Cancro al fegato, Hepa Ic è la nuova arma
La lotta contro il cancro al fegato compie un passo avanti. La Xeptagen firma Hepa Ic, un kit diagnostico che con un semplice prelievo di sangue consentirà di realizzare studi su pazienti a rischio, g
La lotta contro il cancro al fegato compie un passo avanti. La Xeptagen firma Hepa Ic, un kit diagnostico che con un semplice prelievo di sangue consentirà di realizzare studi su pazienti a rischio, grazie al marcatore molecolare scoperto dai suoi ricercatori in collaborazione con l’Ateneo di Padova. L’azienda appartiene al gruppo guidato da Mario Maione, il progetto è sostenuto da Sviluppo Italia. Ieri la presentazione all’Unione industriali di Napoli.
Nuove speranze nella lotta contro il cancro al fegato. “Avevo voglia di fare qualcosa contro il male del secolo e ora mi sento gratificato”: così Mario Maione presenta la scoperta fatta dai ricercatori della sua Xeptagen, uno dei gioielli del suo gruppo industriale, specializzata in biotecnologie. Si tratta della scoperta di un marcatore tumorale per individuare, attraverso delle semplici analisi del sangue, la presenza dell’epatocarcinoma, cioè del cancro al fegato, uno dei cinque tumori più diffusi e in costante aumento (gli altri colpiscono il polmone, la mammella, l’ovaio, la prostata). La ricerca è stata condotta in collaborazione con il Dipartimento di Medicina Clinica V dell’Università degli studi di Padova, a dimostrazione di come la cooperazione pubblico-privato possa accelerare lo sviluppo tecnologico e scientifico. Ieri, all’Unione Industriali di Napoli, la presentazione dei risultati scientifici della scoperta.
“Lo studio fatto dalla Xeptagen — dice Tommaso Iavarone, presidente dell’Unione — costituisce per noi, imprenditori meridionali, motivo di soddisfazione e di vanto. Il Gruppo Maione ha infatti saputo raccogliere occasioni e opportunità non solo nei settori industriali tradizionali, ma anche nella ricerca tecnologica. Questa esperienza dimostra inoltre la necessità, per l’imprenditoria meridionale, di trovare dei validi partner se si vogliono raggiungere nuovi importanti traguardi”.
Xeptagen è una società di ricerca biotech che si dedica all’identificazione di nuovi marcatori molecolari per lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di sistemi avanzati di diagnosi e terapia.
I suoi prodotti sono diretti al settore oncologico, che accoglie positivamente l’introduzione di metodi diagnostici e terapeutici innovativi e costituisce un mercato in continua crescita. La costituzione della società è stata stimolata da Sviluppo Italia. “Fin dall’inizio — dice Antonio Macchia, rappresentante dell’Agenzia — abbiamo trovato in Maione un valido interlocutore per sviluppare insieme un interessante progetto industriale”.
I risultati della ricerca, presentati anche a Roma in occasione del trentasettesimo Simposio dell’Associazione italiana per lo studio del fegato, sono stati pubblicati dalla prestigiosa rivista British Journal of Cancer: il nuovo marcatore risulta iperprodotto dalle cellule tumorali epatiche ma non dalle cellule sane. “Nel campione di pazienti selezionato nello studio — spiega Giorgio Fassina, direttore generale della Xeptagen — il nuovo marcatore identificato è risultato più affidabile sia in termini di specificità sia di sensibilità rispetto alla proteina alfa-feto, marcatore diffusamente usato per il carcinoma al fegato”.
Oggi la diagnosi precoce è l’unica vera possibilità di cura, per cui sarebbe necessario effettuare uno screening di massa sulla popolazione cirrotica che, nel novanta per cento dei casi, viene colpita da tumore al fegato. Purtroppo la maggior parte delle tradizionali indagini (l’ecografia epatica, la risonanza magnetica e l’analisi istologica) non riescono a evidenziare la malattia nel suo stadio iniziale. Mentre il nuovo marcatore presenta come elemento di novità proprio la capacità di identificare il 70 per cento degli affetti dalla patologia. In ambito oncologico, il marcatore della Xeptagen si aggiunge ai soli quattro marcatori con valenza diagnostica riconosciute.
Da stime fatte, il fatturato mondiale dei prodotti diagnostici per il rilevamento dei principali quattro marcatori tumorali ha superato gli 800 milioni di euro di vendite l’anno. Il mercato europeo, stimato attorno ai 400 milioni di euro, è in costante crescita, e i prodotti diagnostici per la determinazione dei marcatori nel siero rappresentano più del 60 per cento delle vendite, mentre i prodotti per istologia e citologia superano il 20 per cento. “La proposta d’investire in questo settore — spiega il presidente Maione - mi è venuta da Sviluppo Italia che mi parlò di questa ricerca a cui si stava lavorando. Una ricerca scientifica che ha trovato immediato sbocco in un progetto industriale. E non è poco, visto che in Italia viene data pochissima attenzione alle biotecnologie, settore che da noi conta circa trenta aziende contro le trecento di Germania e Francia”. L’Ue, racconta Maione, ha riconosciuto l’importanza scientifica del biotech e nel VI Programma Quadro ha previsto delle risorse che, però, risultano insufficienti rispetto alle esigenze del nostro Paese. “Possiamo comunque sentirci gratificati dai risultati raggiunti a dimostrazione che, quando ci impegniamo, siamo bravi al pari, se non più, degli altri Paesi”, racconta l’avvocato.
Imprenditore da quattro generazioni, Maione guida un gruppo attivo in diversi settori, dall’alimentare alla chimica, dal commercio all’elettronica, dalla componentistica auto allo sport (il Napoli Basket). Risale al 1992 il Progetto Integrato di Melfi, realizzato con Fiat Auto.
Fonte: (17/03/2004)
Pubblicato in Cancro & tumori
Tag:
fegato
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