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Giovanni
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Inserito il
27/04/2005
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Re: Applicabilità del trattamento
Gentile Signor Antonio Mi scuso per non aver risposto subito, ma devo essere sincero non era possibile dare una risposta positiva in poco tempo dato il caso così complicato. Ipertermia per ora è la terapia migliore fra tutte, ma con metastasi secondarie cerebrali diffuse dovrebbe mettersi a contatto * Prof. Paolo Pontiggia Dott. Elisabetta Pontiggia CENTRO DI IPERTERMIA Via Trieste 4/F 27010 SAN GENESIO ED UNITI (PV) Tel. 0382/580185 Fax. 0382/580935 E-mail: info@ipertermia.org
Cordiali saluti da Giovanni
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antonio
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Inserito il
26/04/2005
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Re: Applicabilità del trattamento
forse non hai risposto a me, ma al giovanotto di 7 anni- se puoi rispondimi , la mia domanda precedente ha lo stesso titolo. Grazie
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Giovanni
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Inserito il
26/04/2005
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Re: Ipertermia
Mio caro amico sé hai fatto la chemioterapia con la radioterapia, non avendo avuto dei benefici è preferibile l'ipertermia, fammi sapere dove ti trovi di darò i centri più vicini e affidabili. Cordiali saluti da Giovanni.
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andrea
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Inserito il
25/04/2005
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Re: Ipertermia
sono un banbino di 7 anni con un glioma del tronco infiltrato ho fatto chemio e radio questa terapia puo essere efficace per me
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Antonio
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Inserito il
25/04/2005
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Applicabilità del trattamento
Vorrei sapere se questo trattamento è applicabile a metastasi secondarie cerebrali diffuse e già trattate con bagno radioterapeutico e successivasmente con la stereotassica-derivanti da ca mammamrio co secondarismi epatici.-
Se si vorrei sapere come fare per entratre in contatto con le strutture che applicano questo metodologia grazie
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sissi
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Inserito il
07/04/2005
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Re: Da franco di genova
Caro franco di genova mio padre è affetto come Lei da carcinoma prostatico con metastasi ossee diffuse. io desidererei tanto parlare con Lei in privato. Mi dica se è possibile e come fare. Ringraziandola anticipatamente Le invio comunque la mia email . bluangel2001_@libero.it
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Campigotto
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Inserito il
06/04/2005
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Ipertermia
E' stata da poco inaugurata al Centro Medico della Misericordia di Massa una nuova macchina per ipertermia a radio frequenza, che può aiutare a prevenire e ridurre il tumore e riesce ad aumentare le difese immunitarie. Si tratta di uno strumento che trasmette onde elettromagnetiche in grado di alzare fino a 42 gradi la temperature delle cellule malate, fino a distruggerle, isolando dal calore le parti sane.
La gestione della macchina per l'ipertermia (Syncrotherm) è stata affidata al dottor Luciano Davini, oncologo della riabilitazione al Centro della Misericordia. Il professor Giuseppe Maria Pigliucci del Servizio di Ipertermia clinica del Policlinico di Tor Vergata a Roma, invece, effettuerà consulenze di oncologia chirurgica all’Ospedale di Massa, nella speranza che anche in questo centro possa verificarsi una convenzione dell'ipertermia con il sistema sanitario come sta avvenendo a Firenze, Empoli e Roma.
L'ipertermia si sta diffondendo sempre più anche in Italia. In Giappone, esistono oltre 200 centri che la praticano, lo stesso negli Stati Uniti. L'ipertermia è indicata per il trattamento di tumori solidi (seno, polmone, fegato, stomaco, colon-retto) e per ridurre le metastasi, associata a dosi ridotte di chemio e radio, consente di ottenere il potenziamento delle terapie tradizionali, riducendone gli effetti collaterali. Non solo, è anche in grado di stimolare il sistema immunitario perché provoca la liberazione di sostanze immunoregolatrici, le citochine, che hanno un effetto protettivo per l'organismo. Inoltre il trattamento è mutuato e approvato del nomenclatore nazionale.
