|
|
Max
|
Inserito il
10/06/2005
|
Re: Pokemon e cancro
grazie dell'informazione, sono Massimiliano, il figlio di Franco. Un caro augurio di ogni bene a tutti voi.
|
|
DOTT. VIRGINIA CIROLLA
|
Inserito il
07/06/2005
|
Pokemon e cancro
i ricercatori hanno scoperto dopo vari studi che le cellule di laboratorio prive del gene che controlla la produzione della proteina pokemon non si trasformano in cellule malate, cominciando a moltiplicarsi senza controllo, neppure sotto la spinta dei geni responsabili della crescita tumorale(oncogeni).quando la proteina e' presente inquantita' elevate spinge le cellule a trasformarsi,privandole di un gene specifico protettivo contro i tumori.Si e' dimostrato che una volta bloccato e neutralizzato il gene, il processo tumorale si arresta ccompletamente.E' in corso lo screening per i farmaci che bloccano la funzione di POKEMON con sistemi automatici che forse sono capaci di ridurre di molto i tempi . DOTT. V. CIROLLA
LILT ROMA
|
MANU
|
Inserito il
31/05/2005
|
Re: Teniamoci informati tra di noi !
MILLE GRAZIE GIOVANNI, MI MUOVO SUBITO IN QUESTA DIREZIONE E SPERIAMO BENE PERCHE' MIA MAMMA E' MOLTO SFIDUCIATA E NON VUOLE PIU' FARE NIENTE, DICE SE IL DESTINO E' QUESTO LO ACCETTO, MA IO E LE MIE SORELLE NON CI DIAMO PER VINTE, TI FARO' SAPERE CIAO
|
Giovanni
|
Inserito il
30/05/2005
|
Per tumore ai polmoni
Curare con il calore
L'ipertermia è la terapia che risponde molto per un tumore al polmone, se un tumore è localizzato anche grande si più usare l'ipertermia perfusionale o termoblazione, se invece si sono formate delle metastasi e preferibile l'ipertermia esterna, si può applicare con l'ipertermia esterna anche dei farmaci come Iressa ma in dosi minime, l'effetto e molto efficace in quanto i farmaci con il calore agiscono meglio sulle cellule tumorali. con l'ipertermia non si hanno effetti collaterali come la solita chemioterapia che è fatta in dosi molto alte. Per aiutare il sistema immunitario responsabile delle recidive è preferibile continuare una cura di immunoterapia, introdurre certe vitamine, A ; B ; C , D e il timo. La cura DI Bella e molto utile per l’immunoterapia.
|
Sandro
|
Inserito il
28/05/2005
|
La terapia per i tumri e fisioterapia
curare con il calore
Per terapia ipertermica o ipertermia (clinica) si intende l’induzione nei tessuti biologici di temperature di poco superiori a quella fisiologica. Il riscaldamento dei tessuti realizzato tramite campi elettromagnetici è ampiamente utilizzato nei sistemi per ipertermia clinica. In tali terapie, si utilizza l’intervallo di frequenza che va dalle microonde alle onde corte, sino alle onde lunghe della diatermia. La potenza dissipata localmente per ottenere sopraelevazioni della temperatura di alcuni gradi centigradi (da 40-41 °C fino a 45 °C) nei tessuti bersaglio, corrisponde a valori di SAR di alcune centinaia di W/kg. Il riscaldamento dei tessuti tramite campi elettromagnetici presenta alcuni vantaggi rispetto alle altre forme di riscaldamento (conduzione, radiazione infrarossa). In particolare, sono superiori le profondità a cui si può arrivare nel trattamento.
L’ipertermia viene principalmente utilizzata, in clinica, nella terapia dei tumori e in fisioterapia.
L'ipertemia oncologica è una modalità terapeutica utilizzata per la cura dei tumori in associazione con le terapie più tradizionali finora in uso: la radioterapia e la chemioterapia. Attraverso l'uso di campi elettromagnetici a radiofrequenza, focalizzati da apposite antenne dette applicatori, il tessuto tumorale viene riscaldato fino ad una temperatura vicina o superiore ai 43 gradi centigradi e per un intervallo di tempo di circa un'ora. Il calore esalta gli effetti della radioterapia e della chemioterapia sul tumore, senza aumentare in modo eccessivo gli effetti collaterali (cioè gli inevitabili effetti debilitanti su tessuti sani ed organi derivanti dalla citotossicità di chemioterapia e radioterapia), permettendo un significativo miglioramento nel controllo della lesione (cioè della massa tumorale bersaglio). Vi sono alcuni grandi centri clinici europei specializzati (Olanda e Germania in particolare) ove l’impiego dell’ipertermia nella terapia oncologica è ordinariamente prescritto ed applicato per le neoplasie di elezione (recidive toraciche, grossi tumori della pelvi e dell’addome, ecc.).
In fisioterapia, il calore è stato impiegato da sempre per la cura delle tendinopatie e delle patologie reumatiche-articolari. Negli ultimi decenni è via via cresciuto l'interesse per le applicazioni delle microonde ai fini dell’induzione di un riscaldamento localizzato. Il calore prodotto in un punto diffonde nei tessuti circostanti per conduzione, ma soprattutto attraverso il sistema circolatorio. Il calore (controllato) agisce sui tessuti producendo: aumento del flusso sanguigno, riduzione dello stato infiammatorio, riduzione della rigidità articolare, riduzione del dolore.
