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volpesfuggente
Nuovo Arrivato
24 Messaggi |
Inserito il - 31 agosto 2010 : 11:47:11
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Salve a tutti! Sono uno studente laureando in Ingegneria Informatica e delle Telecomunicazioni. Sto lavorando alla mia tesi sulle NanoReti e sto cercando del materiale inerente alle cellule ed alle loro modalità di comunicazione. In particolare sto cercando dati numerici circa: - le dimensioni delle cellule - modalità di acquisizione delle "informazioni" da parte delle cellule (recettore-ligando?) - tempi di acquisizione dei ligandi da parte dei recettori - velocità dei ligandi nell'ambiente acquoso
Qualcuno sa indirizzarmi verso qualche fonte specifica? Non essendo il mio campo non è semplice per me. Ho già consultato alcuni testi e svariati link in rete, ma non riesco a reperire i dati numerici che mi occorrono (sto sviluppando un simulatore software, quindi mi servono dei numeri realistici per tararlo e testarlo...)
Grazie a tutti.
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Caivs.Ivlivs
Utente Junior
Città: Brescia
302 Messaggi |
Inserito il - 31 agosto 2010 : 12:31:57
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Le dimensioni delle cellule sono molto variabili, dipende dal tipo di cellula (eucariotica, procariotica, tessuto-specifica, oocita, ecc.); le modalità di acquisizione delle informazioni si basano su sistemi di trasduzione del segnale: nel caso, per es., di un fattore di crescita (che è un agente mitogeno), il ligando viene legato al dominio extracellulare del suo specifico recettore (eccezion fatta per gli ormoni steroidei che possono oltrepassare la membrana e legarsi ai loro recettori citoplasmatici) e attiva una cascata di effettori intracitoplasmatici che, attivandosi a catena, vanno a trasferirsi nel nucleo della cellula fino a legarsi a siti specifici del DNA inducendo la trascrizione di geni che codificano per proteine che aiutano la cellula a ciclare, ossia ad entrare in una fase successiva del ciclo cellulare per potersi poi riprodurre. I sistemi di trasduzione sono innumerevoli; esemplari sono, appunto, la via appena descritta per Ras/Raf/MAP chinasi, oppure la via del fosfatidil-inositolo trifosfato (legata al rilascio di calcio intracellulare), oppure la via precedente Ras/Raf/MAP chinasi legata però al legame di un segnale fibronectinico a un recettore integrinico situato a livello della membrana. Le informazioni riguardanti questi sistemi di trasduzioni le trovi su qualsiasi testo di biologia cellulare. I tempi di acquisizione delle informazioni sono anch'essi molto molto variabili: come saprai, la biologia non è una scienza "matematica" in cui i parametri sono sempre fissi. Il tutto dipende molto dalla locazione della cellula, dalla disponibilità di segnali all'interno della matrice extracellulare, dai suoi punti di comunicazione con le altre cellule. Per esempio, sappiamo che le cellule tumorali hanno tempi di riproduzione (e quindi di trasduzione del segnale mitogeno) estremamente brevi per via della perdita dei punti di "restrizione" (o di controllo del ciclo) che sono andati perduti; abbiamo cellule che sono in fase di quiescenza, e che quindi non si riproducono se non ricevono i segnali di morte di altre cellule; abbiamo cellule che sono in grado di fornire da sé i segnali per la riproduzione (segnalazione autocrina, anch'essa comune nei tumori) e i cui tempi di acquisizione del segnale sono senz'altro più veloci. |
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Donde
Utente Junior
272 Messaggi |
Inserito il - 31 agosto 2010 : 16:18:22
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ciao, a quello che ha scritto caivs vorrei aggiungere che le cellule possono comunicare anche attraverso segnali elettrici, oltre a quelli chimici. questa modalità di comunicazione interessa particolarmente le cellule nervose. in sintesi riguarda variazioni del potenziale di membrana (depolarizzazione) che si propagano lungo le cellule e da una cellula all'altra grazie a canali proteici sensibili al voltaggio che, in seguito variazioni del potenziale, si aprono lasciando passare correnti ioniche e propagando in avanti la depolarizzazione. le cose comunque sono abbastanza complesse e ti rimando per approfondimenti ad un testo di fisiologia cellulare (consiglio l'aidley se te la cavi con l'inglese). la comunicazione elettrica ha il vantaggio, rispetto a quella chimica, di essere più veloce. ma ha anche lo svantaggio di non essere modulabile. un segnale elettrico che si propaga (potenziale d'azione) infatti è un segnale di tipo "tutto o nulla" che ha sempre un'ampiezza definita. le molecole rilasciate per la comunicazione chimica, invece, possono essere rilasciate in quantità diverse. |
"DNA just is. And we dance to its music." |
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Caivs.Ivlivs
Utente Junior
Città: Brescia
302 Messaggi |
Inserito il - 31 agosto 2010 : 17:15:27
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Alla fine comunque, in molti casi, il segnale elettrico trasmesso per via interneuronica viene tramutato in segnale chimico rilasciato dai bottoni sinaptici e captato dai recettori presenti sulla membrana post-sinaptica di un altro neurone. La modalità di segnalazione, in questo caso, è paracrina (anche detta neuronica): il recettore è in prossimità del punto di rilascio del ligando. Quindi diciamo che in molti casi di trasmissione nervosa abbiamo comunque un'integrazione tra segnali di natura elettrica e chimica. |
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Donde
Utente Junior
272 Messaggi |
Inserito il - 31 agosto 2010 : 17:39:03
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giusto ;) per comunicazione elettrica comunque volevo intendere le sinapsi elettriche vere e proprie, nelle quali c'è comunicazione elettrica fra cellule diverse, senza l'intervento di molecole segnale e recettori. le sinapsi chimiche rientrano invece nel tipo di comunicazione che prevede interazioni recettore-ligando, e sono quindi sottoposte a tutte le conseguenze di questo fatto. è vero comunque che il neurotrasmettitore è rilasciato in seguito a segnali elettrici, cioè all'attivazione dei canali del calcio voltaggio dipendenti, e spesso le molecole segnale si legano a recettori canale che generano correnti elettriche nelle cellule postsinaptiche. |
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Caivs.Ivlivs
Utente Junior
Città: Brescia
302 Messaggi |
Inserito il - 31 agosto 2010 : 18:06:46
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Concordo. Però credo che siamo andati un po' oltre rispetto alle specifiche richieste dell'utente. Lui voleva avere dei dati più che altro di tipo quantitativo, ma per ovvie ragioni è molto difficile ottenere misurazioni "statiche" in un campo praticamente infinito come quello biologico. |
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