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Biopolis, Singapore, nel paradiso dei ricercatori


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Qui ti vogliono a tutti i costi. E te lo dicono a chiare lettere. "Provi anche tu una grande passione per la scienza?", chiede da un manifesto una giovane donna ammiccante con l'elica del Dna tatuata sul braccio. Anche il motociclista sulla Harley-Davidson ha in mente una sola cosa, Born to R&D (nato per la ricerca e lo sviluppo). Ed e' pazzo per la scienza. "Se anche tu lo sei -promette l'annuncio- la tua carriera viaggera' al massimo".
Sono le offerte esplicite con cui l'autorita' scientifica di Singapore, ASTAR, cerca di attrarre gli studiosi nella Citta'-Stato del Sudest asiatico. Una strategia senza dubbio vincente. Il premio Nobel per la medicina, Sydney Brenner e' gia' arrivato. Altrettanto dicasi del biologo molecolare Alan Colman, uno dei "padri" della pecora clonata Dolly. E da circa mezz'anno, uno dei piu' famosi ricercatori tedeschi sul cancro, Axel Ullrich, tralascia la propria attivita' all'Istituto Max-Planck di Biochimica per lavorare a Singapore. "Sono stato sedotto", ha confessato Alan Colman al New York Times. "Sedotto dall'entusiasmo con cui qui s'investe in biotecnologia".
Quattro anni fa, il Governo dell'autocratico Citta'-Stato decise di trasformare Singapore in potenza mondiale della biotecnologia. Accanto ad ingegneria, elettronica e tecniche della comunicazione, le bioscienze devono diventare il quarto pilastro del benessere economico della metropoli che conta quattro milioni di abitanti. Per questo, nella zona sud-occidentale di Singapore e' stata costruita una vera cittadella per la ricerca. Su un'area di 200 ettari sorge BIOPOLIS, l'agglomerato di istituti ultramoderni collegati tra loro da ponti sospesi. Appartamenti e laboratori, centri per il benessere fisico e stalle di animali -in questo quartiere della scienza, tutto si trova in spazi ravvicinati. Il Governo per ora ha speso 300 milioni di usd; nei prossimi anni e' previsto un investimento di addirittura 3 miliardi di usd. E pensare che Berlino, per il suo BioRegio-Projekt, in cinque anni ha messo insieme solo 90 milioni di euro.
"E' una struttura mozzafiato", si entusiasma Axel Ullrich. "Qui la politica della ricerca e' aggressiva, efficiente, mirata". Il biochimico, che subito dopo il dottorato di ricerca si era trasferito in Usa ("all'epoca era il luogo giusto dove andare"), ora vede il futuro della biotecnologia in Asia. All'inizio di luglio, lui e quattro suoi giovani collaboratori del Max-Planck sono giunti a Singapore. Oggi siede in un ufficio che e' solo un quarto di quello che aveva all'Istituto tedesco. "Ma da qui si vedono le palme", ride Ullrich. "Ed e' cio' che ho sempre desiderato". Conta di rimanere a Singapore un anno, ma e' sicuro che al ritorno non riuscira' a riportare a casa tutti i suoi collaboratori.
"Sii innovativo!"; "Impegnati!"; "Ricerca la vita!", gridano le pareti interne degli ascensori che ci portano al suo ufficio.
Anche a Biopolis, con i suoi sette grattacieli dai nomi significativi -PROTEOS, CHROMOS, MATRIX…- gli inviti sono espliciti. Qui la scienza non ha un'immagine seriosa, tanto meno noiosa. Qui tutto e' frizzante.
In quest'atmosfera si trova bene anche Sabine Daugelat. Da un anno e mezzo, la studiosa di tubercolosi lavora nell'edificio Chromos. La biologa, alle dipendenze della casa farmaceutica Novartis, dice di essere rimasta impressionata dalla mentalita' degli abitanti di Singapore che si potrebbe sintetizzare nel concetto: "tutto e' possibile". La multinazionale svizzera ha creato a Biopolis un istituto di ricerca per le malattie tropicali. Senza pensare al profitto, qui si elaborano farmaci contro tubercolosi e dengue. Altri giganti farmaceutici vi hanno trasferito i loro laboratori, attratti dall'offerta di Singapore, che si traduce in questo: per ogni dollaro investito dall'azienda, il Governo ne aggiunge un altro.
Ma c'e' qualcosa di piu' interessante ancora dei soldi e cioe' le condizioni per sperimentare. Qui nessuno deve temere le proteste degli animalisti, e sulle cellule staminali embrionali Singapore ha la legislazione piu' liberale del mondo. Anche se Paul Herrling, direttore del programma di ricerca della Novartis, si affretta a precisare che sull'isola tropicale le cose si fanno comunque per bene. "Ci sono delle Commissioni Etiche rigorose", aggiunge.
