Direttiva sul riciclaggio dei rifiuti tecnologici
Fra pochi mesi entrerà definitivamente in vigore la Direttiva Europea sui RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) che impone ai produttori di gestire e sostenere economicamente il
Fra pochi mesi entrerà definitivamente in vigore la Direttiva Europea sui RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) che impone ai produttori di gestire e sostenere economicamente il sistema di recupero, riciclaggio o smaltimento dei rifiuti tecnologici. Le aziende diventeranno responsabili della visibilità del proprio marchio e della data di immissione sul mercato dei propri prodotti, impegnandosi nella prevenzione ed investendo nella progettazione di hardware conforme ai principi di design ecologico.
Anche gli Stati membri dovranno dare il loro contributo garantendo entro il 2006 la possibilità, a tutti i nuclei familiari, di usufruire delle procedure per la raccolta differenziata.
Considerato che, secondo uno studio americano, nel 2007 ci saranno circa 500 milioni di PC da buttare e che solo nel 2002 in Italia sono state eliminate circa un milione di tonnellate di apparecchiature elettroniche tossiche, è comprensibile come questa nuova bomba ambientale dovrà essere affrontata seriamente e con urgenza.
In Europa, ogni cittadino produce in media circa 20 Kg. di spazzatura tecnologica all'anno, considerato che ormai un PC ha una vita media di circa quattro anni ed un telefonino addirittura di 18 mesi. Il 90 % va a finire nelle discariche rilasciando nell'atmosfera circa 50 tonnellate di sostanze nocive come mercurio, cadmio, piombo, ecc.
Nel nostro paese, già dal 1997 con il Decreto Ronchi, la disciplina per lo smaltimento delle apparecchiature elettriche ha catturato l'interesse di alcune aziende che, fiutando il business, hanno raggiunto fatturati che si aggirano intorno al milione di euro all'anno. Alcuni prodotti vengono rottamati recuperando materie prime come rame, alluminio, plastica, ecc., altri sono riciclati e reimmessi sul mercato. La Canon, la HP e la Lexmark, ad esempio, hanno presentato progetti che prevedono la distribuzione presso i propri rivenditori, di migliaia di kit di restituzione per la raccolta ecologica di tonnellate di rifiuti.
È anche vero, però, che molto si deve ancora fare per sensibilizzare l'opinione pubblica che preferisce ancora, purtroppo, dismettere questo tipo di rifiuti speciali in normali cassonetti. Nonostante ci siano normative specifiche non ancora applicate con regolarità e nonostante ci sia un notevole livello di disinformazione di cittadini e aziende, sta di fatto che nei prossimi anni dovranno essere raccolti circa 6 Kg. di rifiuti speciali per ogni cittadino europeo, che ogni apparecchiatura elettronica dovrà evidenziare un bollino che indicherà l'ubicazione per la raccolta differenziata. Molti comuni italiani, soprattutto al nord, si stanno attivando per la creazione di infrastrutture separate per la raccolta e il recupero delle diverse categorie di rifiuti e non è da scartare l'ipotesi di vedere in un futuro prossimo, contenitori per la raccolta differenziata di vecchi computers.
Fonte: (09/12/2003)
Pubblicato in Analisi e Commenti
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