Aumento adesioni per manifestazione per Ricerca Italiana
Il comunicato stampa degli organizzatori per il prossimo 30 Marzo
Le ADESIONI all'iniziativa sono arrivate a circa 28.000 (tanti sono i messaggi inviati all'Osservatorio sulla Ricerca con la scritta "solidarizzo", ma in molti hanno ritenuto di solidarizzare aggiungendo lunghe e sentite testimonianze). Le PARTECIPAZIONE ATTESA è del numero delle MIGLIAIA: scienziati, studiosi, operatori della ricerca provenienti dalla Lombardia e dalla Basilicata, dall'Emilia e dalla Calabria (a Cosenza un pullman partirà alle 4.00 di mattina), dalla Puglia e dalla Liguria, per non parlare della Toscana e della Campania, addirittura qualcuno arriverà dalla Sicilia. Verrano a sostenere l'iniziativa: ADU, ANDU, ANPRI, CNRU, FLC-CGIL, Manifesto dei Ricercatori del CNR, UDU, Usi/RdB, Sindacato Nazionale Scrittori. Saranno presenti tra gli altri scienziati e studiosi del calibro di Carlo Bernardini, Tullio De Mauro, Giunio Luzzatto, Franco Pacini, Giorgio Parisi, Luciano Pietronero. Tra le adesioni illustri la cui presenza e' però impossibilitata: Tullio Regge e Guido Martinotti. NON saranno in piazza per chiedere un aumento di stipendio (i ricercatori italiani sono i peggio pagati d'Europa) o per un rinnovo contrattuale (che pure per il personale degli enti di ricerca e' scaduto da oltre 4 anni e ancora non e' stato firmato), NON per chiedere qualcosa che riguardi la categoria (legittimamente si sciopera e si fanno manifestazioni con questo genere di rivendicazioni). No. Gli studiosi e scienziati scenderanno domani in piazza in tanti e con tanto clamore PER DARE UNA SPERANZA al Paese. Per chiedere che il Paese si riappropri delle proprie chance di sviluppo, che possa mantenere aperta la via del progresso non solo economico, ma anche sociale, culturale e civile. Il PARADOSSO di questa manifestazione e' che gli scienziati sono costretti a chiedere quanto ogni giorno viene asserito da tutti i politici, dalle forze produttive, dalle autorevoli firme di tutti i giornali, di destra e di sinistra, di centro-destra e di centro-sinistra: CHE LA RICERCA ABBIA PRIORITA' NELLE STRATEGIE del Paese e SIA MESSA NELLE CONDIZIONI di POTER ESPRIMERE AL MEGLIO le proprie potenzialità. Eppure sembra che questo concetto così semplice e fondamentale SI DISSOLVA IMPROVVISAMENTE NELL'AGIRE POLITICO, perda la sua forma e consistenza e si ritraduca nella solita prassi italiana del procediamo a tentoni, nella azione-reazione delle procedure quotidiane, nei VIZI DEL CONTROLLO E DELLA CLIENTELA.
Si DISPERDA cioè l'orizzonte ampio che la strategia della "RICERCA AL CENTRO DEL SISTEMA" pretende di avere. Ecco perché gli scienziati sono costretti ancora una volta a chiedere che l'impegno della politica sia serio e duraturo. Che non si percorrano le strade intraprese dalla MORATTI di: - ESCLUDERE I GIOVANI dal sistema della ricerca (4 anni di blocco delle assunzioni); - che non si RIDUCANO GLI SPAZI DI AUTONOMIA ai ricercatori (bene primario per rendere realmente di valore la qualità del lavoro intellettuale) - che non si amministrino le organizzazioni di ricerca per sistemare nei punti chiave i propri uomini di fiducia (SPOIL SYSTEM) ma che valga il principio del merito scientifico; - che si alimenti con SUFFICIENTI RISORSE il sistema della conoscenza (il definanziamento attuale e' uno scandalo senza precedenti persino per l'Italia); - che l'idea di mettere la ricerca al servizio del Paese significa di fatto non trovare scorciatoie del tipo AZIENDALIZZAZIONE delle istituzioni di ricerca e ABBANDONO della ricerca di base (mentre in tutto il mondo c'e' un recupero di valore della ricerca fondamentale proprio per avere i massimi risultati sulle ricadute); - che si dica la VERITA al paese ed agli scienziati, senza numeri finti, finanza "creativa", e proclami altisonanti. Da sempre c'e' una DIFFICOLTA' DELLA POLITICA ad intercettare le istanze della ricerca, ma in questi 5 anni si e' assistito all'esatto contrario dell'affermazione di questi principi basilari, mascherando oltretutto questa azione dissennata con grandi discorsi di rilancio e giochi di prestigio (chiacchiere come le abbiamo definite in un precedente comunicato). E' per questo che il popolo della ricerca scende in piazza. E decide di ritrovarsi sotto il CNR perché in questo ente il presidente Pistella ha SEGUITO ALLA LETTERA e con particolare zelo gli intendimenti politici del ministro: burocratizzazione, accentramento, riduzione delle autonomie, ma anche atteggiamenti arroganti e di provocazione nei confronti della comunità scientifica (mai smentita l'intervista a "il Tempo" di Roma in cui esplicitamente dichiarava "poi caccio via qualche direttore ..." ed in effetti è con questo tono che si rivolgeva alla comunità di riferimento). Inoltre, con un colpo di mano finale (ignorando le prerogative del Consiglio scientifico generale del CNR) si sta tentando in questo ente di ridefinire in fretta e furia la rete di ricerca (nomina di 67 nuovi direttori) e di determinare un processo di avanzamento nella organizzazione gerarchica difficilmente recuperabile. Ma la manifestazione di domani PARLERA' A TUTTO IL PAESE -alle sue forze politiche- di TUTTA la ricerca pubblica in una CHIAVE COSTRUTTIVA E DI SPERANZA. Il popolo della ricerca lancia una sfida che e' UN'OPPORTUNITA' STRAORDINARIA. Toccherà alla politica e alla società italiana mostrare di saperla cogliere.
Redazione (29/03/2006)
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Italia
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