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Il ditale salvavita

Cuore


Infilato all'indice il sensore di EndoPAT valuta la risposta dei vasi al flusso sanguigno potendo predire il rischio d'infarto

I risultati di uno studio sperimentale condotto dai ricercatori della Mayo Clinic e del Tufts New England Medical Center in Boston sono stati annunciati in anteprima a Orlando in occasione del meeting annuale dell'American College of Cardiology. La ricerca ha preso in esame 270 pazienti, di età compresa fra i 42 e i 66 anni e con rischio medio-basso di andare incontro a incidenti cardiovascolari, secondo i criteri del Framigham Heart Study, che sono stati tenuti sotto controllo dall'agosto del 1999 fino all'agosto del 2007.
Recenti ricerche han dimostrato che quando sussiste una disfunzione endoteliale la formazione di placche aterosclerotiche, che portano a problemi cardiovascolari, viene favorita.
Sarà quindi possibile predire la probabilità di andare incontro a un attacco cardiaco o a un ictus grazie all'EndoPAT, un dispositivo somigliante ad un ditale che, infilato al dito, valuta lo stato di salute dell'endotelio, il tessuto che riveste i vasi, misurando il flusso del sangue nelle piccole arterie.
A confermarlo il fatto che il 49 per cento dei pazienti soggetti di studio in cui l'EndoPAT ha evidenziato alterazioni dell'endotelio, hanno sviluppato nel giro di sette anni un problema cardiaco.
Amir Lerman della Mayo Clinic ha commentato "Il risultati del nostro studio dimostrano che questo nuovo test può essere affiancato alla classica valutazione del rischio, per individuare le persone da trattare in maniera più mirata.
E' un passo sulla strada della medicina individualizzata"
L'EndoPAT, che ha ricevuto nel 2003, l'approvazione della FDA, è un apparecchio digitale munito di due sensori a forma di ditale e un sistema di registrazione del flusso. I due sensori vengono posizionati sul dito indice di entrambe le mani, si posiziona il manicotto per la misurazione della pressione su un braccio, mentre l'altro braccio serve come controllo. Poi si gonfia il manicotto per alcuni minuti, si sgonfia e si ripete la procedura per tre volte, mentre il sistema registra il flusso di sangue nelle dita.
Il gonfiaggio e sgonfiaggio del manicotto blocca e riattiva il flusso di sangue per valutare la cosiddetta iperemia reattiva (HR), ovvero la normale risposta dei vasi nel momento in cui si verifica una occlusione ed una ripresa del flusso. Un basso valore di HR indica una bassa risposta al flusso sanguigno, ed è correlata a una disfunzione endoteliale e a una salute vascolare potenzialmente compromessa.


Redazione MolecularLab.it (12/05/2009)
Pubblicato in Medicina e Salute
Tag: rischio infarto, infarto
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