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Finanziare le ricerche con le staminali embrionali, ma quali?


Il settimo programma quadro (7PQ) proposto dalla Commissione Europea manterra la possibilita di finanziare con fondi comunitari progetti di ricerca che prevedono luso di cellule staminali di origin

Il settimo programma quadro (7PQ) proposto dalla Commissione Europea manterra' la possibilita' di finanziare con fondi comunitari progetti di ricerca che prevedono l'uso di cellule staminali di origine embrionale negli Stati membri dove e' legale. Ma non saranno finanziate le ricerche in cui le staminali vengono derivate dagli embrioni, neppure da quelli sovrannumerari.
La proposta per il 7PQ prevede una durata di sette anni (dal 2007 al 2013), un bilancio di 73 miliardi di euro e una struttura basata su quattro programmi specifici: cooperazione, idee, persone e capacita'. Nell'ambito dei quattro programmi, "cooperazione" si riferisce ad attivita' transnazionali di ricerca cooperativa, "idee" riguarda la ricerca di base condotta attraverso un Consiglio europeo della ricerca (CER), "persone" comprende le azioni Marie Curie e altre iniziative, mentre "capacita'" riguarda il sostegno alle infrastrutture di ricerca, alle regioni della conoscenza e alle piccole e medie imprese (PMI).
Oltre ai quattro programmi specifici, le proposte indicano che tutte le attivita' di ricerca intraprese a titolo del 7PQ "devono essere condotte in conformita' dei principi etici fondamentali".

Il commissario europeo alla ricerca, lo sloveno Janez Potocnik, ha sottolineato in una conferenza stampa del 7 aprile che le "considerazioni etiche sono un presupposto importante e cruciale" al momento di decidere e selezionare i progetti che riceveranno le sovvenzioni europee.
Ma Potocnik ha anche ricordato le virtu' di questo tipo di ricerca. "La ricerca con le cellule staminali e', scientificamente, molto promettente per molte persone che oggi soffrono di malattie che potrebbero curarsi in maniera diversa", ha detto il commissario.
Il settimo programma quadro, spiegava Potocnik, prevede percio' gli stessi criteri attualmente in vigore con il sesto programma quadro che permette di finanziare due progetti multinazionali che utilizzano cellule di origine embrionale (uno e' quello dell'istituto European Centre for the Validation of Alternative Methods (ECV AM), che ha sede ad Ispra in Italia sul Lago Maggiore e che testera' gli effetti delle sostanze tossiche sugli embrioni), e altri 23 che utilizzano sempre staminali, ma derivate da tessuti adulti.
Ciascuna richiesta di finanziamento dovra' passare "un esame etico e scientifico molto severo" in un comitato dove saranno rappresentati tutti gli Stati membri e tenendo conto dell'opinione di un gruppo di esperti in questioni etiche e scientifiche. Si prevede inoltre la creazione di un registro dei progetti che agevolera' "un controllo e una vigilanza" su ciascuna iniziativa.
"E' come abbiamo sempre fatto", ha ribadito Potocnik.

Non essendo tuttavia troppo chiara l'impostazione sui finanziamenti alla ricerca sulle cellule staminali embrionali, la Commissione il 12 aprile ha pubblicato un documento MEMO in cui illustra la proposta di approccio alle questioni etiche.
E nonostante le rassicurazioni del commissario Potocnik, sembra esserci un passo indietro: si specifica che non verranno finanziati i progetti in cui si derivano le staminali dagli embrioni, perche' pur se sovrannumerari, questi verrebbero comunque distrutti. Si opta cosi' per una decisione pilatesca: embrionali si', purche' il lavoro sporco non lo paghiamo con fondi comunitari.

