Galbert | Errori? | Recensione | Vota | Punteggio medio: - | Descrizione: (Firenze) Galbert srl dal 1982 propone apparecchiature mediche elettroniche, arredi e articoli monuso per ospedali, cliniche veterinarie, case di cura, studi medici e società di volontariato. | http://www.galbert.net | Data Inserimento: 28/08/2007 | Visite: 27900 |
|
Le malattie reumatiche | Errori? | Recensione | Vota | Punteggio medio: - | Descrizione: Sito informativo sulle patologie reumatiche.
Si cerca di informare gli utenti sul punto della ricerca e sulle nuove cure come le Terapie Biologiche di nuova adozione per la cura di molte patologie reumatiche. | http://www.reumatici.it | Data Inserimento: 29/03/2006 | Visite: 27900 |
|
Possibile futuro impiego di Lenti a Contatto (LAC) Bioniche nella cura della Ipovisione | Errori? | Recensione | Vota | Punteggio medio: - | Descrizione: Possibile futuro impiego di Lenti a Contatto (LAC) Bioniche nella cura della Ipovisione
Pubblicato il settembre 5th, 2010 da Giovanna Manna
Stiamo lavorando sui possibili impieghi nella cura dell’IPOVISIONE sulla realizzazione effettuata dalla University of Washington di lenti a contatto in cui è inserito un micro circuito stampato con la capacità di emettere luce.
“I ricercatori dell’Università di Washington, grazie ad un finanziamento della National Science Foundation, hanno messo a punto una lente a contatto bionica composta da componenti elettronici miniaturizzati a livello di nanometri. I primi esperimenti sono stati fatti su cavie da laboratorio e, a detta dei ricercatori, la lente sarà presto in grado di mostrare all’occhio diversi pixel in grado di fornire informazioni visive all’utilizzatore. Il dispositivo è stato provato su dei conigli con un tempo massimo di utilizzo della lente pari a 20 minuti, i primi risultati sembrano non manifestare particolari effetti collaterali”.
L’esperimento è stato condotto con un circuito capace di illuminare leggermente l’ambiente circostante e, almeno in questa prima fase, testato solo su conigli per un tempo di 20 minuti senza osservare effetti indesiderati .”(1-2-3-4)
Ovviamente, la ricerca potrebbe essere condotta, attraverso i meccanismi classici di sperimentazione comportamentale animale con premio alimentare.
Se si allena un coniglio ad arrivare ad alimentarsi tramite un circuito del tipo corridoi alle cui pareti ci sono sensori che se toccati fanno scendere delle paratie che impediscono allo stesso la progressione verso il cibo, dopo reiterati tentativi si vede che lo stesso riesce ai arrivare velocemente al cibo senza mai toccare le pareti stesse dei corridoi.
Al coniglio così preparato, si occlude un occhio ed all’altro si ingenera una cataratta completa matura per puntura lenticolare.
Nell’occhio catarattoso, bypassando il bulbo con un ricevitore wireless impiantato in posizione strategica sulle vie ottiche e/o cerebrali, si potrebbe dimostrare se il coniglio ,precedentemente descritto, possa o meno arrivare al target alimentare.
“I circuiti elettronici inseriti nelle lenti a contatto sono costituiti da un nanostrato di metallo (quanto un millesimo del diametro di un capello umano) montato su un substrato organico flessibile per poter essere comodamente inseriti all’interno dell’occhio”.
L’ideatore, Babak Parviz, ha spiegato che non solo sarà possibile utilizzare lenti a contatto hi-tech per scopi “leggeri” come la navigazione web o altre immagini di interesse per l’utente, ma potrà diventare un metodo per correggere e aiutare la vista di persone ipovedenti,ed è realmente questo il target su cui stiamo cercando di razionalizzare i nostri intenti di ricerca nel mondo della ipovisione.”(1-2-3-4)
Possibili applicazioni
Una vista virtuale dai molti usi,NELL’ACCEZIONE MENO IMPORTANTE,ad esempio
come avviene con i caschi immersivi – HUD.
Lo scopo che ci si deve prefiggere in questa ricerca pero’ e’ sicuramente poter far vedere immagini a chi ne ha perso la possibilita’ con cecita’ indotta da destrutturazione del solo bulbo oculare con integrita’ delle vie ottiche!!!!
Potrebbe quindi essere un enorme passo avanti nell’IPOVISIONE e nei grossi traumatismi bulbari.
