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L'élite scientifica di domani parla dei Nobel come ispirazione e delle speranze per il futuro

Ricercatrice


L'espressione «scienziati di domani» viene usata di frequente nelle discussioni che riguardano i giovani ricercatori. Tuttavia, non c'è frase più appropriata per descrivere i 563 giovani ric

L'espressione «scienziati di domani» viene usata di frequente nelle discussioni che riguardano i giovani ricercatori. Tuttavia, non c'è frase più appropriata per descrivere i 563 giovani ricercatori che hanno partecipato al 57° incontro di Premi Nobel in corso a Lindau (Germania). I giovani ricercatori in questione si sono innanzi tutto imposti ai processi nazionali di selezione, molto competitivi, e successivamente, a differenza di altri, sono riusciti a convincere una commissione internazionale di selezione, che li ha reputati degni di far parte dell'élite scientifica mondiale per un soggiorno di una settimana lungo le sponde del Lago di Costanza.

I giovani ricercatori provenivano da 64 paesi, quattro dei quali rappresentati per la prima volta a Lindau: Bangladesh, Giordania, Corea del Nord e Siria. La contessa Sonja Bernadotte, presidente del comitato del meeting di Lindau dei Premi Nobel, ha accolto con favore l'elemento multiculturale sempre più marcato della manifestazione, nonché la presenza cospicua di giovani scienziate, ben 283. La contessa auspica una rappresentanza ancora più folta di altri paesi agli incontri futuri.

Il Notiziario CORDIS ha intervistato alcuni dei presenti per scoprire le loro aspettative riguardo al meeting, il percorso che li ha condotti fin lì, e le loro aspirazioni per il futuro.

Kandice Thomas, dottoranda di ricerca presso la Louisiana State University negli USA, si trovava in un ristorante quando ha ricevuto la telefonata che le annunciava che era stata accettata come partecipante. «Ho fatto fatica a non mettermi a urlare; ero emozionatissima», racconta.

Benché sia una chimica e l'edizione di quest'anno sia incentrata su biologia e medicina, già il secondo giorno Kandice Thomas si è resa conto che stava imparando molto. «Alcune cose sono molto al di sopra delle mie possibilità [...], ma le parole dei premi Nobel sono incoraggianti e fonte d'ispirazione per i giovani». Le sono anche piaciuti gli aspetti più filosofici delle presentazioni dei Premi Nobel.

Alla domanda su come si sentisse per essere stata scelta in quanto una delle future stelle scientifiche più brillanti del suo paese, Kandice Thomas si è espressa con modestia. «Penso di essere molto fortunata ad essere stata scelta, anche se ritengo di meritarmelo. E ovviamente voglio sfruttare quest'opportunità». Kandice Thomas, come molti altri partecipanti, è in Europa per la prima volta.


Touhidul Islam della Dhaka University in Bangladesh sta attualmente portando a termine un master scientifico in ingegneria genetica. «L'incontro è un'occasione d'oro per entrare in contatto con i talenti migliori e le menti più fulgide del mondo», ha dichiarato al Notiziario CORDIS. Considera anche l'evento alla stregua di un'opportunità per raccogliere più informazioni su quello che accade a livello internazionale nel campo della scienza biologica, e sulle università di tutto il mondo. «Quest'esperienza aumenterà la mia forza mentale e le mie aspirazioni per il futuro», ha affermato.

Touhidul Islam era estasiato dopo aver trascorso 20 minuti a parlare con il Premio Nobel Craig Mello insieme ad altri giovani ricercatori. Ha descritto lo scambio come «ispiratore».

Per Megan McCain, attualmente impegnata in un dottorato di ricerca in bioingegneria, è stato particolarmente interessante ascoltare il percorso nella scienza seguito dai Premi Nobel. «Sono appena agli inizi. è stimolante creare ed esprimere le proprie idee. Le persone qui presenti hanno fatto scoperte uniche nel loro genere», ha raccontato al Notiziario CORDIS.

Tra le altre ragioni per partecipare figuravano incontrare i Premi Nobel e scoprire che tipo di persone fossero, conoscere nuovi ricercatori provenienti da tutto il mondo, ed entrare in contatto con un tipo di scienza all'avanguardia leggermente al di fuori della propria area di competenza.

Alcuni dei partecipanti stanno già vivendo al di fuori dei loro paesi d'origine. Per altri, la manifestazione è stata un'occasione per valutare tale possibilità. Alex Bird è statunitense, ma sta frequentando il dottorato di ricerca in microbiologia presso l'Istituto Max Planck di biologia cellulare molecolare e genetica in Germania. Ha scelto di stabilirsi in questo paese dopo aver individuato i cervelli migliori nel suo ramo di studio. «Il luogo dove mi trovo è l'ideale per la mia carriera, non perché mi trovo in Germania, ma per la scienza», ha affermato.

Tale punto di vista pragmatico è stato ripreso da Mariann Jensby Nielsen, una dottoressa di ricerca in biochimica danese. Le interesserebbe molto trascorrere un periodo lontana dalla Danimarca, ma puntualizza: «Non voglio farlo solo per andare all'estero, voglio trovare il posto più indicato per me.»

«In Europa circola molta scienza che invece non si ritrova negli USA. Vado a conferenze in cui i partecipanti sono soprattutto europei. Negli Stati Uniti non li incontrerei. Tra gli USA e l'Europa non c'è più il divario che c'era 20 anni fa», ha osservato Alex Bird.

Qualunque sia la sua destinazione futura, sicuramente incoraggerà gli studenti americani a trascorrere del tempo in Europa, ricordando loro che «non devono avere paura e che tale esperienza non segnerà la fine della loro», ha dichiarato.

Johannes Zeintl, dottorando di ricerca in imaging medico, ha seguito il percorso opposto per portare a termine un tirocinio di ricerca in un laboratorio Siemens negli USA. L'anno all'estero gli ha consentito di acquisire nuove competenze tecniche nella medicina nucleare e di venire a contatto con tecnologie assolutamente nuove.

Molti dei giovani ricercatori presenti a Lindau sono ancora indecisi sulla carriera che seguiranno. Alcuni propendono per una carriera accademica, mentre altri stanno valutando se passare all'industria. Molti hanno espresso la necessità di essere flessibili, ma tutti sperano di restare nella ricerca.

Kandice Thomas sta valutando la possibilità di presentare una domanda di specializzazione postdottorato al termine del dottorato di ricerca, dopo di che le piacerebbe lavorare in un dipartimento governativo. Presume che lavorerà per qualche tempo nell'industria prima di fare ritorno nel mondo accademico o di occupare un altro incarico presso un dipartimento governativo. Le piacerebbe dedicare del tempo ad attività a favore della comunità, e ritiene che un lavoro in ambito universitario o in un ente governativo le lascerebbe maggiore libertà di svolgere anche tali attività.

Touhidul Islam ha già progetti ambiziosi per la propria carriera nella ricerca, anche se, come studente di master, è ancora agli inizi. Gli piacerebbe frequentare un dottorato di ricerca all'estero, presso una grande università con una solida reputazione. «Poi rientrerò [in Bangladesh] per tentare di fare qualcosa per il mio paese», ha affermato. «Il Bangladesh è un paese del terzo mondo. Ha molti problemi. Dipende dall'agricoltura e [grazie alla mia specializzazione nella biotecnologia] ho ottime possibilità di realizzare il mio sogno.»



Fonte: Cordis (06/07/2007)
Pubblicato in Analisi e Commenti
Tag: nobel, ricerca
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