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Giordano: la ricerca ostaggio della politica
“Sono stato più volte contattato e adulato dalle istituzioni regionali, ma quando ho chiesto di rimanere indipendente dalla politica, nessuno mi ha appoggiato. Qui la politica, purtroppo, decide sulla
“Sono stato più volte contattato e adulato dalle istituzioni regionali, ma quando ho chiesto di rimanere indipendente dalla politica, nessuno mi ha appoggiato. Qui la politica, purtroppo, decide sulla Sanità e sulla ricerca”. Chiara l’accusa del ricercatore napoletano Antonio Giordano, da anni negli Usa, responsabile dello Sbarro Health Research Organization a Filadelfia e Professore Ordinario di Anatomia Patologica nell’Università degli Studi di Siena. Riconosciuto a livello internazionale come una delle menti più acute nel settore scientifico, nel ’93 è diventato presidente e fondatore dell’istituto di ricerca statunitense, voluto dal mecenate italo americano Mario Sbarro, nel ’95 è stato insignito del premio Irving J.Selikoff per la ricerca sul cancro, da dieci anni fa parte del “Who’s Who nel Mondo” e dal 2001 è Cavaliere della Repubblica Italiana.
Giordano è il promotore di una nuova fondazione, la “European Health Foundation”, per la ricerca oncologica, che sorgerà a luglio in Umbria e presto avrà sede anche a Napoli. “Ci porremo come alternativa ai grandi istituti di ricerca nazionali, come quello di Umberto Veronesi – spiega lo scienziato 40enne al quale si deve la scoperta di due “guardiani” del genoma umano, i geni CDK9 e CDK10 e di una delle più importanti conquiste degli ultimi anni nel campo della lotta contro il cancro: l’individuazione e la clonazione nel ’93, di un nuovo gene oncosoprressore, l’RB2/p130, che controlla la corretta replicazione del Dna, prevedendo essenzialmente l’insorgenza del cancro-.
“Il sistema italiano, in particolare quello della Campania, per motivi politici, finisce col finanziare sempre le stesse persone, gli stessi istituti di ricerca. Così non c’è concorrenza e quindi non c’è sviluppo. Gli enti regionali mi hanno sempre chiamato solo perché prestassi la mia immagine, poi al momento di fare le cose concrete nulla si è portato a termine”.
Abituato al sistema statunitense – il mese scorso la Pennsylvania ha stanziato 6 milioni di dollari per trasferire negli ospedali, le tecnologie del suo centro, in un progetto di prevenzione contro il tumore alla mammella – Giordano per il suo progetto in patria, non ha ricevuto alcuni finanziamento pubblico. E’ la Banca Popolare di Spoleto ad avergli messo a disposizione una tenuta in Umbria come sede e svariati milioni di euro per cominciare il lavoro. “Ho già contattato alcuni giovani ricercatori napoletani” aggiunge Giordano. Amo la mia città e le mie radici e sto lavorando affinché non si parli più di fuga dei cervelli. Anch’io sono stato accusato di essermene andato colpevolmente da Napoli, ma qui, purtroppo, non avrei fatto quello che invece ho fatto negli Usa. Spesso quest’argomento diventa un alibi per la politica, lo Stato e l’intera gestione dell’apparato sanitario. Nella ricerca italiana manca trasparenza, meritocrazia e controllo. Questi invece saranno i punti di partenza della nuova fondazione, che vorrei avvicinare alla gente”. Oltre allo scienziato napoletano, nel consiglio di amministrazione c’è anche la napoletana Maria Castellano. L’avvocato che già lavora allo Sbarro Health Research Organization, si occuperà di stabilire la collaborazione tra la fondazione e le università italiane, sia per lo scambio di informazioni e di ricercatori (sono già 50 i collaboratori di Giordano, tra questi molti sono campani) che di sviluppo delle biotecnologie”. La nuova fondazione sarà presentata nella prima decade di luglio a Spoleto nell’ambito della nota kermesse internazionale “Il Festival dei due mondi”.
Fonte:
Alessandra Barone
Corriere del Mezzogiorno
Redazione (19/06/2006)
Pubblicato in Analisi e Commenti
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