Proprio per queste caratteristiche l’ipertermia elettromagnetica è utilizzata in fisioterapia in modo sempre più diffuso. La terapia non prevede disagi significativi né effetti collaterali per il paziente.
Per terapia ipertermica o ipertermia clinica si intende l’induzione nei tessuti biologici di temperature di poco superiori a quella fisiologica. Il riscaldamento dei tessuti realizzato tramite campi elettromagnetici è ampiamente utilizzato nei sistemi per ipertermia clinica. In tali terapie, si utilizza l’intervallo di frequenza che va dalle microonde alle onde corte, sino alle onde lunghe. La potenza dissipata localmente per ottenere sopraelevazioni della temperatura di alcuni gradi centigradi (da 40-41 °C fino a 45 °C) nei tessuti bersaglio, corrisponde a valori di SAR di alcune centinaia di W/kg. Arsène d’Arsonval (1851-1940) nel corso dei suoi studi sulle correnti ad alta frequenza, scoprì che una corrente elettrica alla frequenza di 10 kHz o più produceva una sensazione di calore nell’attraversare i tessuti viventi (diatermia), senza essere accompagnata dalla contrazione muscolare dolorosa che si può avvertire a più basse frequenze: era il 1892, anno che segna l’ingresso ufficiale dell’elettromagnetismo nella medicina. Il riscaldamento dei tessuti tramite campi elettromagnetici presenta alcuni vantaggi rispetto alle altre forme di riscaldamento (conduzione, radiazione infrarossa). In particolare, sono superiori le profondità a cui si può arrivare nel trattamento.
L’ipertermia viene principalmente utilizzata, in clinica, nella terapia dei tumori e in fisioterapia.
Ipertermia oncologica
L'ipertemia oncologica è una modalità terapeutica utilizzata per la cura dei tumori in associazione con le terapie più tradizionali finora in uso cioè con la radioterapia e la chemioterpia. Attraverso l'uso di campi elettromagnetici a radiofrequenza, focalizzati da apposite antenne dette applicatori, il tessuto tumorale viene riscaldato fino ad una temperatura vicina o superiore ai 43 gradi centigradi e per un intervallo di tempo di circa un'ora. Il trattamento, cioè il riscaldamento alle temperature suddette, viene eseguito una o più volte secondo il protocollo applicato, ma generalmente non viene ripetuto più di due volte alla settimana per evitare il fenomeno della termotolleranza, vale a dire una maggiore resistenza delle cellule al calore nei primi due giorni successivi alla terapia (Steward et al 1980). Il calore esalta gli effetti della radioterapia e della chemioterapia sul tumore, senza aumentare in modo eccessivo gli effetti collaterali (cioè gli inevitabili effetti debilitanti su tessuti ed organi sani derivanti dalla citotossicità di chemioterapia e radioterapia) permettendo un significativo miglioramento nel controllo della lesione (cioè della massa tumorale bersaglio).
Le proprietà terapeutiche del calore erano già conosciute nel lontano passato: l'uso dei ferri caldi nella cura del cancro è riportato da Galeno ed Ippocrate e ne esistono tracce anche nel 2000 a.C. Nel secolo scorso venne notata una qualche relazione tra alcuni stati febbrili dovuti ad altre patologie presenti contemporaneamente nel paziente, tanto che Coley nel 1883 da analoghe osservazioni fu indotto ad iniettare tossine batteriche per ottenere elevati stati febbrili in pazienti con tumori, senza però arrivare ad una definitiva conferma. (Overgaard 1984). Alcuni autori giapponesi sostengono che la bassa incidenza di alcuni tipi di tumore nella popolazione nipponica è dovuta all'uso continuo di bagni molto caldi. La ricerca di nuove modalità di trattamento, ha fatto rinascere l'interesse per l'ipertermia come modalità terapeutica antitumorale (Field et al, 1979), a partire da ricerche di base sui meccanismi con cui il calore è in grado di uccidere le cellule tumorali o renderle più sensibili alle radiazioni (Mauro et al, 1987; Marino et al, 1990, 1992).
Negli anni 70 sono stati pubblicati numerosi studi, soprattutto a carattere biologico, che hanno meglio precisato gli effetti cellulari provocati dal riscaldamento (Corry et al, 1977; Dewey et al, 1977). Questi studi hanno confermato l’efficacia dell’ipertermia e dimostrato il guadagno terapeutico derivante dall’associazione con la radioterapia (Arcangeli et al 1985; Overgaard 1989) e la chemioterapia (de Wit et al, 1999). La sperimentazione clinica e l’avvio dei primi studi clinici randomizzati hanno portato alla fondazione, in Europa, negli Stati Uniti ed in Giappone, di società di ipertermia affiliate alle organizzazioni per la ricerca ed il trattamento del cancro.
