Premiate le nanoparticelle per la terapia dell'Alzheimer
Premiato il progetto NAD della Università di Milano-Bicocca con cui nanoliposomi riescono a rimuovere il peptide beta-amiloide dell'Alzheimer inducendo il recupero delle funzioni cognitive
Il progetto NAD (Nanoparticles for therapy and diagnosis of Alzheimer Disease) dell'Università di Milano-Bicocca ha ricevuto ad Atene il Best Project Award nella categoria progetti completati e si è classificato secondo tra i migliori progetti del 7° Programma Quadro. Il premio, viene assegnato a tre finalisti per ciascuna delle due categorie (completati e in corso) ai migliori progetti tra quelli dei programmi quadro dell'Unione Europea nel campo delle tecnologie industriali. I criteri di selezione sono, per i progetti completati, i risultati ottenuti di ricerca e in campo commerciale e, per i progetti in corso, i risultati di ricerca. Il premio è stato consegnato al professor Massimo Masserini, ordinario di biochimica nel Dipartimento di Scienze della Salute e responsabile scientifico del progetto NAD, nel corso della Industrial Technologies 2014 Conference. Il Best Project Award è l'ultimo degli importati riconoscimenti ottenuti dal progetto NAD.
Tre settimane fa, il presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso, ha citato il NAD tra le storie di successo nella relazione "Horizon 2020: boosting industrial competitiveness, pg.6" che ha presentato ai capi di governo riuniti nel vertice del Consiglio europeo del 20-21 marzo.
"Il progetto NAD – ha spiegato il professor Masserini - ha realizzato nanoparticelle che hanno dato eccellenti risultati su modelli animali della malattia di Alzheimer, e lasciano sperare un loro possibile effetto positivo anche sull'uomo. Naturalmente, la dimostrazione di questa ipotesi richiederà ulteriori investimenti sia sperimentali che economici". Il progetto NAD, concluso ufficialmente il 31 agosto 2013, è un progetto di ricerca multidisciplinare che aveva l'obiettivo di diagnosticare e curare la malattia di Alzheimer. La ricerca, finanziata dal 7° Programma Quadro dell'Unione Europea, ha avuto un costo totale di 14,6 milioni di euro. All'Università di Milano-Bicocca, capofila del progetto, è stata destinata una quota di 3,8 milioni di euro per le attività di organizzazione e coordinamento della ricerca. La ricerca, svolta nell'ambito della nanomedicina, settore di ricerca innovativo che unisce competenze mediche e tecnologiche, ha portato a progettare e brevettare nanoparticelle lipidiche (nanoliposomi), di dimensioni dell'ordine di miliardesimi di metro, capaci di superare la barriera emato-encefalica e di rimuovere il peptide beta-amiloide, una molecola che si deposita in grandi quantità nei cervelli dei malati di Alzheimer. Il trattamento con nanoparticelle, somministrate a modelli animali della malattia, riduce le placche di beta-amiloide accumulato nel cervello, e induce il recupero delle normali funzioni cognitive, misurate tramite test comportamentali. Questi risultati aprono la possibilità di usare nell'uomo queste nanoparticelle per la cura della malattia di Alzheimer.
Redazione (16/04/2014)
Pubblicato in Medicina e Salute
Tag:
Alzheimer,
nanoliposomi,
beta amiloide,
nano,
barriera emato-encefalica
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