L'Italia della conoscenza
Il comunicato per la manifestazione del 30 Marzo per la ricerca
"Chiacchiere e distintivi" nella ricerca italiana, la comunità scientifica manifesta per un cambiamento serio dopo anni bui e difficili (gli scienziati italiani per l'ITALIA DELLA CONOSCENZA)
E' al corrente l'opinione pubblica che negli ultimi 5 anni il finanziamento agli enti di ricerca si è ridotto di una frazione spropositata: oltre il 20%? E' al corrente che nello stesso periodo un blocco di 4 (QUATTRO!!) anni nelle assunzioni in questi enti ha sbarrato le porte ai giovani? Sa che nessuno tra i presidenti (di nomina politica) ha mai posto su quest'ultimo punto alcuna obiezione ufficiale ai ministri competenti? Sa l'opinione pubblica che le riforme del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) o dell'INAF (Istituto Nazionale di AstroFisica) hanno disegnato articolazioni organizzative, gerarchiche e accentratrici, somiglianti più a Caserme militari che a moderne aziende (ovviamente , entrambi modelli inadeguati per la ricerca)?
L'opinione pubblica non sa tutto questo perché in questi anni abbiamo assistito a pubbliche dichiarazioni e a lunghe interviste del ministro Moratti e dei presidenti degli enti da lei nominati in cui si esaltavano le nuove sorti della ricerca italiana. Il presidente del CNR mentre distribuisce fondi ordinari del tutto insufficienti agli istituti di ricerca, va alla radio o in tv a magnificare le mirabolanti novità del nuovo CNR. Chiacchiere, molte chiacchiere per l'appunto. Ma contemporaneamente i distintivi dei presidenti-commissari entrano in azione e implementano lo spoil system, destrutturano la rete di ricerca, aumentano la burocrazia, sostituiscono progetti con "commesse", accentrano funzioni e poteri, cartolarizzano le proprietà con fatica acquisite nel tempo.
La comunità scientifica che in questo Paese ha sempre lavorato in situazioni difficili ha assistito incredula allo show di questi anni e oggi proprio non ne può più (abbiamo anche provato non solo noi come Osservatorio, ma in tanti soggetti, comitati spontanei, associazioni e sindacati- ad aprire un dialogo e ad affermare principi ma, nonostante l'accordo della base, senza alcun reale risultato). Di fronte all'improvvisa accelerazione di trasformazioni (in particolare nel CNR) per mettere al sicuro un po' di nomine e una devastante ristrutturazione della rete di ricerca (basata non su valutazioni di produttività scientifica che pure è di indubbio rilievo e anzi d'eccellenza viste le risorse umane ed economiche- ma su valori tecno-burocratici) questa comunità ha deciso di scendere in piazza e di dichiarare la propria contrarietà a questo metodo di chiacchiere e distintivo.
Si potrà dire che a pochi giorni dalle elezioni politiche, questo atto potrebbe essere interpretato come un atto politico, una scelta di campo strumentale.
E' proprio quanto la comunità scientifica intende fare! Se il nostro lavoro non è stato sufficiente, se la credibilità di una comunità vessata e pur tuttavia produttiva non riesce a contare, useremo come strumento la piazza. La piazza per esprimere con serietà, dignità ma anche determinazione il nostro punto di vista, negato in questi anni di lunghe interviste ai presidenti-commissari-sceriffi del "tutto va meglio". Un atto politico. E anche una scelta di campo definitiva: a favore della ricerca!
Parlare chiaro e forte alla politica per respingere metodi e procedure che nulla hanno a che fare con il governo della ricerca e della scienza. Dichiarare a chi governerà dopo il 10 di aprile che la ricerca deve essere messa nelle condizioni di esprimere le sue enormi potenzialità rispettando alcuni principi essenziali come l'autonomia scientifica, un finanziamento adeguato, l'integrazione delle giovani generazioni. E che chiunque vinca bisognerà affermare immediatamente e senza cedimenti questo cambio di strategia: via tutti gli sceriffi e meno chiacchiere!
Il contrario delle chiacchiere significa tenere nel giusto conto i rapporti tra ricerca e cittadini: diffondere seriamente cultura scientifica, rendere trasparenti i bilanci degli enti e le ricerche condotte. E soprattutto non raccontare il contrario di quanto si fa realmente.
La comunità scientifica ha il dovere di contribuire all'Italia della conoscenza. Anche per questo manifesterà il prossimo 30 marzo a Roma sotto il CNR di piazzale Aldo Moro alle 10.30. Da tutta Italia si stanno organizzando ricercatori, scienziati, operatori di ricerca per essere presenti a questa iniziativa.
Redazione (27/03/2006)
Pubblicato in Analisi e Commenti
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