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Le scansioni MRI potrebbero diventare un'efficace strumento di screening

Usando scansioni di risonanza magnetica (MRI) delle pareti cardiache, alcuni ricercatori del Johns Hopkins Medical Institute hanno scoperto che le persone il cui spessore della parete muscolare contiene oltre il 25 per cento di lesioni hanno circa nove volte più probabilità di risultare positive a un test per l'aritmia ventricolare. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista "Circulation".
I pazienti a rischio di aritmia spesso devono impiantarsi un defibrillatore cardiaco, un piccolo dispositivo che somministra una scossa elettrica per normalizzare il battito cardiaco nel caso in cui il cuore batta troppo rapidamente per pompare sangue a sufficienza per il resto del corpo.
Secondo i dati dei Centers for Disease Control and Prevention degli Stati Uniti, si stima che ogni anno oltre 400.000 americani muoiano per arresto cardiaco improvviso, il 30 per cento dei quali a causa di aritmia.
"Se ulteriori test confermeranno che le osservazioni del tessuto cicatrizzato con la MRI predicono con precisione il rischio di morte improvvisa dovuta ad aritmia, - afferma l'elettrofisiologo Henry Halperin, principale autore dello studio - questo potrebbe diventare il nuovo standard per determinare chi ha bisogno di un defibrillatore. Anche se attualmente sono disponibili esami per lo screening di pazienti con disturbi alle arterie coronarie, i test non sono così efficaci nell'identificare le persone più a rischio di aritmia".

Fonte: Le Scienze (14/11/2005)
Pubblicato in Medicina e Salute
Tag: cuore, lesioni, aritmia, MRI
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