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Occorre rendere più interessanti gli studi di scienza e tecnologia

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"I governi dell'OCSE devono compiere passi concreti per rendere più interessanti gli studi di scienza e tecnologia", hanno sottolineato le conclusioni di una recente conferenza internazi

"I governi dell'OCSE devono compiere passi concreti per rendere più interessanti gli studi di scienza e tecnologia", hanno sottolineato le conclusioni di una recente conferenza internazionale sul problema del calo delle iscrizioni degli studenti ai corsi di scienza e tecnologia (S&T).
L'incontro dell'OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) si è svolto ad Amsterdam (Paesi Bassi) e ha presentato i risultati quantitativi e qualitativi di uno studio concernente il calo degli studenti di materie scientifiche, che individua i fattori responsabili ed elabora raccomandazioni su come risolvere la questione.
Lo studio analizza i dati relativi al periodo 1985-2003 in 18 paesi dell'OCSE. Durante il periodo in esame, nei paesi oggetto dello studio si è verificata una diminuzione progressiva del numero di studenti con età compresa tra i 15 e i 19 anni che si sono iscritti a corsi di scienza e tecnologia. Tale evoluzione demografica non è tuttavia rispecchiata dal numero di studenti che hanno conseguito un diploma di istruzione secondaria superiore in S&T, che è relativamente stabile o - nella maggior parte dei casi - in ascesa.
Anche nei livelli di istruzione post-secondaria si è assistito, in questo arco di tempo, a un incremento generale in termini assoluti del numero dei nuovi iscritti all'università, dei laureati e dei nuovi studenti iscritti ai dottorati nelle discipline della S&T. Si è registrato un aumento anche nel numero dei laureati in S&T rispetto alla popolazione totale in età da laurea (dai 20 ai 24 anni).
La relazione sostiene tuttavia che questi due indicatori potrebbero mettere in secondo piano la tendenza al ribasso che riguarda il numero di iscritti ai corsi di matematica, fisica e chimica, una flessione che è stata compensata dal numero in costante ascesa degli iscritti a studi informatici nel medesimo periodo.
Questo preoccupante orientamento è rappresentato dalla diminuzione del numero di laureati in scienze fisiche, un calo che in alcuni paesi ha raggiunto addirittura il 30-50 per cento negli ultimi 10 anni.
Le donne, la cui percentuale nel numero totale di studenti di S&T è aumentata rispetto a quella degli uomini, sono tuttora sottorappresentate negli studi superiori di S&T, benché la relazione evidenzi importanti differenze tra i paesi studiati e anche tra le varie discipline. A titolo di esempio, le donne sono generalmente ben rappresentate nelle scienze della vita, ma non nell'ingegneria.
Passando agli studenti stranieri, la mobilità internazionale degli studenti è raddoppiata nell'arco degli ultimi 20 anni, e il numero degli stranieri nelle discipline di S&T è aumentato più rapidamente di quello degli studenti non stranieri, in particolar modo a livello di dottorato.
Lo studio conclude che sia le donne sia gli stranieri rappresentano un'ampia riserva non ancora sfruttata di potenziali studenti e professionisti in campo scientifico, e i piani d'azione intesi a capovolgere la tendenza al ribasso del numero degli iscritti alle S&T dovrebbero integrare sistematicamente azioni concrete indirizzate a tali gruppi.
Un'altra tendenza preoccupante messa in luce dalla relazione è il numero elevato di insegnanti e ricercatori che andranno in pensione nei prossimi anni, e la carenza di matematici, fisici e chimici disponibili per sostituirli.
Nel tentativo di comprendere i fattori che sottendono a tale tendenza negativa, la relazione sottolinea la percezione negativa dei professionisti della S&T e delle loro carriere da parte dei giovani, che spesso dimostrano di avere opinioni stereotipate. Le conclusioni della conferenza raccomandano pertanto la diffusione di informazioni accurate ai giovani, ad esempio mediante il contatto diretto con professionisti veri, al fine di controbilanciare tali stereotipi negativi.
In aggiunta a ciò, i programmi di studio della S&T sono spesso poco flessibili e obsoleti, e il loro contenuto andrebbe conseguentemente aggiornato per renderlo più pertinente alla società moderna. I partecipanti hanno convenuto che una maggiore flessibilità dei programmi di studio determinerebbe un ritorno degli studenti ai corsi di S&T ai vari livelli del processo di istruzione, invece di provocarne l'esclusione definitiva dopo l'abbandono degli studi in scienza e tecnologia o in seguito a un'interruzione del loro programma di studi.
L'assenza di formazione adeguata nel campo della S&T per alcuni docenti dell'istruzione primaria e secondaria fa inoltre sì che gli studenti decidano di non proseguire gli studi in questi ambiti. A livello di istruzione post-secondaria, talvolta le competenze pedagogiche necessarie sono carenti, soprattutto perché la valutazione degli accademici si basa in genere sul loro lavoro di ricerca anziché sulla rispettiva capacità di trasmettere la conoscenza. Occorrerebbe mettere a disposizione risorse e incentivi che favoriscano la formazione integrativa per tutta la carriera di docenza, hanno sottolineato le conclusioni.
Nel febbraio 2006 verrà pubblicata una relazione a livello politico, che conterrà le conclusioni e le raccomandazioni di tutto lo studio svolto dal Forum mondiale della scienza dell'OCSE sull'istruzione in campo scientifico, compresi i risultati della conferenza in oggetto.
Per maggiori informazioni consultare:
http://www.caos.nl/ocw/programme.html

Fonte: Cordis (30/11/2005)
Pubblicato in Analisi e Commenti
Tag: OCSE, studi
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