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Trovato gene complice del morbo di Crohn


>Un gene svelera agli scienziati i segreti per arrivare a nuovi metodi di diagnosi precoce ed efficaci approcci terapeutici contro il morbo di Crohn, malattia cronica infiammatoria intestinale in aum

>Un gene svelera' agli scienziati i segreti per arrivare a nuovi metodi di diagnosi precoce ed efficaci approcci terapeutici contro il morbo di Crohn, malattia cronica infiammatoria intestinale in aumento nei paesi ricchi.
L'ha individuato Katherine Siminovitch dell'Universita' di Toronto, grazie a esami del Dna di pazienti. Nella maggior parte di questi, ha riferito l'esperta sulla rivista Nature Genetics, la proteina da lui prodotta e' difettosa. Cio' si traduce nella deregolazione del passaggio di sostanze dal lume intestinale all'interno delle cellule che rivestono l'intestino, quindi queste sono piu' vulnerabili ad 'assorbire' tossine.
Il morbo di Crohn, che solo in America interessa un milione di persone, colpisce il piu' delle volte la porzione terminale dell'intestino tenue e il colon e i sintomi piu' frequenti sono dolori addominali e diarrea.
E' una patologia cronica con fasi di remissione e le terapie oggi disponibili non sono del tutto adeguate e i malati devono spesso ricorrere al ricovero ospedaliero e interventi. Inoltre anche la diagnosi e' difficile perche' i medici devono fare i conti con malattie simili come la colite ulcerosa.
La caccia al gene e' stata possibile grazie a un sofisticato metodo di analisi del Dna che ha permesso di stringere il bersaglio localizzando il cromosoma colpevole di 'nasconderlo', il cromosoma cinque. Poi gli scienziati hanno trovato su di esso la posizione esatta del gene e sono risaliti alla sua funzione.
La proteina prodotta dal gene e' un po' un 'vigile urbano' delle cellule intestinali perche' regola il transito di sostanze nei due sensi di 'marcia', cioe' in uscita ed entrata della cellula.
Gli scienziati pensano che ripristinando la corretta attivita' di questa sostanza si potra' arginare il decorso della malattia. Inoltre, poiche' il gene e' alterato solo tra coloro che soffrono della malattia ma non per quanti hanno invece la colite ulcerosa, per la prima volta si dispone di un parametro per distinguere le due patologie.
Ma non puo' essere solo questo gene a far tutto da solo, sottolinea la Siminovitch, ve ne sono sicuramente degli altri che, una volta scoperti, insieme aiuteranno ad identificare, e quindi prevenire, fattori ambientali che scatenano le fasi acute del male.

Fonte: Ansa (14/04/2004)
Pubblicato in Genetica, Biologia Molecolare e Microbiologia
Tag: Crohn
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