A livello internazionale sono stati completati molti studi biologici in vitro ed in vivo, sugli effetti del calore nell'intervallo di temperature comprese tra 42 e 45 gradi centigradi, in associazione con le radiazioni ionizzanti (Streffer et al, 1987; Marino et al 1992). L'interazione utile tra ipertermia e radiazioni trae origine dall'attivazione di due diversi fenomeni: il calore induce un effetto citotossico (ossia mortale per la cellula) dovuto alle particolari condizioni ambientali delle cellule tumorali, caratterizzate da scarsa nutrizione per via vascolare, carenza di ossigeno ed aumentata acidità; in un secondo luogo, il calore induce un effetto radiosensibilizzante, apparentemente indiscriminato, cioè con analoga efficienza sia sul tessuto tumorale che in quello sano. Questo consente di programmare l'ipertermia come adiuvante della radioterapia per distruggere direttamente cellule tumorali radioresistenti e per applicare gli effetti biologici delle radiazioni. In media i dati di laboratorio derivanti dalle evidenze sperimentali definiscono un incremento di efficacia che si estende secondo i tipi di tumore ed i protocolli di somministrazione da una volta e mezzo a 3 volte rispetto alle sole radiazioni ionizzanti.
L'interazione tra ipertermia e chemioterapia è più complessa ed è fondata su diversi meccanismi; comunque l’aumento della permeabilità cellulare, cioè la maggiore possibilità di passaggio di sostanze tra l’esterno e l’interno della cellula, e quindi la maggiore penetrazione dei farmaci sembra essere uno dei principali effetti del riscaldamento.
Dati interessanti provengono dai primi anni di attività clinica sperimentale, con più di 25 mila tumori trattati negli anni '80. Le evidenze raccolte dai protocolli iniziali americani ed europei testimoniano che la combinazione di calore e radiazioni nel trattamento di metastasi della testa e del collo (carcinoma squamoso), melanomi metastatici, recidive di carcinoma della mammella, produce un decisivo miglioramento, quasi il raddoppio della possibilità di controllo locale (Overgaard et al, 1995), cioè di eliminare o ridurre la massa tumorale bersaglio o arrestarne la crescita. Inoltre diversi studi tra cui uno che è stato recentemente concluso hanno confermato l’effetto decisivo dell’ipertemia su grossi tumori della zona pelvica ed addominale (van der Zee et al, 2000).
Proprio per questi risultati la terapia è stata inserita nella routine di grossi centri clinici specializzati, essendo una terapia complessa e costosa. In particolare in Europa esistono centri prestigiosi concentrati in Olanda, Germania, anche se vi è almeno un centro specializzato in tutti i più importanti paesi tra cui l’Italia.
Allo stato attuale gli organismi che promuovono l'attività sperimentale per l'ipertermia, sia tramite protocolli cooperativi, disegnati ed approvati nel quadro delle indicazioni della Dichiarazione di Helsinki, sia con le iniziative per il controllo di qualità (Cetas et al, 1980; Chou et al, 1987; Hand et al, 1989; Hornsleth et al 1997), sono di carattere multinazionale: European Society of Hyperthermic Oncology (ESHO), che raccoglie alcune centinaia di ricercatori clinici, biologi, fisici ed ingegneri delle più note e prestigiose istituzioni europee impegnate nella ricerca sui tumori (COMAC BME 1992, 1993); North American Group, attivo negli stati uniti e Canada; Japanese Society for Hyperthermic Oncology, che riunisce quasi un migliaio di ricercatori giapponesi.
Se un'evoluzione si è avuta nel campo biologico e clinico, si registra però un certo ritardo nella realizzazione di sistemi per terapia ipertermica con tecnologia adeguata (Kato et al, 1998).
Esistono ancora limiti al riscaldamento di tumori di grande volume o localizzati in profondità, per la difficoltà a selezionare, indirizzare e controllare adeguatamente il calore (Dahl et al, 1999).
Sono però in corso di studio e sviluppo macchine complesse dotate di sistemi di focalizzazione (array di dipoli con controllo di fase) della potenza elettromagnetica e di sistemi di controllo della temperatura (Carter et al, 1998), che promettono un decisivo miglioramento nella pianificazione e controllo dei trattamenti (Sennewald et al 1996; Creeze et al, 1999). Questo potrà far fare un ulteriore salto nell’articolata battaglia contro il cancro (Dewhirst et al, 1997).
Ipertermia in fisioterapia
Il calore da sempre è stato impiegato per la cura delle tendinopatie e delle patologie reumatiche-articolari. Negli ultimi decenni è via via cresciuto l'interesse per le applicazioni delle microonde per indurre riscaldamento localizzato (Guy 1984; Ishihara et al, 1985).
Le microonde diffondono molto facilmente attraverso i tessuti poveri di acqua (adiposo e osseo) nei quali è poca l’energia elettromagnetica che si trasforma in calore. Al contrario perdono energia attraverso tessuti ricchi di acqua (tessuto muscolare) nei quali avviene la trasformazione dell’energia elettromagnetica in calore. In definitiva è principalmente nel tessuto muscolare che l'energia delle microonde si trasforma in calore. Il calore prodotto diffonde nei tessuti circostanti per conduzione, ma soprattutto attraverso il sistema circolatorio (Leden et al, 1947; Olmi et al, 1997).
