Nuova Ue e ricerca staminali embrionali. A chi giovano i divieti?
Con la nuova Unione Europea arrivano anche gli effetti dei divieti sulla ricerca con le cellule staminali embrionali. E sono effetti che ogni Paese tratta nel modo piu abituale con cui ha a che fare
Con la nuova Unione Europea arrivano anche gli effetti dei divieti sulla ricerca con le cellule staminali embrionali. E sono effetti che ogni Paese tratta nel modo piu' abituale con cui ha a che fare rispetto alla clandestinita'. Se diciamo che la Lituania, neo membro della nostra Comunita', fosse stata in passato una sorta di sfogatoio della Russia di oggi e dell'Unione Sovietica di ieri, non crediamo di far torto ad alcuno. Nel nostro caso, come denuncia il quotidiano lituano "Kaunas Diena", si tratta di qualcosa di incredibile. C'e' un'organizzazione che fa pubblicita' su alcuni trattamenti medico-pediatrici a base di iniezioni di cellule staminali embrionali. La denuncia arriva da due deputati che accusano il ministro della Sanita' del loro Paese di essere al corrente del fatto e di non prendere alcuna iniziativa in materia. Cerchiamo di capire di cosa stiamo parlando. Non esiste al mondo (tra quanto ufficialmente conosciuto) una applicazione della ricerca con cellule staminali embrionali che sia stata fatta sull'uomo. Quei Paesi in cui questa ricerca e' partita o sta per partire (essenzialmente, per restare all'Europa, Gran Bretagna e Spagna), tratta di esperimenti su animali, soprattutto topolini. Se la situazione e' questa, va da se' che crea non poche perplessita' che l'"Istituto Baltico di Tecnologia, Immunologia e Biorganica Medica" e il "Centro di Embriotecnologia", che operano principalmente in Russia, stiano gia' facendo applicazioni terapeutiche sull'uomo e che, nello specifico delle denuncia dei due parlamentari lituani, stiano siglando accordi con la "Vaisingumo Klinika", un centro lituano di fecondazione assistita che, dopo l'ingresso di quel Paese nell'Ue, potrebbe essere tranquillamente utilizzato anche da un utente del servizio sanitario italiano, vista la pessima legge italiana in materia. E' evidente che qui c'e' qualcuno che si sta approfittando della non-informazione o, peggio, dell'informazione parziale e approssimativa sulla materia (anche all'Aduc arrivano per esempio richieste di persone che chiedono dove andare a bussare per usufruire di queste cure, ignorando che oggi sono solo allo stato di ricerca sugli animali). Non solo.
Ma anche il fatto di una clandestinita' (che cosi' sembra, stando alla denuncia dei parlamentari lituani) conosciuta e in un certo senso tollerata dalle autorita' sanitarie, stimola una domanda: a chi giovano i divieti? Sicuramente non all'utente finale, che a nostro avviso rivolgendosi a queste cliniche correrebbe dei pericoli giganteschi: 1) fregatura perche' gli fanno pagare –con la scusa del prodotto iper riproduttivo tissutale- per iniettarli chissa' quale acquetta o 2) pericolo medico per prodotti che non hanno alcuna qualifica scientifica. E siccome stiamo parlando non di pratiche vietate in ogni angolo del Globo, ma in fase di lancio e di avanzato studio in diverse Paesi anche della nostra Unione (che finanzia queste ricerche anche coi soldi dell'Iva italiana), che ci siano dei profittatori e' piu' che connaturato al fenomeno. E' stato cosi' in Italia quando l'aborto era illegale, perche' non dovrebbe essere altrimenti per una medicina rigenerativa di cui si sente parlare (in Italia sempre con forti scontri ideologici che, a nostro avviso, spostano l'attenzione dall'aspetto medico e scientifico intrinseco), e che nella disperazione di malati incurabili puo' sviluppare facili speranze in una sua presunta forma applicativa umana gia' in essere, pur se clandestina. L'alternativa a questo pericolo e disastro scientifico e umano e' la legalizzazione. Ma per qualcuno e' solo una questione di zigote ...
Fonte: (01/06/2004)
Pubblicato in Biotecnologie
Tag:
ricerca,
staminali,
embrionali
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