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Rivelata la funzione di un gene coinvolto nella regolazione della pressione sanguigna

Medico controlla pressione arteriosa


Un'équipe di scienziati britannici ha individuato la struttura e la funzione di un gene coinvolto nella regolazione della pressione sanguigna e auspica che le ricerche condotte contribuiscano allo

Un'équipe di scienziati britannici ha individuato la struttura e la funzione di un gene coinvolto nella regolazione della pressione sanguigna e auspica che le ricerche condotte contribuiscano allo sviluppo di nuovi farmaci.

Lo studio, finanziato in parte a titolo del Sesto programma quadro dell'Unione europea, è pubblicato on line a cura della rivista «Nature Medicine».

Da tempo è noto che l'ossido di azoto (NO) svolge una funzione essenziale nella regolazione della pressione sanguigna ed è stato dimostrato che le riduzioni della produzione di NO sono in qualche modo collegate allo sviluppo di patologie cardiovascolari. Tuttavia, i meccanismi che regolano questo processo non sono ancora stati chiariti.

Il nostro corpo produce in modo naturale due amminoacidi chiamati dimetilarginina asimmetrica (ADMA) e monometilarginina (L-NMMA) che inibiscono la produzione di NO. Soggetti affetti da malattie quali il diabete, l'insufficienza renale e l'ipertensione presentano livelli di tali molecole più elevati del normale, e alte concentrazioni di queste ultime nel plasma aumentano considerevolmente le probabilità di malattie cardiache e morte.

Nelle persone sane, gli amminoacidi L-NMMA e ADMA vengono distrutti da una molecola, la dimetilarginina dimetilaminoidrolasi (DDAH). Ciononostante, fino ad oggi non sono molte le prove scientifiche a disposizione che consentono di definire con precisione il ruolo assunto dalla DDAH e dall'ADMA nel controllo dei livelli di NO.

Nell'ambito di questo studio condotto di recente, i ricercatori hanno analizzato che cosa accade nei topi nei quali sono stati abbassati i livelli di DDAH.
Per ottenere questo risultato, gli scienziati hanno creato topi che presentano una copia difettosa del gene DDAH1 (gli esemplari in cui entrambe le copie erano difettose sono deceduti prima della nascita). Gli studiosi hanno anche sviluppato una molecola che blocca l'effetto della DDAH e l'hanno introdotta in topi normali. Entrambi i gruppi di cavie hanno sviluppato i sintomi dell'ipertensione, il che ha confermato la funzione della DDAH nella regolazione della pressione sanguigna.

In entrambi i casi, ridurre l'attività della DDAH, cancellando il gene o bloccando la molecola, ha portato a osservare livelli di ADMA analoghi a quelli riscontrati in pazienti con molteplici fattori di rischio di malattie cardiovascolari. Le colture di cellule arteriose dei topi con un gene DDAH difettoso hanno inoltre rivelato che generano livelli di NO inferiori rispetto alle cellule di topi sani.

«Questi approcci genetici e chimici volti a distruggere la DDAH hanno dato risultati molto omogenei, provando che la perdita della funzione della molecola DDAH aumenta la concentrazione di ADMA e disgrega quindi la segnalazione vascolare di ossido di azoto», ha spiegato il dottor James Leiper del dipartimento di medicina dello University College di Londra, che guida la ricerca. «I geni e i loro percorsi sono di importanza fondamentale ai fini della nostra conoscenza delle malattie cardiovascolari. Potrebbero contribuire a stabilire se la variazione genetica fa sorgere una predisposizione a queste patologie in determinati soggetti o se fattori ambientali esercitano alcuni dei loro effetti attraverso la modulazione dell'attività della DDAH».

Gli scienziati hanno anche preso in esame il potenziale offerto dall'impiego di inibitori della DDAH, ad esempio farmaci per certe condizioni mediche, non ultimi i casi in cui il problema è dovuto a una presenza eccessiva di NO.

«Questo percorso potrebbe essere sfruttato in termini terapeutici al fini di limitare la produzione di NO in certe situazioni in cui una quantità eccessiva di ossido di azoto è un elemento negativo, ad esempio nel caso di ipotensione oppure shock settico», ha affermato Leiper. «Sono alcuni dei maggiori problemi posti dalla medicina intensiva ed è enorme, e peraltro insoddisfatto, il bisogno di cure con farmaci».

Approfondimenti: DDAH DDAH

Fonte: Cordis (13/02/2007)
Pubblicato in Genetica, Biologia Molecolare e Microbiologia
Tag: DDAH, DDAH, pressione, azoto
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