Proprio per queste caratteristiche l’ipertermia elettromagnetica è utilizzata in fisioterapia con diversi dispositivi che, usando diverse frequenze del campo elettromagnetico (13, 27, 434 e 2450 MHz) o consentendo, attraverso particolari antenne maggiormente focalizzate e munite di bolus termostatato, il riscaldamento in profondità, hanno dato il nome a diverse modalità terapeutiche (marconiterapia, radarterapia, ipertermia) fondamentalmente coincidenti nell’effetto indotto, cioè un significativo riscaldamento localizzato. Il calore fino ad un certo livello, agisce sui tessuti:
1) Aumentando il flusso sanguigno. Lo stato di iperemia (vasodilatazione localizzata ed aumento della velocità del flusso ematico) permette un aumento degli scambi con il sangue di sostanze necessarie per i processi riparativi ed una più rapida eliminazione delle sostanze tossiche;
2) Riducendo l’edema. Lo stimolo dell’attività macrofagica che permette una più rapida rimozione di scorie (detriti cellulari, residui di calcificazioni, ecc.) accelera i tempi di risoluzione della risposta infiammatoria;
3) Stimolando una più rapida ed efficace riparazione del danno tissutale grazie all’esaltazione, prodotta dal calore, del metabolismo cellulare in genere;
4) Aumentando l’estensibilità del tessuto collagene (nei tendini, nelle capsule articolari, nelle cicatrici);
5) Riducendo lo spasmo muscolare;
6) Riducendo la rigidità articolare;
7) Riducendo il dolore (aumento della soglia del dolore per azione diretta del calore sulle radici nervose e per azione indiretta stimolando secrezione di endorfine).
I diversi studi sperimentali e l’ormai lunga consuetudine clinica hanno confermato l'efficacia dell’ipertermia (Borrani et al, 1996) come valido ausilio nel trattamento delle comuni patologie ortopediche, dove viene ormai impiegata in modo routinario (Pedrini et al, 1998).
La terapia non prevede disagi significativi né effetti collaterali per il paziente. Per ciò che riguarda le controindicazioni all’utilizzo dell'ipertermia valgono le stesse norme osservate per tutte le altre forme di termoterapia (Tofani et al, 1997).
Riferimenti bibliografici
Arcangeli G, Arcangeli GC, Guerra A, Lovisolo G, Cividalli A, Marino C, Mauro F. Tumor response to heat and radiation: Prognostic variables in the treatment of neck node metastases from head and neck cancer. Int. J. Hyperthermia 1: pp. 201-217, 1985.
Borrani A, Ricci F, Lovisolo GA, Bardati F. Hyperthermia in physical therapy. Proceedings of the 7th International Symposium on Hyperthermic Oncology, Rome, 1996. In: Papers presented at the conference, Cafiero Franconi, Giorgio Arcangeli and Renato Cavaliere (eds.), vol. II, pp. 360-362, 1996.
Breasted JH. The Edwin Smith surgical papyrus. In Therapeutic Heat and cold, 2nd edn, ed. S. Licht, Waverly Press Incorporated, New Haven, p. 196, 1930.
Carter DL, MacFall JR, Clegg ST, Wan X, Prescott DM, Charles HC, Samulski TV. Magnetic resonance thermometry during hyperthermia for human high-grade sarcoma. Int J Radiat Oncol Biol Phys, 40, pp. 815-822, 1998.
Cetas TC. Thermometry. In An introduction to the practical aspects of clinical hyperthermia, eds. S.B. Field and J.W. Hand,Taylor & Francis, London, pp. 423-512, 1990.
Chou CK. Phantoms for electromagnetic heating studies. In Physics and Technology of Hyperthermia, SB Field and C Franconi (eds.), M Nijhoff Publish., Dordrecht, pp. 294-318, 1987.
COMAC BME Task Group. Interstitial and intracavitary hyperthermia. A Task Group Report of the European Society for Hyperthermic Oncology in cooperation with a COMAC-BME Concerted Action (4th Medical and Research Programme of the European Commission), Tor Vergata Medical Physics Monograph Series, 1993.
COMAC BME Task Group. Treatment planning and modeling in hyperthermia. A Task Group Report of the European Society for Hyperthermic Oncology in cooperation with a COMAC-BME Concerted Action (4th Medical and Research Programme of the European Commission), Tor Vergata Medical Physics Monograph Series, 1992
Corry PM, Robinson S, Getz S. Hyperthermic effects on DNA repair mechanism. Radiol, 123, pp 475-482, 1977.
Creeze J, Kaatee RSJP, van der Koijk JF, Lagendijk JJW. Spatial steering with electrodes in 27 MHz capacitively coupled interstitial hyperthermia. Int J Hyperthermia, 15,2, pp. 145-156, 1999.
Dahl O, Dalene R, Schem BC, Mella O. Status of clinical hyperthermia, Acta Oncologica, vol. 38, pp. 863-873, 1999.
Dewey WC, Hopwood LE, Sapareto SA, and Gerweck LE. Cellular responses to combinations of hyperthermia and radiation. Radiology, 123, pp 463-474, 1977.
Dewhirst MW, Prosnitz L, Thrall D, Prescott D, Clegg S, Charles C, MacFall J, Rosner G, Samulski T, Gillette E, LaRue S. Hyperthermic treatment of malignant diseases: current status and a view toward the future. Semin Oncol.;24(6):616-625, 1997.
de Wit R, van der Zee J, van der Burg ME, Kruit WH, Logmans A, van Rhoon GC, Verweij J. A phase I/II study of combined weekly systemic cisplatin and locoregional hyperthermia in patients with previously irradiated recurrent carcinoma of the uterine cervix. Br J Cancer, vol. 80, pp. 1387-1391, 1999.
