Il bilancio del 2006 nella ricerca contro il cancro
Terapie più mirate, farmaci preventivi, vaccini e la scoperta delle staminali tumorali: è la nuova sfida per la lotta al cancro
Il 2006 è stato un anno fondamentale per la lotta contro il cancro. E' Umberto Veronesi a tracciarne il bilancio. Vi è stata una svolta non tanto dovuta alla scoperta di rimedi rivoluzionari, ma piuttosto al perfezionamento di una strategia che nel corso degli ultimi anni è stata affinata sempre di più, con strumenti sempre più efficaci. “Circoscrivere il bersaglio”, è la frase che meglio riassume questa strategia che mira a colpire la malattia nei suoi centri vitali, preservando il più possibile gli organi, i tessuti e le cellule sane. Per quanto riguarda le novità in campo farmacologico, sono stati creati nuovi farmaci “intelligenti” che hanno l’obiettivo di riportare le cellule tumorali alla normalità. Intervengono cioè sui geni alterati responsabili dello sviluppo del tumore: agiscono sugli elementi, geni e proteine, che regolano le funzioni della cellula, per riportarle ad un comportamento normale. Alcuni di questi farmaci sono già in utilizzati: il Glivec, l’Avastin e l'Hercerptin sono utilizzate nella cura di alcuni tipi di tumore in tutto al mondo. Nei prossimi cinque anni saranno a disposizione un numero di terapie molecolari tale da riuscire a ridurre drasticamente l’utilizzo delle cure chemioterapiche più tossiche, sostituite da terapie mirate e personalizzate. Più aumentano le conoscenze riguardo i singoli tumori più si mette a punto un arsenale terapeutico contro le sue unicità e specificità nel singolo organismo. Inoltre la strategia mirata a circoscrivere il bersaglio sta rivoluzionando anche la radioterapia, destinata a sviluppare ulteriormente la metodologia intraoperatoria: questa tecnica già perfezionata per il tumore al seno, nei prossimi anni verrà applicata ad altri tumori. La chirurgia inoltre si sta perfezionando nelle direzione della mininvasività e si vedrà in futuro un sempre più largo impiego della robotica.
I vantaggi di questa tecnologia avanzatissima sono importanti per i pazienti: incisioni minime grazie ai bracci robotici guidati dal chirurgo attraverso la consolle, maggiore precisione e risparmio di tessuti sani, riduzione del dolore. Già in uso per il trattamento di alcuni tumori come quello della prostata, il robot verrà utilizzato, a partire dallo IEO (Istituto Europeo di Oncologia di Milano), in ginecologia, in gastroenterologia e in chirurgia toracica. Altro aspetto decisamente importante: sono sempre di più i casi in cui è possibile calibrare la cura sul grado di risposta dell’organismo e controllarne gli effetti con estrema precisione. Un esempio è il test CEC (Circulating Epitelial Cells) - recentemente messo a punto allo IEO - che, attraverso un semplice esame del sangue, determina l’efficacia delle terapie antiangiogenetiche, quelle cioè che hanno l’obiettivo di ridurre la massa tumorale bloccando la formazione di vasi sanguigni che portano il sangue al tumore per nutrirlo. Questo test permette così di modulare le dosi in base alla risposta individuale al farmaco. La conoscenza sempre più dettagliata dei meccanismi molecolari che danno origine al processo di formazione del tumore permette alla ricerca di accettare anche la sfida più grande: quella di curare il cancro ancora prima che si manifesti. E' appunto sul fronte della farmacoprevenzione che ci si aspetta importanti sviluppi: questa area della ricerca è impegnata a trovare sostanze in grado di impedire la trasformazione di una cellula da sana in una neoplastica. Ad esempio per il tumore del seno sarà avviato un grande studio clinico con l’obiettivo di confermare la proprietà della vitamina A di bloccare la cancerogenesi del tumore del seno nelle pazienti giovani. I risultati di una prima ricerca, pubblicati nel maggio 2006, dimostrano infatti che la vitamina A (o Fenretinide) riduce del 50% l’incidenza del tumore del seno nelle donne sotto i 40 anni e del 40% in quelle non ancora in menopausa. Altra strategia preventiva che prenderà concretezza nel 2007 è quella dei vaccini. In particolare anche in Italia verrà avviato un programma sperimentale per la vaccinazione contro il Papilloma virus, causa principale del tumore del collo dell’utero. La grande sfida dell’oncologia molecolare nei prossimo cinque anni è rappresentata dalle cellule staminali tumorali, quelle cellule tumorali più indifferenziate delle altre che sono in grado di alimentare la proliferazione del tumore e di formarne un secondo in organi o tessuti diversi da quelli d’origine. Se si riuscirà a colpire queste cellule con farmaci specifici si potrà distruggere il tumore alla radice e impedirgli di produrre il vero pericolo mortale connesso con il cancro: le metastasi. A questo proposito un’équipe tutta italiana alla fine di quest'anno è riuscita ad ottenere l’identificazione delle staminali tumorali del carcinoma del colon.
Redazione (03/01/2007)
Pubblicato in Cancro & tumori
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