La Spagna deve «riconquistare» la ricerca e lo sviluppo
Secondo Mercedes Cabrera, il ministro spagnolo per l'Istruzione e la ricerca, la più grande sfida attuale della Spagna è quella di aumentare significativamente gli investimenti del setto
Secondo Mercedes Cabrera, il ministro spagnolo per l'Istruzione e la ricerca, la più grande sfida attuale della Spagna è quella di aumentare significativamente gli investimenti del settore privato nella ricerca e nello sviluppo.
«È necessario aumentare in modo significativo la partecipazione del settore privato alla ricerca e allo sviluppo», ha dichiarato il ministro all'inaugurazione del terzo Salone europeo della ricerca e dell'innovazione, dove la Spagna ha partecipato come ospite d'onore.
«Siamo consapevoli della necessità di riconquistare la ricerca e lo sviluppo scientifici in Spagna per garantire la futura competitività della nostra economia», ha aggiunto il ministro.
Il governo spagnolo ha infatti avviato il suo programma INGENIO 2010 che riunisce autorità pubbliche, imprese, università e istituti di ricerca e sviluppo (R&S) nell'ottica di aumentare gli investimenti spagnoli nella R&S. Considerando che l'obiettivo di INGENIO 2010 è di passare dall'1,25% del PIL attualmente speso per la R&S al 2% e di aumentare gli investimenti del settore privato dal 46% al 55% entro il 2010, al programma resta ancora molta strada da fare prima di raggiungere i suoi obiettivi.
«Come in molti altri paesi europei, gli investimenti del settore privato nella ricerca e nello sviluppo sono più deboli di quanto idealmente si desideri», ha dichiarato Eulalia Perez, direttore generale della Fondazione spagnola per la scienza e la tecnologia (FECYT).
«Benché vi sia ancora molta strada da fare prima di raggiungere gli obiettivi dell'agenda di Lisbona, penso che il fatto di essere stati invitati come ospite d'onore al salone rappresenti un riconoscimento degli incessanti sforzi da noi compiuti in questo settore», ha aggiunto il direttore.
La Spagna ha fatto passi da gigante se si considera che la ricerca spagnola 30 anni fa era pressoché inesistente.
«Solo a partire dal 1986 la Spagna ha sviluppato una propria politica nel settore della R&S. Da allora, grazie all'azione concertata del governo centrale, delle regioni e, in modo particolare, dei giovani ricercatori, ingegneri e laureati impiegati nel paese, la Spagna è diventata una potenza scientifica in tutti i campi e in un breve lasso di tempo», ha affermato la signora Perez.
In occasione del Salone della ricerca e dell'innovazione, nel suo stand, la Spagna ha dimostrato la propria capacità scientifica esibendo il robot ASIBOT. Il braccio robotico, sviluppato dall'Università Carlos III di Madrid, è stato studiato per le persone con menomazioni fisiche che necessitano di un aiuto per svolgere attività quotidiane quali mangiare, radersi o lavarsi il viso. Il braccio funziona tramite un sistema di riconoscimento vocale o un palmare (PDA).
Il primo prototipo del robot è già stato testato in un ambiente ospedaliero e si è rivelato molto efficace tanto che la sicurezza dei pazienti che lo utilizzavano è notevolmente aumentata. Il progetto, tuttavia, non ha ancora trovato finanziamenti privati per la commercializzazione del prodotto. Il braccio robotico è un esempio perfetto di un problema molto diffuso in Spagna, dove la brillante ricerca del paese non riesce a trovare gli investimenti privati necessari per essere lanciata a un livello più avanzato di sviluppo.
Redazione (13/06/2007)
Pubblicato in Analisi e Commenti
Tag:
Spagna,
INGENIO 2010,
ASIBOT,
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