Field SB, and Bleehen NM. Hyperthermia in the treatment of cancer. Cancer Treat Rev,6, pp 63-69, 1979. Guy AW. History of biological and medical applications of microwave energy. IEEE Trans Microwave Theory Tech, MTT 32, pp. 1182-1200, 1984.
Hand JW, Lagendijk JJW, Bach Andersen J, Bolomey JC. Quality assurance guidelines for ESHO protocols. Int J Hyperthermia, 5, pp. 421-428, 1989. Hornsleth SN, Frydendal L, Mella O, Dahl O, Raskmark P. Quality assurance for radiofrequency regional hyperthermia. Int J Hyperthermia, 13, pp. 169-185, 1997.
Ishihara Y, Sahako K, Fujita A, Kolayashi K, Ohdoi S, Saitoh K: Effects of shortwave diatermy on rheumatoid arthritis. J. Jpn. Assoc. Phys. Med. Balneol. Climatol., 48(4), pp 161-166, 1985.
Kato H, Koyama T, Nikawa Y, Saito M. Research and development of hyperthermia machines for present and future clinical needs. Int J Hyperthermia, 14, pp. 1-11, 1998.
Leden UN, Herrick JF, Wakim KG, Krusen FH. Preliminary studies on the heating and circulating effects of microwaves (radar). Br. J. Phys. Med., 10, pp. 177-184, 1947.
Marino C, Cividalli AE. Combined radiation and Hyperthermia: Effects of the number of heat fractions and their sequence on normal and tumor tissues. Int. J. of Hyperthermia, 8, pp 771-781, 1992
Marino C, Mauro F. Razionale biologico dell'Ipertermia come modalità terapeutica nella cura dei tumori. Microonde, SMA ed., 10, pp 1-14, 1990.
Mauro F, Marino C, Padovani L. The cellular effects of heat and combined radiation. Rapporti tecnici ENEA, RT/PAS/87/9, 1987.
Olmi R, Bini M, Ignesti A, Feroldi P, Spiazzi L, Bodini G: Hyperaemia evaluation in clinical diathermy by four-electrode impedance measurements. Physics in Medicine and Biology; 42; 1;251-61; 1997.
Overgaard J. History and heritage-an introduction. In Hyperthermic Oncology 1984, ed. J. Overgaard, Taylor & Francis, vol. 2, pp. 3-8, 1984.
Overgaard J. The current and potential role of hyperthermia in radiotherapy. Int. J. Radiat Oncol Biol Phys, vol. 16, pp. 535-549, 1989.
Overgaard J, Bach Andersen J. Hyperthermia. In: Peckam M, PinedoH, Veronesi U, eds. Oxford textbook of oncology. Oxford University Press, vol. 1, pp. 1823-1835, 1995.
Pedrini M, Lovisolo GA, Marino C, Tirindelli-Danesi D, La Medica C, Lami R: Ipertermia elettromagnetica: analisi critica e risultati. In Progressi in Riabilitazione, vol II, Promodis Italia Editrice, pp. 91-97, 1998.
Sennewald G, Turner PF, Schaefermeyer T, Latta M, Lauritzen R. Non-invasive treatment monitoring using a BSD-Sigma eye incorporated with a MRI system. In: Franconi C, Arcangeli G, cavaliere R, eds. Hyperthermic oncology, vol II, pp 412-413, 1996.
Steward FA, and Denekamp J. Fractionation studies with combined X-rays and hyperthermia in vivo. Br J Radiol, 52, pp 346-356, 1980.
Streffer C, van Beuningen D. The biological basis for tumor therapy by hyperthermia and radiation. Recent Result in Cancer research, 104, pp24-70, 1987.
Tofani S, Schieroni MP, Cisari C, Gabriele P, Lovisolo GA, Olmi R, Ossola P, Vecchia P: Impiego terapeutico delle radiofrequenze e microonde: qualità e sicurezza. Atti del II Convegno Nazionale radiazioni in medicina: qualità e sicurezza dell’Associazione Italiana di Fisica Sanitaria, Torino 13-16 Marzo 1997.
van der Zee J, Gonzalez Gonzalez D, van Rhoon GC, van Dijk JD, van Putten WL, Hart AA. Comparison of radiotherapy alone with radiotherapy plus hyperthermia in locally advanced pelvic tumours: a prospective, randomised, multicentre trial. Dutch Deep Hyperthermia Group. Lancet, 1;355, pp. 1119-1125, 2000.
Cordiali saluti da Sandro
|
Andrea
|
Inserito il
28/05/2005
|
La terapia che salva la vita
Curare con il calore Con questa terapia si può curare tutti i tumori senza la chirurgia, il tumore con il calore muore, conntinundo questa terapia ache per i casi più gravi si può controllare il tumore, basta fare una seduta ogni 6 mesi, il paziente può fare una vita normale, si evitano i soliti effetti colaterali provocati di solito dalle chemioterapie tradizionali.