Bypassando un bulbo con un ricevitore impiantato in posizione strategica sulle vie ottiche e/o cerebrali si potrebbe aprire uno scenario di stimolazione visiva che è ovviamente il target primo della ricerca,il tutto senza ricorrere alle strutture impegnative come dimensioni quale quelle dell’occhio bionico!!
Infatti il “primo prototipo avanzato” di OCCHIO BIONICO presentato in Australia(La Bionic Vision Australia -BVA) e sperimentato anche dall’Università di New South Wales, è costituito da una videocamera montata su un paio di occhiali, un chip wireless inserito all’interno del bulbo oculare e un processore tascabile collegato senza fili con il chip oculare e con un cavo alla videocamera.Il chip è dotato di 98 elettrodi che stimolano le cellule del nervo ottico per far registrare dal cervello a grandi linee le forme circostanti. (6)
L’occhio bionico della compagnia americana Second Sight è dotato di una minuscola telecamera ed un videoprocessore collocati su occhiali che inviano le immagini ad un ricevitore, posto nella cintura del paziente. Da qui, attraverso la stimolazione di elettrodi posti sulla retina, il messaggio viene inviato lungo il nervo ottico fino al cervello, che è in grado di percepire luci e ombre.
Futuri sviluppi, su cui gli scienziati stanno lavorando, fanno ben sperare con l’aumento degli elettrodi (per il secondo prototipo, atteso per il 2013, si parla di mille) che dovrebbe permettere maggiore definizione, fino al riconoscimento di volti.
Per il momento l’occhio bionico australiano è quindi destinato esclusivamente ai non vedenti che hanno nervi ottici funzionanti,o come nel caso di quello della compagnia americana Second Sight,nella Retinite Pigmentosa di cui è affetto da circa trenta anni l’uomo inglese di 73 anni impiantato e reso cieco da tale patologia.
La differenza è nelle dimensioni che tali strutture hanno,assolutamente incomparabili a quelle di una lente a contatto(LAC).
Links Bibliografici
1) Augmented Reality in a Contact Lens
A new generation of contact lenses built with very small circuits and LEDs promises bionic eyesight
By Babak A. Parviz / September 2009
2) Contact: Emma O’Neill
eaoneill@unimelb.edu.au
61-383-447-220
University of Melbourne
Bionic Vision Australia puts bionic eye in sight
3) Lenti a contatto bioniche? Ci siamo. Quasi
Scritto da Giulia Boschi (Genova – IT)
domenica 24 febbraio 2008-MVPNETWORK
4) Lenti a contatto bioniche
Inserito da admin il Lun, 07/09/2009 – 11:23-Mondo-Expo
http://www.corriere.it/scienze_e_tecnol … aabc.shtml
5) http://drsiravoduilio.beepworld.it/contattologiamedica.htm
6) Occhio bionico, la strada australiana
Presentato un primo prototipo di neurostimolatore per i nervi ottici, che promette numerose possibilità di sviluppo(Claudio Tamburrino)(Punto Informatico- venerdì 2 aprile 2010)
Prof. Duilio Siravo
Presidente Accademia Italiana di Oftalmologia Legale
Tag:ipovisione, lente a contatto bionica, lenti bioniche, occhi, vistaInformazione Delicious Stumble digg Google Bookmarks Articoli Correlati
Prof. Duilio Siravo: la simulazione della applicazione delle lenti a contatto
| http://benessere.guidone.it/2010/09/05/possibile-futuro-impiego-di-lenti-a-contatto-lac-bioniche-nella-cura-della-ipovisione/ | Data Inserimento: 02/12/2010 | Visite: 27900 |
|
Centro Medico di Patologia Clinica Redi | Errori? | Recensione | Vota | Punteggio medio: - | Descrizione: Il Centro Diagnostico Polispecialistico Redimedica è una struttura sanitaria multidisciplinare orientata sia alla diagnosi precoce delle patologie, sia alla prevenzione delle eventuali complicanze, nonchè alla riabilitazione e alla valutazione di screening delle malattie cardiovascolari, senza dimenticare la diagnostica laboratoristica. | http://www.redilab.it | Data Inserimento: 04/03/2013 | Visite: 27899 |
|
Cirrosi epatica | Errori? | Recensione | Vota | Punteggio medio: - | Descrizione: Cirrosi epatica
La cirrosi epatica è un'infiammazione cronica del fegato che decorre con degenerazione e diminuzione numerica degli epatociti, formazione di setti connettivali e zone di degenerazione nodulare che porta ad un grave sovvertimento della normale architettura lobulare dell'organo.
La cirrosi puo' essere il punto di arrivo di differenti malattie:
-puo' essere la tappa finale di un'epatite come la cirrosi post-epatica che colpisce il 10% dei pazienti con epatite B con incapacita' di eliminare il virus del fegato.
