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Messo a punto nuovo approccio per identificare recidive del glioblastoma

Cervello


Attraverso una valutazione del gene MGMT e delle immagini neuro-radiologiche è possibile identificare le false recidive del glioblastoma

Grazie alla ricerca di un team guidato dalla dottoressa Alba Brandes, Direttore dell'Unità Operativa Complessa dell'Ospedale Bellaria-Maggiore di Bologna, sarà possibile allungare la vita dei pazienti colpiti da glioblastoma, il tumore cerebrale più aggressivo.
Grazie ad una valutazione combinata tra analisi sul gene MGMT e immagini neuro-radiologiche si possono riconoscere precocemente le pseudoprogressioni di questo tipo di tumore e consentire di attuare terapie più efficaci aumentando così la sopravvivenza dei pazienti da 14 a 21 mesi.
Analizzando 103 pazienti affetti da questo tumore, i ricercatori hanno scoperto che a un terzo di loro, in seguito alle terapie chemioterapiche e radioterapiche, durante i controlli neuro-radiologici, veniva riscontrata una ripresa della malattia che non era realmente tale.

La dott.sa Brandes spiega: “Questi quadri neuro-radiologici sono chiamati pseudoprogressioni, in quanto simulano la progressione della
malattia ma non sono distinguibili dalle vere recidive”. Inoltre gli autori dello studio hanno anche valutato, in questi pazienti, l'attività del gene MGMT, scoprendo che quando è metilato, cioè inattivo, permette una migliore risposta alle terapie chiemio e radioterapiche. Inoltre può anche essere responsabile di necrosi come conseguenza dei trattamenti antitumorali.
Utilizzando questi due nuovi approcci, i ricercatori sono riusciti ad identificare le false recidive nel 91% dei casi di pazienti che possiedono il gene MGMT metilato.
Non solo, i ricercatori, nel corso di questo studio hanno anche prolungato la somministrazione del farmaco chemioterapico temozolomide, oltre i 6 cicli di terapia standard, e hanno dimostrato che questo non causa effetti tossici particolari. “Questo approccio ha portato a risultati sorprendenti e questo studio costituisce un importante passo in avanti nella ricerca scientifica dei tumori cerebrali, da sempre considerati altamente aggressivi e con scarse possibilità terapeutiche” ha concluso Alba Brandes. I risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista internazionale Journal of Clinical Oncology (YCO).

Redazione MolecularLab.it (23/05/2008)
Pubblicato in Biochimica e Biologia Cellulare
Tag: MGMT, glioblastoma, cervello
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