Nonostante tutto, è ripreso il trattamento di Vannoni
Il tribunale di Pesaro lo ha imposto, il Vice Presidente di Stamina lo ha fatto, il CSM ha posto un fascicolo sull'ordinanza e il Direttore di AIFA minaccia dimissioni
Il caso Stamina ideato da Vannoni continua a creare problemi. Questa volta a portare ad agitare le acquee ci ha pensato il Tribunale di Pesaro che ha imposto con un'ordinanza che un bambino facesse subito delle applicazioni con il metodo di Vannoni negli Spedali Civili di Brescia. La struttura lombarda già da Marzo avevano deciso di non voler collaborare più con Stamina, per cui ci sono state delle difficoltà a trovare persone che potessero fisicamente realizzare il trattamento. Per questo il giudice di Pesaro ha disposto che il Vice Presidente di Stamina, Andolina, diventasse suo ausiliario, in modo che potesse auto nominarsi "medico infusore". Il commento, provocatorio, di Andolina è stato: "Ora vedrete cosa diranno Bianco, Cattaneo, De Luca e Remuzzi...".
Ma l'atto del tribunale di Pesaro non è certo passato inosservato, in fatti il Comitato di Presidenza del Consiglio Superiore della Magistratura ha disposto la trasmissione del fascicolo dell'ordinanza a due organismi che si occupano di valutare l'incompatibilità territoriale e per una valutazione disciplinare.
Inoltre il Giudice della corte d'Appello di Milano invita l'Avvocatura di Stato ad impugnare il provvedimento. Il presidente del tribunale di Pesaro, Mario Perfetti, cerca di difendersi: "Non risultava, né in via ufficiale né ufficiosa (salvo vaghe notizie di stampa circa una indagine della procura di Torino sul Vannoni e sul suo metodo), che Marino Andolina fosse indagato e tanto meno per quali reati".
Ma anche il direttore generale dell'ospedale di Brescia ha presentato una istanza al Pg della Cassazione evidenziando la "grave situazione" in cui si trova, auspicando una valutazione di principi "di diritti nell'ambito dell'interesse pubblico".
Ma ad alzare la voce è lo stesso direttore generale dell'Agenzia Italiana del Farmaco, Luca Pani, che sta valutando l'ipotesi di dimettersi come forma di protesta ni confronti della ripresa delle infusioni agli Spedali Civili. A Brescia si riunita la Federazione Nazionale degli Ordini dei medici Chirurgici e degli Odontoiatri, che commentano: "I medici dicono no e si rifiutano di attuare procedure la cui fondatezza scientifica, sicurezza e appropriatezza terapeutica non sono note; né sono, a tutt'oggi, validati i presupposti per l'avvio di una sperimentazione". In effetti non si è prestato nessuno per aiutare Andolina nel trattamento di Stamina. Hanno sicuramente giocato a sfavore anche i timori dopo l'inchiesta della procura di Torino che ha iscritto nel registro degli indagati 20 persone, tra cui Vannoni, Andolina e cinque dipendenti della struttura ospedaliera bresciana.
Intanto si aspetta che inizi a lavorare la commissione incaricata dal ministero della Salute di dire se vale la pena sperimentare il metodo Stamina. È ancora ferma per problemi con le nomine, ma la prima riunione sarà probabilmente martedì.
Redazione (09/06/2014 18:00:40)
Pubblicato in Medicina e Salute
Tag:
Vannoni,
Stamina,
magistratura
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