Del visus, è stata dimostrata la esistenza e la replicazione con studi di ibridazione molecolare su campioni bioptici.
Non e' noto, purtroppo, il perche' della persistenza del virus in questi casi: si sa che la risposta immune comporta la distruzione degli epatociti infetti da parte dei linfociti attivati e poi la eliminazione del virus dal sangue tramite gli anticorpi specifici, ma in questi pazienti, in genere persistono alti livelli di HBsAg, di HBcAb e di HBeAb; puo' esservi tuttavia Australia-negativita' e questa è la regola nelle epatiti croniche non A e non B che si vanno facendo sempre piu' frequenti come nei casi di epatite post-trasfusionale che è oggi di tipo non A e non B.
Si realizza in questo caso attraverso la proliferazione connettivale a partenza dagli spazi portali ed il propagarsi di questa nell'interno dei lobuli che ne risultano dapprima "sbocconcellati" ai margini e poi frammentati dalla formazione di setti connettivali; le alterazioni degenerative e necrotiche degli epatociti sono rilevanti. Nei casi di epatite acuta con necrosi massiva si verifica invece la formazione di setti passivi da collasso del parenchima come nella cirrosi post-necrotica.
Con modalita' analoghe possono evolvere in cirrosi alcune malattie granulomatose e parassitarie del fegato come la schistosomiasi che puo' essere la tappa finale di una steatosi epatica inerente ad alcoolismo o malnutrizione.
E' dimostrata una correlazione statistica positiva fra consuno di alcool e mortalita' per cirrosi epatica.; il rischio aumenta con la dose e con il tempo; in chi beve piu' di 160 gr, di alcool al giorno, la probabilita' di cirrosi aumenta di molto.
L' alcool etilico viene metabolizzato per il 90% dal fegto dove è trasformato in aldeide acetica per azione di un alcool-deidrogenasi
CH3CH2OH+NAD----------------CH3CHO+NADH+H
La forte richiesta d'ossigeno necessario per la riossidazione di NADH impegna il ciclo di Krebs diminuendo la capacita' di ossidare degli acidi grassi i quali, esterificati a trigliceridi, si depositeranno come tali negli epatociti nella steatosi epatica.
La steatosi epatica , si manifesta con epatomegalia cioe' fegato indolente; le cellule epatiche sono piene di piccole gocce di grasso che spostano nucleo e citoplasma alla periferia ; nelle colorazioni istologiche comuni il grasso viene disciolto e gli epatociti come tante vesciche vuote come nella cirrosi microvescicolare.
La necrosi cellulare costituisce stimolo alla proliferazione delle cellule di Kappfer ed alla deposizione di collagene che si aggrega formando trabecole connettivali detti setti attivi, i quali sconvolgono le architetture lobulari ed in particolare la circolazione intraepatica.
La capacita' di rigenerare degli epatociti porta alla formazione di noduli epatici rigenerati ed anche ad una proliferazione di noduli biliari che e' stata interpretata in chiave rigenerativa.
Nelle fasi terminali il fegato si rimpicciolisce, di conseguenza diventa duro di consistenza ed a superficie irregolare: la sua sezione fara' rilevare in numeri piccoli noduli di color giallastro circondati da anelli di tessuto connettivo denso detto cirrosi anulare di Morgagni-Laennec.
Sono del parere, da ipotesi universalmente accettata, che l'alcool agisce attraverso una carenza proteica dannosa per gli epatociti, per dispepsia da gastrite atrofica degli alcoolisti abituali.
La disputa è sorta per analogia con altre situazioni di steatosi epatica da causa nutrizionale anche se solo una minoranza di questi casi evolve, a mio avviso, in cirrosi.
Nel digiuno protratto come nel malassorbimento intestinale e nell'obesita'
E' ovvio che carenze proteiche aggiuntive che colpisce popolazine di pover nel mondo, possono accelerare l'evoluzione cirrotica di una steatosi epatica alcoolica e puo' essere tappa finale di angiocolite con proliferazione connettivale pericolangitica degli spazi portali con formazione di setti connettivali che si spingono a disorganizzare i lobuli epatici ed a realizzare con loro interconnessione dei ponti fra zone portali e zone centrolobulari. Puo' essere la tappa finale di un'emocromatosi nella quale l'accumulo di ferro danneggia gli epatociti e stimola proliferazione connettivale. Puo' essere la tappa finale del morbo di Wilson nel quale l'accumulo di reme danneggia gli epatociti realizzando in fasi successive la steatosi, la necrosi portando a cirrosi a grossi nodi.
