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Trasposoni per produrre staminali


Grazie a vettori molecolari è possibile introdurre i fattori di riprogrammazione nelle cellule, senza ricorrere ai virus

Due ricerche condotte dal gruppo scozzese di Keisuke Kaji, del Centro di medicina rigenerativa dell'università di Edimburgo diretto da uno dei "papà" della pecora Dolly, Ian Wilmut e dal gruppo dell'università di Toronto, coordinato da Andras Nagy, pubblicate nell'edizione online di Nature, hanno aperto la strada ad un nuovo modo per trasportare nelle cellule adulte il cocktail di geni che le fa tornare "bambine", utilizzando navette molecolari più sicure dei vettori virali. In questo modo sarebbe possibile trasformare cellule adulte in cellule staminali pluripotenti in grado di svilupparsi in più direzioni per formare organi e tessuti di tipo diverso.
Le cellule pluripotenti indotte (Ips) sono state ottenute nel 2006 ma il loro uso è rimasto chiuso nei laboratori a causa dei rischi di anomalie nello sviluppo cellulare legate all'uso di virus usati come vettori per introdurre nella cellula i fattori di riprogrammazione.
Grazie alle nuove ricerche è ora possibile utilizzare, al posto dei virus, una sequenza di materiale genetico detta trasposone, capace di spostarsi da una posizione all'altra del genoma.
Questa molecola, chiamata "piggyBac", è stata sperimentata con successo nei topi e su cellule umane.
I trasposoni, sono naturalmente presenti anche nel Dna umano e sicuramente questa tecnica lascia supporre che la terapia genica in futuro seguirà questa strada.
Ma prima di passare all'applicazione clinica c'è ancora tanto da fare. Teoricamente è più vicino il momento in cui cellule adulte fatte tornare bambine potranno essere usate per nuove terapie, ma la strada da fare è comunque ancora lunghissima, avvertono gli esperti.
Secondo Elena Cattaneo, direttrice del laboratorio cellule staminali dell'Università di Milano, le due ricerche sono "uno sviluppo tecnologico interessante" poiché utilizzano "metodi meno rischiosi, anche se non completamente esenti da rischi". Secondo l'esperta è una dimostrazione interessante del fatto che "il nostro genoma può essere riprogrammato e che è possibile farlo con metodi non invasivi".

Redazione MolecularLab.it (09/03/2009)
Pubblicato in Biotecnologie
Tag: piggyBac, trasposoni, DNA, pluripotenti
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