Le insidie del cuore anche nei piccoli vasi
Le insidie per la salute del cuore non si annidano solo nelle ostruzioni delle grandi arterie, le coronarie, ma nella fittissima rete dei piccoli vasi sanguigni dal diametro inferiore a mezzo millimet
Le insidie per la salute del cuore non si annidano solo nelle ostruzioni delle grandi arterie, le coronarie, ma nella fittissima rete dei piccoli vasi sanguigni dal diametro inferiore a mezzo millimetro, chiamata microcircolo coronarico. La scoperta, pubblicata oggi sul New England Journal of Medicine, si deve agli italiani Filippo Crea, direttore dell'Istituto di Cardiologia dell'universita' Cattolica di Roma, e Paolo Camici, del Medical Research Council Clinical Sciences Centre presso l'Hammersmith Hospital di Londra. Come le ostruzioni delle coronarie, anche le alterazioni del microcircolo possono scatenare angina, infarto, malattie della valvola aortica e miocardiopatie. Si apre cosi' un nuovo scenario, che impone all'attenzione dei cardiologi la rete dei piccoli vasi sanguigni. ''Il problema - ha osservato Crea - e' che la coronarografia|consente di esplorare solo i rami piu' grossi dell'albero, che rappresentano solo il 5% di tutte le coronarie e non il rimanente 95%, cioe' i rami di diametro minore di mezzo millimetro. Una serie di studi eseguiti negli ultimi 10 anni hanno dimostrato che il microcircolo coronarico presenta spesso importanti alterazioni che e' impossibile evidenziare con la coronarografi''.
Il primo passo e' stata la mappa delle alterazioni del microcircolo coronarico descritta dai due ricercatori. Queste alterazioni, ha osservato Crea, ''potrebbero spiegare i casi nei quali in persone con forti dolori al torace non si riscontrano ostruzioni alle coronarie in seguito alla coronografia''. Si calcola che questa situazione riguardi fra il 10% e il 20% delle persone che si sottopongono alla coronarografia. Le alterazioni della piccola rete delle coronarie potrebbero spiegare, secondo Crea, anche i casi (circa un terzo) nei quali, dopo un intervento di angioplastica, il sangue continua a non affluire al cuore in modo adeguato. Nello stesso articolo Crea e Camici descrivono le tecniche di diagnosi che permettono di riconoscere le alterazioni del microcircolo coronarico. La coronarografia non riesce infatti a dare informazioni sullo stato di salute di vasi sanguigni cosi' piccoli, mentre e' possibile farlo con tecniche come eco-doppler cardiaco eseguito con mezzo di contrasto, scintigrafia miocardica, risonanza magnetica e coronarografia completata da esame Doppler. ''Le tecniche di diagnosi - ha osservato Crea - possono essere perfezionate e diventare meno costose, ma non costituiscono un problema. Il nuovo scenario che si apre rende invece urgente avere a disposizione terapie che permettano di contrastare le alterazioni del microcircolo''. Non sono infatti ancora disponibili cure ottimali. ''Ora e' importante capire meglio i meccanismi alla base delle alterazioni. Soltanto cosi' sara' possibile mettere a punto nuovi farmaci''. Il problema pero', secondo Crea, e' che ''in Italia si investe molto poco per la ricerca sul cuore, nonostante le malattie cardiovascolari siano la prima causa di ricovero e morte''.
Fonte: (26/02/2007)
Pubblicato in Medicina e Salute
Tag:
cuore
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