hehe, ammesso che la prof. si degli di dirci e non faccia come nel caso del primo esercizio
Nasce, cresce e poi finisce. Per quanto triste è la legge universale. Ciò che è stato nn tornerà. Il massimo che puoi fare è sperare che quello che sarà, sia meglio. Nessun rimorso nè rimpianto, è inutile. Carpe diem: panta rei
Oggi in classe abbiamo sommariamente parlato dell'esercizio. Pare che sia tutto giusto e che in effetti il secondo figlio escluda la possibilità che 1°2° sia associato alla malattia Grazie mille a tutti per la pazienza nell'aiutarci, in particolare a GFPina
Nasce, cresce e poi finisce. Per quanto triste è la legge universale. Ciò che è stato nn tornerà. Il massimo che puoi fare è sperare che quello che sarà, sia meglio. Nessun rimorso nè rimpianto, è inutile. Carpe diem: panta rei
Volevo segnalarvi un cambio di direttiva La prof. è entrata in classe un altro giorno e ha detto che l'esercizio non è così. Ha detto che, non essendo il padre malato, non può essere utilizzato per verificare la trasmissione dell'aplotipo; le uniche ricombinazioni che bisogna seguire sono quelle che avvengono nei cromosomi materni. L'estremo inferiore dell'aplotipo è certamente definibile perchè si osserva la ricombinazione tra 4 e 5 (individuo II-4), ma rimangono dei dubbi sull'estremo superiore: nella madre il marcatore 2 è in omozigosi per cui non si può essere certi su dove aviene la ricombinazione nell'individuo II-2. Alla fine ha indicato come aplotipo 234 Non mi è molto chiaro se devo essere sincera (i locus che analizzo nel padre non sono sempre gli stessi anche se chiaramente le forme alleliche sono diverse?) però mi è sembrato giusto segnalarvi la novità. Ciao!
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Citazione:[i] ma... dopo 2 mesi... bah... non vorrei dire niente comunque...
cioè?
Nasce, cresce e poi finisce. Per quanto triste è la legge universale. Ciò che è stato nn tornerà. Il massimo che puoi fare è sperare che quello che sarà, sia meglio. Nessun rimorso nè rimpianto, è inutile. Carpe diem: panta rei