Il calore è un’arma antichissima contro il cancro. Ippocrate, il padre della medicina, ne aveva già illustrato le sue potenzialità. Il nome medico è ipertermia, ovvero la terapia del calore, diventata un’importante arma tumorale in Italia, Giappone (esistono oltre 200 centri che praticano la terapia) e Stati Uniti. L’ipertermia è indicata per il trattamento di tumori solidi (seno, polmone, fegato, stomaco, colon-retto) e per ridurre le metastasi, associata a dosi ridotte di chemio e radio, consente di ottenere il potenziamento delle terapie tradizionali, riducendone gli effetti collaterali. Non solo, è anche in grado di stimolare il sistema immunitario perché provoca la liberazione di sostanze immunoregolatrici, le citochine, che hanno un effetto protettivo per l’organismo. Inoltre il trattamento è mutuato e approvato del nomenclatore nazionale. Il prossimo 5 dicembre inizierà all’Ircc di Candiolo (Torino) il IV Corso propedeutico di ipertermia oncologica. Di recente, a convalida della serietà della metodica, è stato pubblicato uno studio sul prestigioso Cancer (luglio 2003) “Hyperthermia and its modern use in cancer treatment” di H: Richard Alexander, Jr, md , oncologo del National Cancer Institute di Bethesda (Maryland). Nello studio Jones e altri autori hanno dimostrato che il trattamento con ipertermia, aggiunto a chemioterapia e radioterapia, comporta significativi benefici, in termine di tolleranza ed efficacia delle terapie (soprattutto in quei pazienti colpiti da tumori pelvici). Il trattamento di ipertermia moderata (circa 41-43 gradi), è stato effettuato settimanalmente dopo la radioterapia, per cinque settimane consecutive. Siccome l’impiego dell’ipertermia nell’oncologia clinica sta aumentando in portata e complessità, gli autori giustamente riflettono sul ruolo di questa terapia e concludono l’articolo ponendosi due domande: “Come funziona l’ipertermia? e “Come è possibile utilizzare al meglio l’ipertermia?. «Il calore produce la rottura del Dna delle cellule tumorali», risponde il professor Paolo Pontiggia, uno dei massimi esperti a livello mondiale di ipertermia, ematologo e oncologo all’Università di Pavia. «Nella normale vascolarizzazione il calore produce la vasodilatazione e la conseguente rapida dispersione del calore, questo non avviene nelle cellule tumorali. Qui, infatti, la neovascolarizzazione impedisce la dispersione del calore, che intrappolato nelle cellule tumorali, le uccide. Su 100 pazienti trattati con il calore, almeno 65 ne hanno tratto benefici concreti. Infatti, in 30 casi su 100, il tumore regredisce o addirittura scompare. In altri 30, l’avanzata del tumore si arresta per qualche tempo. In 5-10 casi su 100, poi si riesce ad ottenere la guarigione completa. Già oggi i risultati ottenuti consentono di affermare che è possibile non solo aumentare la durata della sopravvivenza, ma soprattutto migliorare la qualità della vita. Io ho dei pazienti, con metastasi, in cura da 10 anni che conducono una vita normale». Inoltre la terapia del calore è indolore e priva di effetti collaterali. Potenzia tute le altre terapie impiegate: riduce e blocca la massa tumorale e rende meno devastante un eventuale intervento chirurgico. I farmaci antitumorali diventano molto più efficaci a 43 gradi. «L’ipertemia è praticata da diverse strutture ospedaliere italiane e rimborsata dal sistema sanitario», dice Admeto Rolando, ideatore e costruttore dell’apparecchiatura per la terapia (Syncrotherm). «All’Istituto di ricerca per la cura del cancro di Candiolo (Torino) vengono organizzati periodicamente dei corsi per gli oncologi che desiderano approfondire questa tecnica. I corsi danno diritto ai crediti ECM . Inoltre, l’Assie (Associazione Europea di Ipertermia), ha lo scopo di promuovere la diffusione della metodica in campo nazionale ed internazionale, favorendo convegni e congressi. Non solo, l’Assie offre un valido sostegno al paziente oncologico, indirizzandolo nei centri più avanzati dove si pratica l’ipertermia».