Puo' essere dovuto a difetto di alfa-1-antitripsina che e' una glicoproteina ad azione antitriptica ed antiplasmatica.
Si tratta di una rara malattia ereditaria autosomica recessiva che si manifesta nell'infanzia con cirrosi epatica ed enfisema polmonare.
Federico Cesareo
| http://federico-cesareo.blogspot.com | Leggi Recensioni | Data Inserimento: 12/03/2011 | Visite: 27899 |
|
La malattia di Alzheimer | Errori? | Recensione | Vota | Punteggio medio: - | Descrizione: La malattia di Alzheimer diventa clinicamente evidente tra i 50 e i 65 anni, con perdita generale delle funzioni intellettive piu' elevate e labilita' emotiva,senza deficit neurologici focali; progredisce poi per cinque anni modo caratteristico, fino ad una demenza di grado elevato e alla morte, spesso associata a disidratazione o infezione dell'albero respiratorio.
La TAC mostra una marcata atrofia cerebrale.Vi e' una certa tendenza dei casi a comparire nella stessa famiglia sebbene molti siano sporadici.
Occasionalmente, in alcuni pazienti si possono rilevare sintomi locali come afasia, agnosia, aprassia oppure possono essere preminenti crisi convulsive.
All'esame macroscopico si possono osservare atrofia corticale di solito piu' pronunciata nelle regioni frontali, parietali ed occipitali.
Le superfici di sezione dell'encefalo mostrano una dilatazione compensatoria dei ventricoli, secondaria a perdita di tessuto nervoso in idrocefalo ex vacuo.
Glia spetti istologici piu' importanti della malattia di Alzheimer sono gli ammassi neurofibrillari, le placche senili, la degenerazione granulo-vacuolare i corpi di Hirano.
Le placche sensibili sono strutture focali extracellulari presenti quasi esclusivamente nella corteccia cerebrale, costituite da terminali assonici presinaptici.
Alla periferia delle placche si osservano spesso cellule microgliali e talvolta astrociti.
La degenerazione granulovascolare è caratterizzata da piccolo vacuoli intraneuronali citoplasmatici chiari che contengono un granulo argirofilo . I costituenti di questo granulo sono sconosciuti..
Per i corpi di Hirano che si osservano nei dendriti prossimali si formano inclusioni eosinofile di aspetto vitreo.
Tutte queste strutture si possono osservare in pazienti che non hanno alcuna malattia , ed è il loro numero e la loro distribuzione piuttosto che la loro pura presenza che permette la diagnosi di malattia di Alzheimer .
Il difetto di base della malattia di Alzheimer non è conosciuto. Il numero degli ammassi neurofibrillari e delle placche senili puo' essere grossolanamente correlato col grado di demenza, ma sono oscuri i meccanismi che portano alla formazione di queste strutture.
Recenti dati biologici hanno concentrato l'interesse sulla distribuzione degli ammassi e delle placche .
Le anomalie biochimiche più importanti sono la riduzione dell'acetilcolina e degli enzimi associati, quali l'acetilcolintransferasi e l'acetilcolinesterasi nella corteccia cerebrale, nell'amigdala e nell'ippocampo.
I recettori muscarinici corticali per acetilcolina, rimangono infatti, suggerendo che il difetto è nell'imput colinergico alle aree colpite . Ciò ha portato ad un approfondimento dello studio del nucleo basale di Meynert che fornisce le principali afferenze colinergiche alla corteccia. In tale nucleo, nella forma di questa malattia, vi è una marcata riduzione dei neuroni e in quei residui si possono osservare ammassi neutrofibrillari e degenerazione granulovascolari.
Successivamente altre ricerche hanno dimostrato alterazioni simili in alcuni nuclei basali quali il nucleo della banda diagonale di Broca e quelli settali mediali, che forniscono afferenze colinergiche alla corteccia e all'ippocampo.
Nella corteccia, gli assoni dilatati delle placche senili mostrano abbondanti quantità di colinesterasi ma tale sostanza diminuisce man mano che la placca matura e compare il nucleo centrale di amiloide.
Un altro dato biochimico costantedella malattia di Alzheimer ò una diminuzione nel contenuto corticale di somatostatina, ma per questo dato non vi è spiegazione. | http:// | Data Inserimento: 17/08/2011 | Visite: 27899 |
|
Tonometria Permanente con Lente a Contatto Nanosilver | Errori? | Recensione | Vota | Punteggio medio: - | Descrizione: Tonometria Permanente con Lente a Contatto Nanosilver
Pubblicato il ottobre 20th, 2010 da Giovanna Manna
Il Prof. Tingrui Pan, professore alla Davis University of California Davis e coautore di un articolo sull’argomento pubblicato su Advanced Functional Materials, ha descritto nuove lenti a contatto che potrebbero far progredire le conoscenze di malattie come il glaucoma e salvare la vista a milioni di persone.
