Italiani scoprono l'azione degli antidepressivi
Ricercatori italiani negli Stati Uniti hanno scoperto il vero meccanismo d'azione degli antidepressivi piu' usati, gli inibitori selettivi della ricaptazione (sequestro) della serotonina (SSRI
Ricercatori italiani negli Stati Uniti hanno scoperto il vero meccanismo d'azione degli antidepressivi piu' usati, gli inibitori selettivi della ricaptazione (sequestro) della serotonina (SSRI), farmaci quali fluoxetina (prozac) e paroxetina (paxil) . Finora si riteneva che questi farmaci antidepressivi agissero principalmente aumentando la serotonina nel cervello. Secondo gli esperimenti condotti da Graziano Pinna in collaborazione con Alessandro Guidotti ed Erminio Costa del Department of Psychiatry presso la University of Illinois, Chicago, i farmaci SSRI alle dosi usate in clinica agirebbero stimolando la produzione di ormoni con importantissime funzioni nel cervello, chiamati neurosteroidi. L'impatto della scoperta, pubblicata sulla rivista Psychopharmacology, e' ''notevole nel campo della depressione e sicuramente influenzera' il disegno di nuovi farmaci antidepressivi che, al contrario di come e' successo finora, verranno sviluppati per la loro abilita' di aumentare i neurosteroidi piuttosto che per i loro effetti secondari sulla serotonina'', ha dichiarato Pinna. Dopo piu' di 40 anni di ricerca, quindi, l'ipotesi secondo cui i farmaci antidepressivi esplicherebbero i loro effetti benefici attraverso l'aumento di serotonina, noradrenalina e dopamina nel cervello, non e' piu' valida. ''Abbiamo suggerito quindi un nuovo nome per i 'selective serotonin reuptake inhibitors' (SSRI), chiamandoli 'stimolanti selettivi della steroidogenesi del cervello' (SBSS o 'selective brain steroidogenic stimulants)' - ha proseguito entusiasta l'esperto - basato sul nuovo meccanismo d'azione che abbiamo scoperto''. Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina devono il loro nome al loro presunto meccanismo d'azione: si pensava agissero mantenendo alte le concentrazioni di serotonina, il neurotrasmettitore del buon umore, nelle giunzioni di comunicazione tra neuroni (sinapsi).
Ma secondo gli studi di Costa e Pinna questo non sarebbe che un meccanismo secondario della loro azione antidepressiva. I veri attori degli effetti antidepressivi dei SSRI sarebbero invece i neurosteoridi. Gli scienziati italiani hanno svolto una serie di esperimenti per valutare la capacita' di diversi derivati della fluoxetina di aumentare sia i livelli di neurosteroidi sia quelli di serotonina. E' emerso che a dosi troppo basse per aumentare la serotonina, fluoxetina e i suoi derivati sono capaci di aumentare i livelli di neurosteroidi e di ridurre aggressivita' ed ansia. Le concentrazioni di questi farmaci necessarie per aumentare la serotonina sono circa 50 volte superiori a quelle sufficienti ad aumentare i neurosteroidi e ridurre ansia e aggressivita', ha spiegato Pinna. ''I nostri dati, pertanto, dimostrano che l'azione sui neurosteroidi da parte di questi farmaci e' molto piu' sensibile di quella che queste stesse sostanze hanno sulla serotonina - ha proseguito Pinna - spiegandone il vero meccanismo d'azione''. L'impatto di questi risultati e' enorme: molecole capaci di aumentare i livelli di neurosteroidi nel cervello, ma che invece non modificano i livelli cerebrali di serotonina, rappresentano una nuova classe di composti su cui progettare in un prossimo futuro nuovi farmaci per il trattamento di ansia, disordini affettivi e dell'umore, disforia, aggressivita', e della depressione.
Fonte: (14/03/2006)
Pubblicato in Analisi e Commenti
Tag:
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italia,
depressione
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