Il documento e' online in inglese

Secondo la Commissione, vi sono due punti nelle proposte relative al 7PQ che sintetizzano il suo approccio alle questioni etiche. Innanzi tutto: "Le attivita' di ricerca finanziate dal presente programma quadro dovranno rispettare i principi etici, compresi quelli sanciti nella Carta europea dei diritti fondamentali. Si tiene e si terra' conto dei pareri del gruppo europeo di etica delle scienze e delle nuove tecnologie (GEE)".
In secondo luogo, nelle proposte si legge che: "Tutte le attivita' di ricerca condotte nell'ambito del Settimo programma quadro devono essere svolte in conformita' di principi etici fondamentali".
Quale esempio di applicazione pratica di un approccio di questo genere, la Commissione si e' soffermata sul trattamento da essa riservato alla ricerca sulle cellule staminali di embrione nel quadro del programma attuale. L'Unione europea vieta tassativamente e in ogni caso il finanziamento di ricerche finalizzate alla clonazione umana a scopo riproduttivo, la clonazione degli embrioni ai fini di ricerca (clonazione terapeutica), o la ricerca volta ad alterare il patrimonio genetico umano.
L'Unione europea non concede inoltre finanziamenti a progetti in uno Stato membro in cui siano vietate le attivita' di ricerca oggetto del finanziamento stesso. La Commissione non accorda inoltre il finanziamento a progetti che comportano il prelievo diretto di cellule staminali da embrioni, un intervento che implicherebbe la distruzione di un embrione soprannumerario ai fini della ricerca comunitaria.
Da nessun elemento del 6PQ emerge una richiesta diretta di progetti che comportino un qualsiasi genere di ricerca sulle cellule staminali, fa notare la Commissione. Nel momento in cui pervengono proposte di ricercatori che desiderano utilizzare le cellule staminali, la priorita' va sempre ai progetti che comportano l'impiego di cellule staminali ottenute da organismi adulti, caso in cui, sottolinea l'Esecutivo, non sussiste alcun problema di carattere etico.

Il dibattito sulla possibilita' di finanziare con fondi europei le ricerche con le staminali embrionali aveva accompagnato il sesto programma quadro (2002-2006). Dopo il primo anno di moratoria, in attesa venisse raggiunto un accordo tra i Paesi sostenitori (Gb, Belgio, ...) e quelli contrari (Germania, Italia, ...), alla fine del 2003 in mancanza di accordo, l'allora commissario europeo alla ricerca, il belga Philippe Busquin opto' per una decisione caso per caso, secondo i criteri che saranno mantenuti anche nel settimo programma quadro.

La prima risposta arriva dalla Commissione Episcopale della Comunita' Europea (Comece): "la ricerca non puo' oltrepassare il limite dell'inviolabile dignita' della persona umana", ha dichiarato il segretario generale monsignor Noel Treanor. "Per questa ragione, e anche tenendo conto del quadro legale dei diversi Stati membri, la strumentalizzazione della vita umana, sia quale sia il suo sviluppo, non e' accettabile".
"Non esiste nessun consenso sulle questioni etiche, ne' in seno agli Stati membri, ne' tra di loro", ha ribadito Treanor ricordando come il Parlamento Europeo lo scorso 10 marzo ha chiesto l'esclusione dei finanziamenti alle ricerche con embrioni o con cellule embrionali.
Il riferimento e' all'adozione da parte del Parlamento di una risoluzione, incentrata sul commercio di ovociti umani, quando gli eurodeputati hanno ritenuto opportuno inserire anche una dichiarazione sui finanziamenti alla ricerca.
La risoluzione dichiara che la ricerca embrionale e sulle cellule staminali embrionali dovrebbe essere finanziata dai bilanci nazionali dei Paesi in cui tale tipo di ricerca e' legale. Si tratta di un cambiamento rispetto alla posizione assunta in precedenza dal Parlamento, che accettava il finanziamento della ricerca riguardante le cellule staminali a livello di Unione, ma impediva la creazione di embrioni umani utilizzando il bilancio comunitario per la ricerca.
"Confidiamo nel fatto che anche la Commissione riveda la propria posizione, in quanto il Commissario competente Janez Potocnik, il Vicepresidente Verheugen [...], nonche' il Presidente Barroso hanno sempre espresso la volonta' di cooperare con il Parlamento e di dare ascolto alla sua voce, soprattutto in un ambito cosi' delicato", si legge in una dichiarazione rilasciata dagli onorevoli Peter Liese (Germania), Maria Martens (Paesi Bassi) e Hiltrud Breyer (Germania).

Fonte: Aduc (18/04/2005)
Pubblicato in Analisi e Commenti
Tag: finanziare, finanziamenti, staminali embrionali
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