Come funziona l’ipertermia L’ipertermia funziona solo in presenza di due condizioni. La prima è che l’organismo abbia ancora un certo livello, pur ridotto, di risposta immunitaria (quando l’immunodeficienza è conclamata l’organismo non è più in grado di combattere una malattia). La seconda condizione è che il tumore sia riscaldabile: se ad esempio al suo interno passa un grosso vaso il sangue porta via il calore e il tessuto tumorale non si riscalda, infatti è indicata per i tumori solidi. L’ipertermia localizzata è il trattamento più consolidato e più usato nella pratica clinica. Produce un incremento localizzato di temperatura nelle masse profonde impiegando applicatori esterni emananti radiofrequenze (per tumori posti in profondità), microonde (per i tumori superficiali), oppure ultrasuoni (nei tessuti di consistenza omogenea). Vi sono però altre modalità applicative, quali: Ipertermia sistemica. Utile nelle forme disseminate, si pratica mediante l’uso di scambiatori di calore extracorporei, deviando la circolazione corporea analogamente a quanto si pratica nei casi di chirurgia effettuata in circolazione extracorporea. Altri sistemi usano le radiofrequenze mediante applicatori esterni oppure i raggi infrarossi prodotti da diverse sorgenti (lampade). Il limite maggiore di questi metodi rappresentato dalla difficoltà di raggiungere temperature adeguatamente elevate (intorno ai 42 gradi) senza rilevante effetti secondari. Di solito il trattamento deve essere praticato in anestesia generale. Ipertermia perfusionale. E’ stata in passato la più usata ed è stata sviluppata per i tumori primari o metastatici degli arti. La per fusione può essere effettuata mediante una derivazione esterna de circolo ematico. Al liquido di perfusione, sangue o suoi derivati, vengono solitamente aggiunti farmaci chemioterapici in modo da ottenere elevate concentrazioni di farmaco nel tessuto perfuso. Ipertermia infusionale. Utilizza soluzioni riscaldate infuse in cavità, quali: quelle peritoneale, vescicale o pleurica in presenza o meno di versamento. In questi casi l’ipertermia si effettua in combinazione con l’infusione di farmaci antitumorali. Promettenti risultati sono stati ottenuti nei tumori in fase avanzata dello stomaco e dell’ovaio, recidivanti dopo chemioterapia. Ipertermia interstiziale. E’ ottenuta mediante l’inserimento superficiale di antenne nella cute o nello strato sottocutaneo e la contemporanea erogazione di microonde. Con questo metodo possono essere trattati solo tumori superficiali o semisuperficiali (2-4 centimetri di profondità), usando sequenzialmente la radioterapia in modo da amplificarne l’effetto terapeutico. Le recidive cutaneee del melanoma e il carcinoma mammario rispondono molto bene a questa modalità di trattamento.
ELENCO MEDICI REFERENTI CON RELATIVI NR. TELEFONICI Prof. Giovanni Maria Pigliucci Centro Universitario “TOR VERGATA” Via Orazio Raimondo 8 tel. 06-20900630 00100 Roma Prof. Paolo Pontiggia Centro “San Genesio ed Uniti” Via Trieste 4 g tel. 0382-580330 27010 San Genesio Pv Prof. Pietro Gabriele I.R.C.C. di Candiolo S.P. 42, KM 395 tel. 011-9933706 10060 Candiolo To Dott. Salvatore D’Angelo Via Otranto tel. 0825-203249 83100 Avellino Prof. Cartei Ospedale Geriatrico Oncologico Via Vendramini 7 tel. 049-8216396 35137 Padova
CENTRI TERAPEUTICI PILOTA: Alcuni Centri di Cura in cui viene utilizzata la macchina SYNCHROTHERM RF, per i trattamenti terapeutici di ipertermia oncologica. ITALIA: Casa di cura "Villa Flaminia" Via Bodio, 58 tel. 06-362061 00191 Roma - Italia Centro Diagnostico "Amelia" Via Appia Nuova, 637 tel.06-78358780 00179 Roma - Italia Clinica "San Feliciano" Via Val Cannuta, 132 tel. 06-664951 00100 Roma - Italia Centro "San Genesio ed Uniti" Via Trieste, 4/g tel. 0382-580185 27010 San Genesio (PV) - Italia Centro Universitario "Tor Vergata" Via Orazio Raimondo, 8 tel.06-20900630 00100 Roma - Italia A.S.L. n°18 Via E. degli Scovegni tel.049-8214111 35100 Padova - Italia European Hospital Via Portuense, 700 tel. 06-659751 00149 Roma - Italia Dr. Stefano Limontini Via S. Bernardino, 4 tel.0321-652017 28010 Morghengo (NO) - Italia Dr. Salvatore Sciotto Piazza Nastasi, 4 tel. 090-9240168 98057 Milazzo (ME) - Italia Dr. Daniele Franzoso Via Chiesa, 16 tel. 0381-691633 27029 Vigevano (PV) - Italia Dr. Mauro DE Clementi L.go Belloni, 4 tel. 06-36308923 00191 Roma - Italia IRCC DI CANDIOLO Ist.per la Ricerca e Cura del Cancro Strada Prov 42 Km.395 tel.011-9933706 10060 Candiolo (TO) – Italia Casa di cura “Nomentana” Via Guattani 4 tel. 06-8412985 00161 Roma – Italia Casa di Cura “Villa Carla” Dr. Balduini tel. 06-8077641 V.F. Giordano 8 00197 Roma – Italia Centro Biosan Dr. Bruni tel. 06-78358780 Via Teodoro Mommsen 45 00179 Roma – Italia Fondazione Centro S.Raffaele Dr. Villa Reparto Chemio.Radioterapia Via Olgettina, 48 tel.02-26437600 20132 Milano - Italia International Medical Service Dr. Raffaele Dambrosio, Dr.sa Anna Maria V. Pagano 73 tel. 0883-506873 70159 Trani (BA) - Italia Ospedale S.Giuseppe Moscati Unità Fegato Dr. S. D’Angelo V. Otranto tel. 0825-203249 83100 Avellino – Italia Poliambulatorio Sirio Dr. Vallone Vico Tutti i Santi 3 tel. 081-5760184 80100 Napoli – Italia Istituto di Medicina Biologica Dr.Di Fede Giuseppe Via Molino delle Armi, 3 Tel. 02-58300445 20123 Milano - Italia Fraternità di Misericordia S. Francesco Dr.Faenzi Luciano Via Poggioletto, 38 tel. 0585-43742 54100 Massa – Italia EUROPA:
