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Laser 'Ripara-Cuore' dopo infarto


Un fascio di luce per riparare in tempo i danni al cuore dopo un infarto. Senza bisogno di nessun intervento chirurgico, doloroso e invasivo, e senza effetti collaterali. Questa la tecnica made i

Un 'fascio di luce' per riparare 'in tempo' i danni al cuore dopo un infarto. Senza bisogno di nessun intervento chirurgico, doloroso e invasivo, e senza effetti collaterali. Questa la tecnica 'made in Italy' che combina l'uso del laser ad eccimeri e uno stent medicato. Sperimentata l'anno scorso con successo in via preliminare su 4 pazienti, ad oggi e' stata utilizzata con successo su 50 infartuati, tornati cosi' alla vita normale. Pioniere internazionale della tecnica di cardiologia interventistica e' il professor Paolo Rubino, responsabile del reparto di Cardiologia invasiva della clinica Montevergine di Mercogliano (Avellino), che ne illustrera' i risultati in occasione del congresso Update on Cardiovascular Diseases, in corso a Napoli (Castel dell'Ovo).
''Lo scorso anno - ricorda Rubino - la nostra relazione fece scalpore nel mondo scientifico. Presentammo un protocollo in cui si dimostrava che il laser, impiegato insieme a uno stent a rilascio di farmaci, costituiva una valida soluzione all'infarto entro le prime sei ore dall'evento''. L'infarto - spiega Rubino - e' provocato dall'occlusione trombotica di una coronaria provocata dalla rottura della placca. Col laser ad eccimeri siamo riusciti a sciogliere il trombo e a impedire la disseminazione di microemboli nel microcircolo coronarico. Un risultato sensazionale, tanto che si decise di partire con uno studio mondiale, tuttora in corso, che coinvolge 10 tra i piu' importanti Istituti (americani, francesi, belgi, tedeschi e due italiani: la Clinica Montevergine e il San Raffaele di Milano). In Italia l'infarto colpisce 160.000 persone ogni anno e causa 70.000 decessi, ricorda Rubino precisando che ''l'angioplastica, pero', rimane il trattamento di prima scelta. L'importante - aggiunge -e' che i pazienti arrivino al centro specialistico nel piu' breve tempo possibile. Attualmente, infatti, il 30% degli infartuati muore entro la prima ora e il restante 70% viene trattato in modo inadeguato''. Per questo, l'esperto ritiene indispensabile attivare una rete territoriale di emergenza che consenta ai medici di intervenire immediatamente riaprendo il vaso e riducendo considerevolmente la mortalita'. ''Purtroppo in Campania siamo ancora lontani, al contrario di altre realta', non solo del Nord Italia'', commenta.

Fonte: Adnkronos (18/06/2004)
Pubblicato in Medicina e Salute
Tag: cuore, infarto
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