Test sulla catalasi epatica

Descrizione

Un semplice protocollo per verificare la presenza della catalasi in un campione di fegato bovino e studiare la sua funzione e se essa si modifica con l’intervento di calore e variazione di pH.

  • Materiali e attrezzature:

  • - Provette da batteriologia.
  • - Portaprovette.
  • - Bisturi.
  • - Becher.
  • - Matraccio da 500 ml.
  • - Bagnomaria.
  • - Spatola.
  • - Bacchetta di vetro.
  • - Vetrino a orologio.
  • - Bilancia digitale (S: 0,01 g P:500 g).
  • - Fegato di bovino.
  • - HCl al 37% v/v (corrosivo, tossico per inalazione)
  • - Idrossido di sodio in pastiglie
  • - Blu di metilene (Nocivo, irritante).



  • Procedimento operativo:


  • Il procedimento richiede l’utilizzo di idrossido di sodio, per alcuni dei saggi sulla reattività dell’enzima in ambiente alcalino.

  • Per tale motivo, se ne prepara una soluzione 1 M da 500 ml:
  • a) Si prelevano 20 g di NaOH solido dal suo contenitore mediante bilancia digitale.


  • b) Si discioglie il solido in un volume di acqua inferiore a quello prefissato per la soluzione.


  • c) Si mescola con una bacchetta di vetro pulita fino alla completa dissoluzione del soluto.


  • d) Si attende che la temperatura cali (la dissoluzione è esotermica).


  • e) Si travasa in un matraccio da 500 ml e si porta a volume con H2O distillata.


  • f) Si tappa il matraccio, si capovolge per omogenizzare la soluzione e si riappoggia sul bancone.


  • g) Infine, si scrivono le informazioni riguardanti contenuto, operatore e data di preparazione della soluzione sul vetro con un pennarello.



  • Preparata la soluzione, si procede con i preparativi dell’esperienza effettiva:
  • a) Si preleva una porzione più piccola di fegato dall’organo intero.


  • b) Si pone tale porzione su un foglio di plastica (in modo da non sporcare il bancone).


  • c) A partire dalla porzione prelevata, si sezionano in maniera fine delle strisce di tessuto epatico, in modo da ottenerne 7 porzioni di dimensioni simili.



  • L’esperienza si divide in 2 parti distinte:
  • a) Analisi in ambiente neutro.
  • b) Analisi in ambienti acido e alcalino.



  • PASSAGGIO IMPORTANTE

  • Analisi in ambiente neutro.


  • a) Si preparano 6 provette e le si pone in un porta-provette.
  • i. Nelle prime 2 si pone solo il fegato.
  • ii. Nelle successive 2 fegato e una goccia d’indicatore (blu di metilene).


  • c. Nelle ultime 2 si versa H2O distillata per 1/3 del volume totale. (Queste ultime saranno impiegate per testare la purezza dell’H2O2.)


  • b) Si dividono quindi le 6 provette in due gruppi da 3. Nelle prime tre si lavorerà a freddo. Nelle altre 3 si lavorerà a caldo (tra i 90 e i 100 °C) e per tale motivo le si pone in termostato mentre si lavora sulle altre.


  • c) Il procedimento, sia a caldo che a freddo, è lo stesso:
  • d) Si pongono alcuni ml di H2O2 nella provetta (sia che contenga fegato sia che contenga H2O) e si annotano le relative osservazioni.



  • PASSAGGIO IMPORTANTE

  • Analisi in ambienti acido e alcalino.


  • a) Si lavano 2 delle provette precedentemente impiegate e vi si pongono 2 delle restanti 3 porzioni di fegato. Quindi si procede in maniera differente per ognuna delle 2.
  • i. Nella prima provetta si aggiunge 1 ml di HCl al 37% v/v mediante una pipetta e lavorando sotto cappa, data l’emissione di vapori corrosivi dal contenitore.
  • ii. Nella seconda provetta si aggiunge NaOH 1M fino a riempire 1/3 della provetta.


  • b) Si procede ad aggiungere in ognuna delle 2 provette una quantità uguale di H2O2 e si annotano le relative osservazioni.


  • c) Si ripete la prova in ambiente alcalino utilizzando l’ultima porzione di fegato rimasta, con la stessa procedura indicata sopra, ma lavorando a caldo.


  • d) Si annotano le osservazioni relative anche a questa prova.