Bio-banche in Italia: necessaria una regolamentazione
La Commissione Nazionale per le Biotecnologie e Biosicurezza della Presidenza del Consiglio richiede una legge per normare le bio-banche in Italia
E' stata un anno e mezzo fa dalla Commissione Nazionale per le Biotecnologie e Biosicurezza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, composta da numerosi esperti, ai due rami del Parlamento una bozza di proposta di legge per l'istituzione di una banca dati forense. A seguito del dibattito su "Regolamentazione e gestione delle bio-banche nel Regno Unito" organizzato dall'Ambasciata Britannica e dal Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita della Presidenza del Consiglio e tenutosi l'8 Luglio nella Sala Polifunzionale della Galleria Alberto Sordi di Roma, il Dottor Giuseppe Novelli, genetista all'Università Tor Vergata, ha spiegato l'origine della proposta di legge. La proposta di legge è stata infatti elaborata da una commissione che nel corso di tre anni ha lavorato, suddivisa in quattro gruppi, per l'ideazione di quattro banche dati, o bio-banche: una forense, una per le cellule staminali, una per le cellule tumorali e una quarta per la bioetica delle bio-banche, ovvero la regolamentazione di tutti gli aspetti etici relativi alle banche del Dna. La proposta di legge è in fase di valutazione ma il Dottor Novelli ne auspica una rapida traduzione in Legge. L'incontro tenutosi nasce dalla volontà di condividere le esperienze e collaborare tramite un facile scambio di informazioni. Leonardo Santi, presidente del Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita ha sottolineato come in Italia occorra regolamentare il settore delle biotecnologie perchè venga garantita la sicurezza e la qualità dei campioni di tessuti umani conservati tramite la messa a punto di standard etici ed operativi condivisi a livello internazionale. Cinque esperti britannici si son fatti portavoce, davanti ad una folta platea di scienziati italiani e stranieri, dei progressi fatti nel Regno Unito ove la normativa vigente viene costantemente aggiornata grazie a leggi in sintonia con le esigenze della società ed in grado di recepire i cambiamenti apportati dalle scoperte scientifiche. Esempi di queste normative sono l' Human Tissue Act 2004, l'Human Tissue Regulation 2007 e direttive come la 2006/17/EC e la 2006/86/EC. La struttura pubblica di riferimento che regola il settore applicando la normativa è la Regulations Human Tissue Authority, ente che si autofinanzia con il rilascio di autorizzazioni e licenze. L'Autority, secondo la legge nazionale, concede licenze che scadano ogni tre anni e il cui rilascio è condizionato dall'osservanza di procedure standardizzate molto strette e da un quadro regolatorio che permette l'utilizzo di campioni di DNA e profili genetici per la ricerca, per la prevenzione delle malattie e in campo forense per prevenire reati e per identificare criminali e vittime.
Giuliano D'Agnolo, vice presidente del Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita, spiega che il bando, istituito per la razionalizzazione del settore delle bio-banche in Italia "E' solo un primo passo. Abbiamo ricevuto fondi per 750mila euro,dal Ministero per lo Sviluppo Economico da dividere fra cinque tipi di bio-banca, con i quali abbiamo preparato un bando, già registrato dalla Corte dei Conti, con il quale si invitano i ricercatori che operano nel campo delle banche genetiche, di cellule staminali e quant'altro a mettersi in rete e condividere e scambiarsi i dati genetici. E' un'iniziativa - prosegue D'Agnolo - che ha lo scopo di riordinare un settore frammentato, in cui oggi ogni laboratorio o istituto ha la sua banca del Dna, e che cerca di indurre i ricercatori ad entrare nella logica di scambiare i campioni, che devono essere raccolti, analizzati e conservati in condizioni standardizzate e condivise per dare sicurezza a fini diagnostici" L'ISS ha messo a disposizione un server dedicato per questa rete bio-banche, che utilizza un software canadese molto adattabile sviluppato per un'area specifica, quella dei tumori, e per aiutare sia i gestori delle banche, sia il clinico che cura i pazienti. Il bando per l'istituzione delle bio-banche sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale e sul sito del Comitato. D'Agnolo ha concluso spiegando che in Italia la messa a punto di una nuova normativa dovrebbe coinvolgere anche le regioni. Per questo ha intenzione di suggerire alla Conferenza Stato Regione di adottare provvedimenti che consentano di armonizzare il sistema per trovare punto equilibrio tra il valore sociale delle bio-banche e la tutela del dato personale, sul modello del sistema inglese.
Redazione (09/07/2008)
Pubblicato in Analisi e Commenti
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