Il prossimo 5 dicembre inizierà all’Ircc di Candiolo (Torino) il IV Corso propedeutico di ipertermia oncologica. Di recente, a convalida della serietà della metodica, è stato pubblicato uno studio sul prestigioso Cancer (luglio 2003) "Hyperthermia and its modern use in cancer treatment" di H. Richard Alexander Jr, md, oncologo del National Cancer Institute di Bethesda (Maryland). Nello studio Jones e altri autori hanno dimostrato che il trattamento con ipertermia, aggiunto a chemioterapia e radioterapia, comporta significativi benefici, in termine di tolleranza ed efficacia delle terapie (soprattutto in quei pazienti colpiti da tumori pelvici).
Come funziona l'ipertermia, e come è possibile utilizzarla al meglio? "Il calore produce la rottura del Dna delle cellule tumorali", risponde il professor Paolo Pontiggia, uno dei massimi esperti a livello mondiale di ipertermia, ematologo e oncologo all'Università di Pavia. "Nella normale vascolarizzazione il calore produce la vasodilatazione e la conseguente rapida dispersione del calore, questo non avviene nelle cellule tumorali. Qui, infatti, la neovascolarizzazione impedisce la dispersione del calore, che intrappolato nelle cellule tumorali, le uccide. Su 100 pazienti trattati con il calore, almeno 65 ne hanno tratto benefici concreti. Infatti, in 30 casi su 100, il tumore regredisce o addirittura scompare. In altri 30, l'avanzata del tumore si arresta per qualche tempo. In 5-10 casi su 100, poi si riesce ad ottenere la guarigione completa. Già oggi i risultati ottenuti consentono di affermare che è possibile non solo aumentare la durata della sopravvivenza, ma soprattutto migliorare la qualità della vita. Io ho dei pazienti, con metastasi, in cura da 10 anni che conducono una vita normale".
Inoltre la terapia del calore è indolore e priva di effetti collaterali. Potenzia tute le altre terapie impiegate: riduce e blocca la massa tumorale e rende meno devastante un eventuale intervento chirurgico. I farmaci antitumorali diventano molto più efficaci a 43 gradi L'ipertemia è praticata da diverse strutture ospedaliere italiane e rimborsata dal sistema sanitario", dice Admeto Rolando, ideatore e costruttore dell’apparecchiatura per la terapia (Syncrotherm). "All'Istituto di ricerca per la cura del cancro di Candiolo (Torino) vengono organizzati periodicamente dei corsi per gli oncologi che desiderano approfondire questa tecnica. I corsi danno diritto ai crediti ECM . Inoltre, l'Assie (Associazione Europea di Ipertermia), ha lo scopo di promuovere la diffusione della metodica in campo nazionale ed internazionale, favorendo convegni e congressi. Non solo, l'Assie offre un valido sostegno al paziente oncologico, indirizzandolo nei centri più avanzati dove si pratica l'ipertermia
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Giovanni
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Inserito il
04/04/2005
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Tecnica da provare
.Sono il padre di Elisabetta Io come tutti voi sono sempre alla ricerca di nuove tecniche per un leiomisarcoma di mia figlia. La prima tecnica che pensavo più efficace si basava su BNCT , ora è stata accantonata perchè non era pronta per leiomisarcoma, ho avuto la conferma dalla BNCT PETEEN NEI PAESI BASSI, con questa terapia curano solo tumori al cervello. La terapia che fa mia figlia è l'ipertermia, per ora funziona, ha fatto 8 cicli, stiamo valutando i suoi progressi, lenti si sa ma sono risultati positivi, con la chemioterapia non ha mai visto alcun miglioramento, vi terrò informati continuamente, fra 25 giorni ci sarà una seconda fase di 5 cicli, seguirà una TAC per un controllo, sarete informati, cordiali saluti da Giovanni
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Elia Tropeano
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Inserito il
02/04/2005
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Autore del libro 'terapie istantanee'
