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Nanoparticelle organiche


Sviluppata una nuova tecnica per creare particelle di materiale biologico

Un team di chimici dell’Università del North Carolina di Chapel Hill ha sviluppato un metodo per creare le più piccole particelle artificiali da usare per la somministrazione di farmaci e altri materiali organici nel corpo umano.
Adattando una tecnologia sperimentata dall’industria dell’elettronica per la fabbricazione di transistor, i ricercatori guidati da Joseph M. DeSimone sono riusciti a creare particelle con un’uniformità senza precedenti, in grado di trasportare materiale genetico, farmaci e altri composti di piccole dimensioni. Le particelle sono così piccole che possono essere progettate e costruite in modo da misurare solo cento nanometri in diametro.
“Attualmente vengono spesi miliardi di dollari sulle nanotecnologie e le nanoparticelle, - afferma DeSimone - ma il 99 per cento dei materiali studiati sono metalli e ossidi di metallo, che sono inorganici.
Il nostro metodo, invece, apre la strada all’unione fra materiali organici e nanotecnologie”. Lo studio è stato descritto in un articolo pubblicato online il 21 giugno sulla rivista “Journal of the American Chemical Society”.
Finora la maggior parte delle tecniche per creare nanoparticelle non era compatibile con materiali biologici e organici, in quanto richiedevano la cottura, l’incisione o la lavorazione di metalli robusti con solventi che avrebbero distrutto materiali organici più fragili, come geni o farmaci. Il nuovo metodo evita questo tipo di trattamenti ma consente comunque la formazione di particelle uniformi con la forma scelta dai progettisti: sfere, sbarre, coni, solidi trapezoidali, e così via. Il processo, battezzato “Particle Replication in Nonwetting Templates” (PRINT) è relativamente semplice e non richiede la creazione di pellicole o substrati che farebbero aggregare insieme le particelle anziché consentire la loro raccolta indipendente.
“Questa caratteristica - aggiunge DeSimone - distingue il nostro metodo dalla tradizionale litografia con silicio, vetro o quarzo, dove è difficile eliminare il materiale residuo fra gli oggetti”. Le particelle iniettate nel corpo possono essere rese biodegradabili: alcune sono state prodotte con lo stesso materiale usato per le suture chirurgiche.

Fonte: Le Scienze (29/06/2005)
Pubblicato in Analisi e Commenti
Tag: nano, print
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