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Da Angelo Vescovi scoperta della causa del tumore al cervello


Cellule staminali impazzite sono la causa del piu diffuso tumore che colpisce il cervello, il glioblastoma multiforme, ed entro cinque anni potrebbero diventare il bersaglio della prima terapia effic

Cellule staminali impazzite sono la causa del piu' diffuso tumore che colpisce il cervello, il glioblastoma multiforme, ed entro cinque anni potrebbero diventare il bersaglio della prima terapia efficace di questo tumore, che a due anni dalla diagnosi uccide nel 97% dei casi.
La scoperta, pubblicata sulla rivista internazionale Cancer Research, e' il risultato dello studio coordinato da Angelo Vescovi, condirettore dell'Istituto di ricerca sulle Staminali del San Raffaele di Milano, e condotto in collaborazione con l'Istituto Besta, sempre a Milano.
La ricerca, condotta con il contributo di Compagnia San Paolo, Fondazione Agarini per le Neuroscienze e Bmw Italia, apre cosi' la speranza di una terapia per un tumore oggi incurabile, che colpisce soprattutto bambini e adulti fra 50 e 60 anni.
"Abbiamo identificato una delle cellule chiave di un tumore cerebrale particolarmente aggressivo. Ora abbiamo sia un bersaglio per una futura terapia, sia un modello animale che riproduce fedelmente la malattia", ha osservato Vescovi. Che cellule staminali impazzite fossero all'origine di tumori di altri organi (come sangue, seno e intestino) era noto, ma e' la prima volta che vengono scoperte delle cellule staminali all'origine dei tumori cerebrali.
Quelle che scatenano il glioblastoma multiforme sono cellule staminali che hanno perso ogni controllo nella replicazione: si moltiplicano con una velocita' superiore a quelle delle cellule embrionali e diventano dei killer che rigenerano continuamente il tessuto del tumore, rendendo cosi' inutile ogni tipo di cura (radioterapia, chemioterapia e chirurgia) e provocando recidive.
Non si estendono ad altri organi, ma raggiungono ogni area del cervello e lo colonizzano completamente, con conseguenze devastanti per i pazienti.
Purtroppo per i pazienti, le cellule staminali all'interno di un tessuto o di un tumore non proliferano molto e tendono ad essere quiescenti, lasciando alle loro cellule figlie il compito di accrescere la massa tumorale. Una cellula cosi' silenziosa purtroppo e' molto resistente ai farmaci e alle radiazioni e quindi, quando un tumore di questo genere viene curato con metodi tradizionali, la massa tumorale viene distrutta, ma restano intatte le cellule capace di rigenerare il tumore. Se questa ipotesi, gia' verificata in altri tumori, si rivelasse corretta anche nel caso del glioblastoma, si potranno sviluppare nuove terapie capaci di distruggere le cellule staminali killer.
Le cellule staminali impazzite sono state individuate nei tessuti cerebrali colpiti dal tumore di una ventina di pazienti nei quali la massa tumorale era stata asportata con un intervento chirurgico. Isolarle ha permesso quindi di riprodurre nei topi il modello esatto del glioblastoma multiforme che colpisce l'uomo, fornendo cosi' il primo modello animale che permettera' sia di studiare piu' in dettaglio la malattia, sia di sperimentare terapie che adesso sembrano finalmente possibili.
A questo punto sono possibili diverse vie. Secondo Vescovi una di queste potrebbe essere la terapia genica, per sostituire il gene-orologio che regola e scandisce lo sviluppo e che nelle staminali killer e' spento. I possibili geni-bersaglio sono comunque molti e alcuni di essi sono comuni ad altre forme di tumore. "Ci vorranno ancora almeno cinque anni di ricerca per identificare la strada per una cura del glioblastoma multiforme, ma di certo ora, per la prima volta, abbiamo la possibilita' di studiare le cellule coinvolte nella formazione di quello che è il piu' aggressivo e letale tumore cerebrale nell'uomo, aprendo cosi' finalmente la via allo sviluppo di nuove terapie per sconfiggerlo".


Fonte: Aduc (05/10/2004)
Pubblicato in Cancro & tumori
Tag: cervello
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