Carissimo Cesare, non so cosa combinano con la radio terapia, i miei metodi sono più semplici e si basano sul dialogo terapeuta- paziente, una comunicazione rivolta al cervello dell'ammalato. Di recente ho trattato una signora, che per motivi di privacy non posso citare, affetta da tumore cerebrale, si era sottoposta a radio terapia negli Stati Uniti con una spesa di circa 50.000 Euro e il risultato è stato quello di trovarsi con il 95% del corpo insensibile e per un anno con la massa tumorale intatta. Dopo quindici giorni dal il mio intervento il tumore si è dissolto dei 3/4 e attualmente è estinto. Protebbe essere stata una coincidenza, ma alcuni parenti della signora ritengono che il successo sia dipeso dal mio intervento, altri e la paziente stessa ritengono che sia dipeso dalla radio terapia fatta l'anno prima in america. Ho provato allora con un paziente affetto da tumore al retto e metastasi al fegato e il risultato è stato scomparsa del tumore e riduzione del 50% delle metastasi. Potrebbe trattarsi di una seconda coincidenza perchè il paziente si era sottoposto a chemio terapia. Non vorrei illudermi, ma sembra che i tumori siano le patologie più facili da risolvere, pertanto, cerco qualcosa di più complesso: le malattie degenerative. Comunque, non posso venire a Cosenza, ma posso dialogare con tuo fratello per telefono: il mio cellulare 347 7702568. Ti invio un articolo scientifico che ho pubblicato su internet e che sta riscuotendo un discreto successo. Distinti saluti da Elia tropeano. A cura di Elia Tropeano
UN ANTIVIRUS INFORMATICO PER INTERVENIRE SULLE MALATTIE PSICOSOMATICHE, TUMORI E PATOLOGIE DEGENERATIVE
L’antivirus L’idea di un antivirus informatico mi venne mentre studiavo un caso di gastrite. Il paziente era certo che il suo problema non dipendesse da cause estrinseche, in quanto seguiva un’alimentazione corretta, conduceva una vita regolare, non faceva abuso di farmaci o di altre sostanze, ecc.. Chiesi al signore di identificare un pensiero, un’esperienza vissuta, un’immagine mentale o una qualsiasi rappresentazione, anche di scarsa importanza, che poteva essere collegata al suo problema. Gli venne in mente la figura del dirigente aziendale che lo riprendeva con un certo tono di voce. Domandai se tale pensiero gli provocasse una intensificazione del disturbo gastrico: rispose affermativamente. Lo invitai, allora, a rimpicciolire l’immagine del dirigente e subito riferì che il fastidio si era affievolito, gli suggerii, quindi, di trasformare il tono di voce del dirigente in quello di un simpatico cartone animato: il disagio scomparve e a distanza di tempo non si ripresentò. L’episodio confermava una mia ipotesi: esperienze passate, immagini mentali, rappresentazioni interne, ecc. archiviate in memoria, cioè nell’emisfero destro del nostro cervello, possono provocare nel tempo disturbi psicosomatici. Chiamai le strutture interiori ‘agenti causali interni’ della malattia, ma non compresi la consistenza della loro struttura e il fattore stimolante l’affezione. Ero certo che gli ‘agenti causali interni ’ possedevano qualcosa di anomalo. Scoprii infatti, più tardi, che essi avevano una o più submodalità analogiche visive o auditive insolite che facilitavano la formazione di caratteristiche alterazioni, pertanto bastava identificarle e correggere, proprio come fanno alcuni antivirus o programmi informatici, e ripristinare il sistema alterato. Le submodalità analogiche visive sono: dimensione, il colore, luminosità, distanza, film o fotografia, ecc. delle nostre immagini interne; le submodalità analogiche auditive sono: volume, tono, ritmo, ecc. dei suoni o voci prodotti internamente. Sperimentai ancora una volta la metodica su una donna affetta da ‘rosacea’: da tempo aveva chiazze rosse sul viso e raccontò che il problema le era comparso poco tempo dopo il verificarsi di un’esperienza sgradevole. Consigliai alla signora di rivedere mentalmente quella esperienza al contrario, proprio come quando un film è proiettato alla rovescia e appena dopo constatò che il pensiero non le dava più noia: quando si guardò allo specchio le macchie si erano notevolmente dissolte e nel giro di pochi giorni scomparvero completamente. Usai la metodica su altri soggetti e la tecnica si dimostrò efficace. Alcune persone, però, non riuscivano