Resveratrolo sarebbe in grado di contrastare la replicazione virale
E’ nascosto nelle piante (in particolare in certi tipi d'uva) l’antivirale del futuro? Uno studio pubblicato sul Journal of Infectious Diseases farebbe balenare questa possibilità. La ricerca è st
E’ nascosto nelle piante (in particolare in certi tipi d'uva) l’antivirale del futuro? Uno studio pubblicato sul Journal of Infectious Diseases farebbe balenare questa possibilità. La ricerca è stata condotta da un gruppo di ricercatori italiani dell’Istituto Superiore di Sanità, guidati dal loro direttore Enrico Garaci , in collaborazione con esperti delle università di Roma La Sapienza e Tor Vergata e del Consiglio Nazionale delle Ricerche. La loro sperimentazione attribuisce interessanti proprietà antivirali al resveratrolo, una sostanza sintetizzata da oltre 72 vegetali. IL MECCANISMO - I virus, una volta entrati in una cellula, hanno bisogno di fondere il proprio materiale genetico con quello cellulare per ottenere la sintesi delle proteine necessarie alla costruzione di diverse copie di «se stessi». Secondo lo studio condotto dai ricercatori italiani con un virus influenzale comune, il resveratrolo agirebbe sulla protein-chinasi, un enzima necessario all’ultimo passaggio della replicazione, cioè all’assemblaggio delle proteine.
«Tuttavia è possibile che l’effetto osservato nei topi infettati, dove c’è stata una significativa riduzione della mortalità rispetto a quelli non trattati con resveratrolo, sia dovuta anche ad altre azioni oltre a questa» precisa il professor Carlo Grassi, professore emerito di pneumologia all’università di Pavia. «Del resveratrolo sono note da tempo, infatti, le proprietà antiossidanti, e anche una certa azione antinfiammatoria» . «Questa», prosegue l’esperto, «può essere dovuta a una sua azione inibitoria su diverse citokine, cioè mediatori chimici che alimentano i fenomeni infiammatori, e in particolare a una sua effetto su NF-kB , una sostanza responsabile della sintesi di proteine pro-infiammatorie, verso la quale il reveratrolo ha dimostrato di essere addirittura più attivo del cortisone». «Beninteso», precisa Grassi, «ciò non significa che il resveratrolo sia un antinfiammatorio più potente del cortisone, ma vista la sua potente attività a questo livello molecolare è possibile ipotizzare che l’azione antinfluenzale sugli animali possa essere dovuta non solo all’inibizione della protein-chinasi ma anche all’azione antinfiammatoria, nonché a quella antiossidante, già nota da tempo». INFLUENZA - Ma può avere un’azione reale contro l’influenza? «Per ora si può dire che ha le caratteristiche per candidarsi a studi clinici sull’uomo, che quasi certamente verranno condotti» chiarisce Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università di Milano. «Quando questi saranno finiti si saprà se sarà diventato un vero farmaco antivirale. Per ora si può solo dire che in qualche caso può essere considerata l’opportunità di ricorrere nei soggetti più vulnerabili eventualmente a un integrazione alimentare per brevi periodi (15-30 giorni) nella stagione dell’epidemia influenzale. Putroppo, invece, è illusorio pensare di poter raggiungere lo stesso obiettivo con il vino, perché bisognerebbe berne talmente tanto che i danni supererebbero di gran lunga i vantaggi».
Approfondimenti: NF-kB
Fonte: (08/02/2006)
Pubblicato in Biochimica e Biologia Cellulare
Tag:
resveratrolo,
antivirale,
virus
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