Tali lenti sono in grado di monitorare la pressione oculare e rilasciare farmaci all’occorrenza, secondo quanto riportato da ABC Science.
Le lenti a contatto, prodotte in polidimetilsilossano (Pdms), sono molto simili alle attuali lenti a contatto, ma contengono una grata con 64 punti in grado di monitorare autonomamente la pressione dell’occhio e trasmettere le informazioni ad un computer che registra la pressione interna dell’occhio.
Tale computer mette in atto una serie di differenziali acquisizioni diagnostiche atte a comandare il rilascio di farmaci specifici per l’occorrenza di specie.
Per il momento sono iniziate le prime sperimentazioni sugli uomini e, come ricorda la webzine hefutureofthings, in questo modo si eviterà di danneggiare il nervo ottico, combattendo soprattutto il pericolo di glaucoma.
Il glaucoma è una patologia oculare derivante da una pressione eccessiva(ma a volte anche normale o bassa!!) all’interno dell’occhio.
Con tali lenti intelligenti l’oculista potrà intervenire tempestivamente in caso di sbalzo della pressione, qualunque sia quella basale.
Come unico effetto collaterale, le lenti intelligenti potrebbero restringere leggermente il campo visivo a causa dei circuiti.
Nulla a che vedere quindi con le altre LENTI A CONTATTO ideate da alcuni Scienziati di Singapore che hanno messo a punto lenti a contatto in grado di rilasciare nell’occhio medicinali capaci di offrire una valida alternativa alle gocce per le terapie necessarie contro il glaucoma ed altre malattie dell’occhio.
A mettere a punto questo altro nuovo tipo di lenti a contatto è stato l’Istituto di Bioingegneria e Nanotecnologie (IBN) di Singapore che ora è alla ricerca di partner disposti a commercializzare il prodotto.
Le lenti sono in grado di ridurre il passaggio del farmaco in altri organi del paziente diversi dall’occhio attraverso i vasi sanguigni, un noto inconveniente delle gocce tradizionali che può anche provocare seri effetti collaterali.
Sono quindi cose diverse ma sia l’una che l’altra ricerca sulle lenti a contatto possono rivoluzionare il mondo della CONTATTOLOGIA TERAPEUTICA e possono avere futuribili filoni evolutivi di ricerca che potranno allargare il loro impiego in OFTALMOLOGIA CLINICA E DIAGNOSTICA.
BIBLIOGRAFIA
Photopatternable Conductive PDMS Materials for Microfabrication
1. Hailin Cong,
2. Tingrui Pan
Article first published online: 5 JUN 2008
DOI: 10.1002/adfm.200701437
Copyright © 2008 WILEY-VCH Verlag GmbH & Co. KGaA, Weinheim
Advanced Functional Materials
Volume 18, Issue 13, pages 1912–1921, July 9, 2008
Cong, H. and Pan, T. (2008), Photopatternable Conductive PDMS Materials for Microfabrication. Advanced Functional Materials, 18: 1912–1921. doi: 10.1002/adfm.200701437
Author Information
Department of Biomedical Engineering University of California, Davis Davis, CA 95616 (USA)
Email: Tingrui Pan (trpan@ucdavis.edu)
*Correspondence: Tingrui Pan, Department of Biomedical Engineering University of California, Davis Davis, CA 95616 (USA).
Publication History
1. Issue published online: 9 JUL 2008
2. Article first published online: 5 JUN 2008
3. Manuscript Revised: 25 MAR 2008
4. Manuscript Received: 8 DEC 2007
a cura del Prof. Duilio Siravo
Specialista in Oculistica e Oftalmologia Legale
Tag:contattologia terapeutica, lenti a contatto, lenti a contatto in polidimetilsilossano, Oftalmologia clinica e diagnosticaInformazione Delicious Stumble digg Google Bookmarks Articoli Correlati
Occhiali addio!Miopia: nel giro di 10 anni niente più occhiali e lenti a contattoProf. Duilio Siravo: la simulazione della applicazione delle lenti a contatto
| http://benessere.guidone.it/2010/10/20/tonometria-permanente-con-lente-a-contatto-nanosilver/ | Data Inserimento: 02/12/2010 | Visite: 27899 |
| |