a trovare dei collegamenti alle affezioni, allora feci scegliere loro esperienze a caso e le modificammo: il procedimento funzionò su alcuni di essi, mentre su altri si svilupparono solo dei miglioramenti. Sperimentai di conseguenza una tecnica affine, senza che il paziente partecipasse in modo attivo e i risultati furono più che incoraggianti; non facevo altro che raccontare una storia inserendo qua e là delle istruzioni antivirali di identificazione dell’agente causale interno e della sua correzione. Una volta raccontai la medesima storia con tono di voce differente e la tecnica sembrò avere maggiore efficacia. Avevo inserito involontariamente un ‘operatore modale di necessità ’ nel tono di voce e probabilmente l’informazione era arrivata nel punto ove agiscono gli operatori modali, cioè tra la struttura di riferimento (la somma di tutte le nostre esperienze) registrata nell’emisfero destro, e la struttura linguistica completa. Gli operatori modali sono fattori di cancellazione che rimuovono intere frasi nella struttura linguistica completa (profonda). Provai la variante su di un ragazzo affetto da epilessia e nel giro di una settimana le crisi scomparvero; poi su di un signore affetto da tumore cerebrale, dopo quindici giorni la massa tumorale si era dissolta di ¾ e dopo circa un mese era praticamente scomparsa; in questo ultimo caso poteva trattarsi di una coincidenza perché il paziente molto tempo prima del mio intervento si era sottoposto a radioterapia; alcuni suoi parenti, tuttavia, sostengono che il successo sia dipeso da me. Non è da escludere che i tumori e le malattie degenerative possano essere causate da zone di memoria contenenti submodalità abnormi la cui attività provoca nel tempo effetti patologici devastanti mettendo in ginocchio interi apparati organici e in crisi altri sistemi. Non ho prove che le anomalie presenti in alcuni punti della struttura di riferimento possano infettare la struttura stessa, ciò nonostante l’idea dell’antivirus è una possibilità da prendere in considerazione. Per le malattie degenerative penso che la soluzione definitiva sia quella di installare nel paziente un programma comportamentale in grado di leggere rapidamente la struttura di riferimento, d’identificare parti contenenti submodalità anomale, pulirle o metterle in quarantena e proteggerla da input esterni in grado di attivare altri siti di memoria quiescenti in essi registrati. Si può anche pensare ad un programma che aggiorni la struttura di riferimento. E’ possibile che esperienze vissute, rappresentazioni, ecc. della nostra prima infanzia contengano delle submodalità insolite. L’esempio è quello di un adulto che visita la casa dove ha vissuto la primissima infanzia e nota che le dimensioni delle stanze o del giardino, ecc. sono diverse ( più piccole) di quelle rappresentate in memoria, e pertanto da l’avvio all’aggiornamento del ricordo. Per quanto riguarda la progettazione bisognerebbe codificare le istruzioni antivirali in un programma comportamentale (strategia) e installarle in un paziente. L’istallazione dovrebbe avvenire tra la struttura di riferimento e la struttura linguistica completa, ove agiscono gli operatori modali e l’operatore-R che seleziona e copia i singoli stadi dei programmi. Per la progettazione e installazione delle strategie (seguenze di sistemi rappresentazionali) vedi ‘Programmazione neurolingiustica di Richard B. & company, Astrolabio, 1982 Roma’ o mediante le modalità di programmazione vedi ‘Neuro-programmazione digitale, Terapie istantanee, Pitagora Editrice, 2004 Bologna. L’idea dell’antivirus possiede qualche analogia col metodo del reimprinting di Robert Dilts (vedi Convinzioni, 1998 Astrolabio, Roma), il suo metodo consiste nel trovare l’imprinting, l’esperienza alla base della patologia, prelevare risorse dallo stato presente e immetterle nella fase d’imprinting. In sintesi: la struttura di riferimento, cioè la somma di tutte le nostre esperienze, produce il linguaggio, capacità, convinzioni, creatività, ecc. da un lato e dall’altro, talvolta, problemi psichici e somatici o gravi alterazioni psicofisiologiche.
