Scoperto un nuovo gene correlato all'obesità
Con una tecnica d'avanguardia, i ricercatori dell'Inn-Cnr, hanno individuato il gene FTO analizzando oltre 4000 persone
Un gruppo di ricercatori dell'Istituto di Neurogenetica e Neurofarmacologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Cagliari (Inn-Cnr) ha scoperto un nuovo gene correlato all'obesità. Negli ultimi dieci anni in Italia, l'obesità è aumentata del 50%, soprattutto nei bambini e nelle classi socio-economiche più basse. Nonostante già da tempo si sappia che l'obesità, oltre ad avere delle cause ambientali e alimentari, è correlata con una predisposizione genetica, il lavoro di identificazione dei geni coinvolti con i metodi tradizionali è difficile perché si tratta di una malattia multifattoriale e quindi assai complessa.I ricercatori di Cagliari sono riusciti ad identificare questo nuove gene tramite l'ausilio di una tecnica d'avanguardia, chiamata 'genome-wide association scan' che consente di analizzare il genoma in maniera globale. Il gene in questione è stato denominato FTO (Fat Mass- And Obesity-Associated). Manula Uda, ricercatrice dell'Inn-Cnr, ha spiegato che: 'L'analisi è stata effettuata su un campioni di oltre 4000 persone sarde, di età compresa tra i 14 e i 102 anni, provenienti da quattro città della Valle di Lanusei, nella provincia dell'Ogliastra.
Una delle varianti genetiche identificate, cioè una sequenza contenuta all'interno del gene FTO, risulta presente con una frequenza molto alta (46%) e associata in maniera molto significativa all'aumento dei tre caratteri tipici dell'obesità: BMI – l'indice di massa corporea (p=8.6x10-7), la circonferenza dei fianchi (p=3.4x10-8) ed il peso corporeo (p=9.1x10-7). 'Il valore 'p' indica l'efficacia della correlazione dal punto di vista statistico e i valori di p inferiori a 0,01 sono già significativi – continua la ricercatrice – perciò si deduce che esiste una relazione stringente tra la presenza della variante genica di FTO e i tre caratteri esaminati. Un'altra conferma è data da un'analisi condotta su campioni della popolazione nordamericana, di origine sia ispanica che europea, in cui la variante di FTO è presente con una frequenza media pari al 38% e l'associazione tra la variante genica di FTO e le tre caratteristiche dell'obesità (BMI, circonferenza fianchi e peso), già molto significativa (valori di p inferiori a 0,001) lo è molto meno di quella rilevata dalla ricerca sarda. Il risultato ottenuto – prosegue la ricercatrice – è estendibile anche ad altre popolazioni, ma conferma l'importanza di quella sarda per gli studi genetici'. Manuela Uda sottolinea l'importanza della scoperta: 'l'obesità è uno dei maggiori fattori di rischio per l'insorgenza di malattie croniche come il diabete di tipo 2, l'ipertensione e le patologie cardiovascolari, e che alti valori di BMI possono essere anche causa di mortalità prematura. La nostra scoperta è, dunque, particolarmente importante, considerando anche il potenziale impatto clinico e terapeutico sulle malattie correlate. L'approccio genetico su larga scala offre il vantaggio di individuare nuove relazioni tra obesità e le vie metaboliche, quindi nuovi targets terapeutici. Al momento, la terapia migliore contro l'obesità è infatti considerata la prevenzione'. La scoperta del team di ricercatori dell'Inn-Cnr è stata pubblicata sulla rivista Plos Genetics.
Redazione (13/09/2007)
Pubblicato in Genetica, Biologia Molecolare e Microbiologia
Tag:
FTO,
Cnr,
obesita
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