioterapici si intende anche l’uso contemporaneo al calore di fattori antiblastici che si dimostrano sinergici con esso in vitro e nell’animale sperimentale. L’energia necessaria alla distruzione cellulare per azione diretta del calore è di circa 140 Kcal/mole. In associazione con farmaci antiblastici questa energia di riduce a 20-37 Kcal/mole. Tra i tumori di più ampia diffusione sembra siano particolarmente sensibili al trattamento ipertermico gli epiteliali del polmone, dell’ovaio, del colon-retto, i tumori del collo e della faccia, le recidive e le metastasi da melanoma, i sarcomi dell’osso e della parti molli.
In base a risultati nostri e di altri ricercatori, possiamo affermare che la termoterapia trova già oggi una sua indicazione precisa in quei tumori nei quali non è possibile l’intervento chirurgico con ragionevoli prospettive di radicalità e nei quali i trattamenti chemio e/o radioterapici si sono rivelati insoddisfacenti. L’effetto di stimolazione immunitaria appare estremamente interessante e può essere potenziato e modulato con l’utilizzo razionale di farmaci che vengono impiegati sempre più spesso nella terapia dei tumori. Siamo oggi in grado non solo di aumentare la durata della sopravvivenza ma, soprattutto, di migliorare la qualità di questa sopravvivenza, utilizzando tecniche e sostanze meno aggressive nei confronti dei tessuti normali e selettivamente attive sui tessuti neoplastici. Stiamo cercando di operare un cambiamento da terapie basate su chemioterapici, chirurgia radicale e radiazioni (tutte pratiche distruttive sia per i tessuti neoplastici che per i tessuti sani, incluso il midollo osseo e il sistema immunitario) a terapie e metodi che rispettino l’integrità dell’organismo. In questo programma la termoterapia ha un ruolo di rilievo. Un tentativo razionale di stimolazione del sistema immune (eventualmente favorito dal riassorbimento dei prodotti di necrosi liberatisi con la termoretapia) dovrebbe cercare di interferire con la risposta immunitaria a vari livelli del suo sviluppo. Su queste basi noi oggi usiamo la chemioterapia
(con schemi e modalità di somministrazione, ad esempio via intra-arteriosa selettiva, che non siano immunodespessivi),
in aggiunta alla termoterapia e successivamente un’immunoterapia attiva specifica.
Pensiamo che i risultati ottenuti indichino già l’efficacia di questo trattamento. In futuro l’utilizzo di fattori che determino ipossia ed acidosi a livello tumorale (legature di vasi arteriosi, acidosi metaboliche) ed eventualmente farmaci termosensibilizanti potranno accrescere ulteriormente le nostre possibilità nel trattamento dei tumori localizzati. Oltre a queste associazioni farmacologiche pensiamo che un innalzamento, comunque ottenuto, della temperatura corporea possa facilitare il raggiungimento di un livello termico che sia effettivamente necrotizzante nei riguardi della cellula neoplastica.
La dimostrazione che dopo adeguato riscaldamento si ottiene una occlusione selettiva della microvascolarizzazione del tumore induce a pensare che acidosi, ipossia e calore siano sinergici nell’ottenere un danno tissutale che esita in necrosi del tumore.
Uno dei maggiori ostacoli che oggi incontriamo è infatti quello di un adeguato riscaldamento della massa sita in profondità. Per tale motivi non è assolutamente possibile, in via preventiva, determinare la sensibilità al trattamento di un determinato tumore. Alcuni autori affermano che i tumori più piccoli si riscaldano meno (a causa della loro vascolarizzazione ancora soddisfacente). Le nostre personali esperienze non confermano questo dato con buona risposta di tumori di varie dimensioni. Sommariamente possiamo affermare che un tumore profondo può essere riscaldato a sufficienza mediante alcuni artifici (refrigerazione degli elettrodi, porte d’entrata multiple, ecc.). Tuttavia in prospettiva appare insispensabile l’utilizzo di meccanismi fisici, farmacologici o metabolici di sensibilizzaione termica (compresa l’associazione con ipertermia sitemica).
Per ottenere in futuro risultati costanti e prevedibili è necessario che si approfondiscano le nostre conoscenze sui rapporti specifici tra ipertermia, radiazioni ionizzanti, chemioterapici e immunomodulatori. E’ possibile infatti che particolari sequenze terapeutiche ci consentano di migliorare in maniera sensibile l’efficacia di ognuno di questi strumenti terapeutici.
* Prof. Paolo Pontiggia Dott. Elisabetta Pontiggia CENTRO DI IPERTERMIA Via Trieste 4/F 27010 SAN GENESIO ED UNITI (PV) Tel. 0382/580185 Fax. 0382/580935 E-mail: info@ipertermia.org
Associazione Europea di Ipertermia (Assie) tel 0381.329752 – fax 0381.329758
Cordiali Saluti da Elisabetta
|
marco
|
Inserito il
23/05/2005
|
Radioterapia
Buongiorno a tutti. Volevo esporre il mio quesito. La radioterapia al cervello, dopo un operazione al cervello per metastasi da leimiosarcoma puo' provocare la morte? Grazie
|
Elisabetta
|
Inserito il
20/02/2005
|
Leiomiosarcoma
Da due anni che lotto per un leiomiosarcoma, ho 35 anni, sono stata operata due volte, mi hanno asportato il reme sinistro per non avere problemi, ma una parte di tumore non è stato levato perché il 7% della massa tumorale si trovava nella vena aorta, speravano con la radioterapia distruggere il tutto, la radioterapia tradizionale non ha avuto nessun effetto, la chemioterapia nulla, ora il tumore si avanza, posso sperare con la nuova radioterapia, grazie per poter entrare nel sito,grazie per il vostro centro che mette a disposizione un vero aiuto per questo male terribile, cordiali saluti Elisabetta.
|
Scrivi un nuovo commento |
Pagine: 1 |
Condividi con gli altriQueste icone servono per inserire questo post nei vari servizi di social bookmarking, in modo da condividerlo e permettere ad altri di scoprirlo.
|