TRASFERIMENTO INTEREMISFERICO DELLE INFORMAZIONI
Trasferimento interemisferico Una signora interessata al mio modello disse di avere molti problemi. Le feci scegliere il più grave e immediatamente alzò gli occhi in alto a destra, un’immagine costruita. Riferì di avere il problema da diverso tempo. Le spiegai che l’emisfero destro per memorizzare un’immagine impiega meno di un decimo di secondo e, nonostante fosse già trascorso quel tempo, il suo cervello non lo aveva ancora fatto. Probabilmente, l’immagine possedeva delle submodalità anomale che, una volta inviata nell’emisfero destro, avrebbero generato delle somatizzazioni nel tempo e perciò l’emisfero le aveva riconosciute e aveva impedito il trasferimento. Un problema, serio, sarebbe stato quello di un mancato riconoscimento e di un invio irregolare, anche se la cosa poteva essere risolta con un’estrazione e correzione a livello dell’emisfero dominante e di un nuovo invio in memoria , emisfero destro. Per costruirsi il problema, in ogni modo, era costretta ad un certo dispendio d’energia: doveva ripetere in qualsiasi momento della giornata, in ogni istante, la stessa immagine, altrimenti questa sarebbe svanita, sia perché nell’emisfero sinistro ci si trova a memoria zero sia per l’entrata in azione di un correttore naturale. Si trattava di un’immagine a distanza normale, ma due elementi erano rappresentati in modo inconsueto: la sua immagine più piccola e quella di una seconda persona più grande del normale. Quando le feci allontanare l’immagine i due elementi rimasero inalterati e la cosa fu insolita perché la distanza fa diminuire le dimensioni. A quel punto le consigliai di ingrandire la sua figura e rimpicciolire l’altra persona e subito riferì di non avvertire più noie. Provai a farle allontanare nuovamente l’immagine, ma dopo aver spostato gli occhi in alto a sinistra (immagine ricordata), spiegò di non avere più problemi. La nuova immagine, arrivata in memoria, non le avrebbe causato conseguenze future, ma solo un ricordo di scarsa importanza (Tratto da Elia Tropeano, Terapie istantanee, Pitagora Editrice, 2004 Bologna, cfr. pp. 72-73). Nota: quando una persona sposta gli occhi in alto a destra sta costruendo delle immagine mentali; quando li sposta in alto e a sinistra si tratta di immagini ricordate, localizzate in memoria, cioè nell’emisfero destro del cervello. Lo schema è valido per le persone normalmente organizzate, per i mancini gli indizi di scansione oculari sono invertiti.
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CESARE
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Inserito il
01/04/2005
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Cesare da cosenza
MIO FRATELLO HA 40 ANNI DA 14 ANNI HA UN ADENOMA IPOFISARIO OPERATO PER BEN 7 VOLTE NEL 96 HA FATTO LA RADIO TERAPIA A PORDENONE AVIANO, CON LA RADIO IL TUMORE RADIATO E' DIVENTATO OGGI UN SARCOMA. CHIEDO SE E' POSSIBILE CHE LUI POTRA' FARE QUESTA NUOVA TERAPIA. CESARE DA COSENZA. GRAZIE
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