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Bene la ricerca ma non il sistema
Mille giovani italiani intervistati dal Cnr temono ingerenze della politica e del mercato nelle attivitą scientifiche
Fiducia nella scienza, ma sfiducia nel sistema ricerca, paura di ingerenze della politica e del mercato nelle attivitį scientifiche specie per le applicazioni tecnologiche. E, sorpresa, a preferire la ricerca scientifica come mestiere sono le femmine pił dei maschi. Č questo lo scenario del mondo della scienza per i giovani italiani secondo un'indagine svolta dal Consiglio Nazionale delle Ricerche su mille tra studenti e studentesse di tre grandi cittį italiane: Bologna, Roma e Napoli. «Dall'indagine emerge un'immagine non stereotipata delle riflessioni di ragazzi e ragazze intorno alla scienza» commenta Adriana Valente dell'Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali (Irpps) «Partecipazione e consapevolezza della scienza», condotto in collaborazione con il British Council e la Fondazione Rosselli al fine di promuovere un dibattito pubblico tra studenti di scuola superiore e universitį ed esperti. Nelle domande su chi dovrebbe partecipare al processo decisionale sull'uso delle applicazioni della ricerca, la maggioranza degli intervistati ritiene che spetti soprattutto alla comunitį scientifica, mentre raccoglie risultati modesti la classe politica.
«Un risultato -conclude Valente- in linea con una precedente indagine dell'Irpps, in cui la professione di scienziato veniva considerata la pił importante soprattutto dalle ragazze, mentre i ragazzi gli avevano anteposto, seppur di poco, quella di imprenditore». «Ciņ che emerge, sia nei maschi che nelle femmine» prosegue Valente, «é fiducia nella comunitį scientifica, ma insieme a una diffusa preoccupazione sul funzionamento del sistema ricerca, sul rispetto per i valori umani e sociali, sulle ingerenze della politica e del mercato, sulle applicazioni scientifiche».
IL METODO - Coinvolti attraverso un questionario, i circa 1.000 studenti e studentesse intervistati dal Cnr appartengono a diversi tipi di istituti, estratti a caso in tre cittį, e hanno risposto a quesiti differenziati. A Bologna il tema sottoposto ai ragazzi č stato quello relativo agli organismi geneticamente modificati, a Roma sono ste trattate le problematiche relative alle onde elettromagnetiche e all'elettrosmog, mentre a Napoli le deomande hanno riguardato l'esplorazione dello spazio. Nelle tre indagini, sottolinea il Cnr, le differenze di genere tra ragazze e ragazzi non sono significative, se non per la maggiore attenzione femminile verso i fattori di rischio e i valori umani e sociali.
I RISULTATI - «Al quesito sulla velocitį del progresso scientifico la maggioranza sia dei ragazzi (52,8%) che delle ragazze (60,6%) -spiega la ricercatrice dell'Irpps-Cnr- si č pronunciata a favore di uno sviluppo meno veloce delle applicazioni delle scoperte scientifiche e tecnologiche, compensato da una maggiore ponderazione dei risultati e dei rischi prevedibili». «Un'esigenza -prosegue Adriana Valente- avvertita soprattutto dalle ragazze, in particolare per gli ogm (71% delle femmine contro 44,4% dei maschi) e quando si parla di spazio (63,8% delle ragazze contro 52,3% dei ragazzi) mentre per l'elettrosmog i valori sono vicini per i due sessi (rispettivamente 56,8% e 53,4%)».
Emerge comunquesfiducia verso il ruolo autonomo della scienza, un'immagine ridimensionata del suo potere decisionale nella societį e un'accettazione razionale delle influenze dell'economia sul mondo scientifico».
Fonte: (07/03/2006)
Pubblicato in Analisi e Commenti
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