In effetti, nella Citta'-Stato esistono delle leggi molto severe. Nel 1992 fece scalpore il divieto sul chewing gum, solo una delle tante norme che fanno accapponare la pelle ai democratici autentici. Da quarant'anni, da quando Singapore ottenne l'indipendenza dalla Gran Bretagna, si sono susseguiti soltanto tre primi ministri alla guida del Paese. E l'attuale capo del Governo, Lee Hsien Loong non solo e' figlio del fondatore dello Stato Lee Kuan Yew, ma e' giunto al potere senza dover sfidare nessun avversario. Questo per dire che Singapore appaga si' la vocazione scientifica dei ricercatori, ma che non soddisfa altre istanze di liberta'. Il Governo se n'e' accorto e ha iniziato a stemperare le leggi piu' anacronistiche. Dal 2002 e' stata riammessa la gomma americana, sebbene con alcune limitazioni, la stampa ufficiale puo' parlare di omosessualita' e in quanto al sesso, i film subiscono meno tagli che nel Texas. Ma ne restano in vigore altre: per esempio, non si puo' lasciare l'acqua nei sottovasi dei fiori, i graffitari vengono puniti a bastonate, o guai ad attraversare la strada nel punto sbagliato.
Nella citta' delle punizioni anche gli stranieri devono adeguarsi. Axel Ullrich non si ribella al fatto che ASTAR gli abbia imposto di parlare in inglese con la giornalista sua connazionale, per di piu' alla presenza di due collaboratrici della stessa autorita' scientifica. Ullrich si mostra rilassato. "Io qui non mi sono mai sentito limitato", dice. Conosce le regole poiche' da quattro anni e' consulente del Governo di Singapore per le questioni scientifiche, e apprezza la determinazione con cui i suoi suggerimenti vengono tradotti in pratica.
La mancanza di dubbi, d'impronta monarchica, ha dei lati positivi. "A Berlino la politica si svolge a ritmi quadriennali; invece Singapore e' gestita come se si trattasse di un'azienda", spiega. Il Consiglio di consulenza di Biopolis, composto dai piu' prestigiosi ricercatori internazionali, si riunisce due volte all'anno. "Quando ci si rivede dopo sei mesi, le decisioni della volta precedente sono quasi interamente realizzate", si compiace Ullrich. Una conferma viene dalla ricercatrice Daugelat: "Il progetto per Biopolis e' nato nel 2000, e oggi e' gia' una struttura operativa". In Germania questo tempo sarebbe bastato solo per la sua pianificazione.
Certo, i problemi non mancano", concede Ullrich. "Per esempio, manca il personale qualificato". Un terzo dei quasi quattromila studiosi di scienze naturali presenti sull'isola sono stranieri perche' la maggioranza dei residenti mira ad arricchirsi in poco tempo. Il loro modo di pensare e' modellato sulle cinque c, che stanno per Cash (contanti), Credit Card (carta di credito), Car (automobile), Condominium (casa di proprieta'), appartenenza a un Club. Cio' che finora ha impedito ai piu' d'investire in istruzione. Ma e' un aspetto che il Governo intende correggere puntando a rendere la scienza affascinante agli occhi dei giovani. Partendo dai bambini. Fun Science e' una rivista per l'infanzia prodotta da ASTAR, con cartoni animati ambientati in un laboratorio. "In Asia la popolazione da' grande valore alla ricerca e alla tecnologia, mentre in Germania i ricercatori sono guardati ancora con sospetto", si lamenta Axel Ullrich. L'oncologo e' convinto che la visione del Governo di Singapore sia quella vincente. "In vent'anni questa sara' la sede dei piu' importanti centri per la ricerca e lo sviluppo". I vantaggi che offre sono senza tema di confronto. "Il mio progetto lo posso portare avanti nel modo meno burocratico che si possa immaginare considerati i finanziamenti ottenuti". Anche Sabine Daugelat non puo' che dire bene del Governo-dinastia, il cui impegno riguarda anche le malattie causate dalla poverta'.
Problemi d'ambientamento? "Li avrei anche a Berlino", sorride l'originaria di Bochum. "Qui parlano tutti inglese e c'e' persino una birreria. L'unica differenza e' che nella birra ci devi mettere il ghiaccio perche' e' subito calda".

(Articolo apparso sulla Sueddeutsche Zeitung a firma di Christina Berndt)

Fonte: Aduc (02/02/2005)
Pubblicato in Analisi e Commenti
Tag: Biopolis, Singapore, ricerca%, ASTAR
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