Fabio Mussi, Ministro Università e Ricerca, apre alla ricerca su staminali
Veronesi: Buon debutto per il governo, la scienza è base per lo sviluppo
L'Italia cambia linea in merito alla sperimentazione sugli embrioni, apre alla ricerca e scoppiano le polemiche. Il dibattito si rianima dopo la decisione del ministro per la Ricerca, Fabio Mussi, di ritirare, a Bruxelles, la pregiudiziale etica italiana sulla ricerca, voluta da Germania, Polonia, Slovenia, Austria e Malta. Con il precedente governo, l'Italia aveva firmato una dichiarazione contraria alla ricerca sulle staminali, mentre Mussi ha annunciato che il nostro Paese "su questo ha cambiato posizione. Naturalmente - ha aggiunto - la legge resta in vigore" anche se "spero che venga cambiata".
Sulla decisione piovono le critiche della Cdl. E anche all'interno dell'Unione si registrano posizioni diverse. Così, mentre il ministro delle Politiche comunitarie Emma Bonino plaude all'annuncio, e quello per la Famiglia Rosy Bindi lamenta di non essere stato informato, il presidente dell'Udc Rocco Buttiglione intima a Mussi di cambiare posizione, altrimenti la Cdl presenterà al Senato una mozione di sfiducia individuale contro di lui.
L'annuncio arriva da Bruxelles, durante una conferenza stampa di Mussi e Bonino a margine del consiglio Ue sulla competitività. Il ministro per la Ricerca osserva che la proposta di dichiarazione etica (avanzata lo scorso 29 novembre dall'Italia e da altre delegazioni) "rappresentava una pregiudiziale contraria: oggi - aggiunge - mi sono permesso di annunciare il ritiro dell'adesione italiana a tale dichiarazione", una "correzione" rispetto a quanto fatto dal governo precedente.
Due i punti chiave della decisione: "Il rispetto delle legislazioni" degli altri Paesi dell'Unione europea, e la scelta di "cogliere l'opportunità per un uso controllato delle staminali ai fini della ricerca" evitando che l'Italia abbia "una posizione di chiusura totale alla sperimentazione".
Numerose, e accese, le reazioni.
La nuova posizione dell'Italia in ambito europeo rappresenta, per alcuni scienziati impegnati nel settore, un segnale importante. "Il governo debutta molto bene rispetto alla scienza e alla ricerca che sono alla base dello sviluppo del Paese" commenta l'ex ministro e oncologo Umberto Veronesi. Ma sul piano politico, Forza Italia, Alleanza nazionale e Udc non la pensano esattamente allo stesso modo.
Gianni Alemanno chiede che Mussi riferisca in Parlamento, Domenico Di Virgilio - responsabile del dipartimento di Bioetica di Fi - parla di "un atto grave e contrario a una legge dello Stato italiano". Commenti anche dall'interno del governo: "Non ho motivo di dubitare che si tratti di una decisione collegiale anche se non ne sono stata informata" rileva Rosy Bindi, che precisa: "Quando ho parlato di possibili modifiche alla Legge 40 ho escluso un intervento legislativo da parte dell'esecutivo e ho solo fatto appello alla responsabilità del Parlamento ad affrontare alcune questioni ancora aperte".
Boccia la scelta di Mussi la senatrice della Margherita Paola Binetti, ex presidente dell'associazione "Scienza e vita": accusa il ministro di aver agito "da solo, per giunta in sede comunitaria", sollecita Romano Prodi ad "assumere il suo ruolo di presidente del governo" e auspica che "sulla ricerca si trovi una sintesi fra le diverse posizioni dei singoli ministri".
E se la delegazione socialista del Parlamento europeo plaude all'apertura di Mussi, il Ppe - in particolare la componente di Fi con Antonio Tajani - si dice contrario alla decisione del ministro. Infine, Maurizio Gasparri, di An, che definisce quello di Prodi "un governo di cani sciolti" e chiede al presidente del Consiglio di "chiarire al più presto la posizione del governo".
Redazione (31/05/2006)
Pubblicato in Analisi e Commenti
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