Doktor Rethfeldt Graf – Adolf – Str. 59 tel.0211-353414 40221 Dusseldorf – Germania Veramed Klinik Muhlenstrasse, 60 tel. 08034-302740 83098 Brannenburg – Germania Prof. Dr. med. H.-O. Klein Hohenstaufenring 8 tel. 0049-221244141 50674 Köln – Germania Biomed Klinik Tischberger St. 5/8 tel.0049-6343705912 D-76887 Bad Bergzabern – Germania Dr.med.H.Mastall Bahnhofstrabe 39 tel.0049-64363875 D-65185 Wiesbaden – Germania *************************** Medico referente a Napoli : Dott. Conte Salvatore cell. 340-6104461 Per saperne di più consultare il libro di Paolo Pontiggia “Ipertermia e stimolazione immunitaria. Curare con il calore: la terapia dolce dei tumori” (Macro Edizioni). Info tel 0382.580185 Info: Associazione Europea di Ipertermia (Assie) tel 0381.329752 – fax 0381.329758 http://www.assie.it/ Press Office: Monica Melotti tel e fax 02.423.43.59 cell. 349.6308708 email: mo.melotti@libero.it
Saluti a tutti da Andrea
|
Da Franco - Genova
|
Inserito il
27/05/2005
|
Re: Pokemon e canc
Gent.ma dott.a Cirolla, trascrivo, di seguito, il testo della e-mail che ricevetti in merito alla ricerca del Prof. Pandolfi, dal Prof. Cognettio di Roma. Io sono fiducioso, esendo lei un medico, che possa, su questa rubrica, fornirco lei, a noi ammalati di cancro in fase terminale, belle notizie o quantop meno notizie che possano aiutarci a vivere quel che resta della nostra vita senza troppe sofferenze. Con viva cordialità. Franco da Genova
----- Original Message ----- From: Direzione Scientifica IRE To: f.guerrini3@tin.it Sent: Tuesday, February 01, 2005 12:58 PM Subject: Proteina Pokemon: riscontro nota 21 dicembre 2004.
Egregio Ing. Guerrini, in riferimento alla nota di cui all'oggetto, Le comunico che terremo in considerazione la Sua richiesta anche se al momento la ricerca del Prof. P.P. Pandolfi è limitata alla fase sperimentale. Distinti saluti
Prof. Francesco Cognetti
Direttore Scientifico Istituto Regina Elena ROMA
|
Giovanni
|
Inserito il
27/05/2005
|
Re: Teniamoci informati tra di noi !
Gentile Manu
Io non so di preciso della gravita di sua madre, so solo che la sola chemioterapia non riesce bloccare nessun tumore, per avere un effetto maggiore con i farmaci antitumorali devono essere associati con il l'ipertermia, con il calore, le dose dei farmaci sono più basse perciò si hanno effetti collaterali, inoltre l'ipertermia distrugge da sola molte cellule tumorali perché sono sensibili al calore, altra importante funzione dell'ipertermia è che stimola il sistema immunitario. Poi bisogna curare il sistema immunitario responsabile delle recidive, si deve prendere dei farmaci di continuo, per semplificare è la famosa cura DI Bella. Per informazioni telefonate centro internazionale di ipertermia ( ASSIE) . Cordiali saluti da Giovanni
Associazione Europea di Ipertermia (Assie) tel 0381.329752 – fax 0381.329758 www.assie.it
|
DOTT. VIRGINIA CIROLLA
|
Inserito il
27/05/2005
|
Re: Cura prof. zora
VORREI AVERE INFORMAZIONE PIU' DETTAGLIATA SU DOVE POTER CONTATTARE IL PROF. ZORA. GRAZIE
DOTT.V.CIROLLA
LILT ROMA
|
MANU
|
Inserito il
27/05/2005
|
Re: Teniamoci informati tra di noi !
MIA MADRE DI 68 ANNI E' STATA OPERATA 12 ANNI FA DI CARCINOMA AL SENO, UN ANNO E MEZZO FA GLI E' STATO TOLTO UN TERZO DI POLMONE PER UN TUMORE PROVOCATO DA UNA METASTASI DEL VECCHIO CARCINOMA DEL SENO, ED ORA GLIE SI E' RIPRESENTATO TRA IL BRONCO E LA TRACHEA E STA FACENDO LE CHEMIOTERAPIE CON TUTTI GLI EFFETTI COLLATERALI DEL CASO, E' LA PRIMA VOLTA CHE SCRIVO, VORREI SAPERE SE QUALCUNO MI PU0' CONSIGLIARE O FARMI SAPERE QUALSIASI COSA ANCHE SOLO PER FARLA SENTIRE UN POCHINO PIU' IN FORZA. MI E' MORTO UNO ZIO, FRATELLO DI MIA MADRE OTTO ANNI FA' PER UN TUMORE PRIMA TRA IL FEGATO E L'INTESTINO E POI SUBITO RIPRESENTATO AI POLMONI, ABBIAMO IL TERRORE.
|
Scrivi un nuovo commento |
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 |
Condividi con gli altriQueste icone servono per inserire questo post nei vari servizi di social bookmarking, in modo da condividerlo e permettere ad altri di scoprirlo.
|