Dal cuore al cervello Le 5 sfide della ricerca

Primi risultati incoraggianti L’ultima scoperta: la possibilità di riparare i danni dell’infarto

L’elenco si allunga di giorno in giorno: gli esperimenti con le cellule staminali si moltiplicano. Topi e ratti sono ancora i «pazienti» privilegiati, ma la ricerca, attivissima nei laboratori, sta arrivando anche nelle corsie degli ospedali per le prime prove sull’uomo. Incoraggianti sia per i ricercatori sia per i milioni di malati che hanno riposto le loro speranze di sopravvivenza nelle nuove cure.

CUORI RIPARATI - L’ultima notizia è arrivata dal congresso europeo di cardiologia appena conclusosi a Vienna: cellule staminali del midollo osseo sono in grado di riparare cuori danneggiati da infarto e addirittura di evitare la sostituzione dell’organo. Il cuore ha fatto da apripista per questo tipo di terapia (battuto soltanto da cornea e pelle, da tempo riparate grazie alle cellule staminali moltiplicate in laboratorio): i primi esperimenti sono stati condotti in Germania con risultati positivi, pubblicati sulla rivista Lancet , e negli Usa dove, in alcuni casi, si sono risolte con un insuccesso: quando sono state utilizzate cellule del muscolo, queste ultime hanno creato problemi di aritmie nei pazienti.

Anche in Italia si stanno conducendo esperimenti analoghi: dopo Padova e Mestre è stata la volta del Policlinico di Milano con una sperimentazione su due pazienti.

MALATTIE DEI MUSCOLI - La distrofia di Duchenne, malattia genetica senza cura che provoca indebolimento progressivo dei muscoli fino alla loro completa paralisi, è quella su cui si stanno concentrando gli sforzi dei ricercatori. La ricerca sui topi è promettente: se si iniettano cellule staminali nei loro muscoli paralizzati, gli animali riprendono a camminare. Al Centro Dino Ferrari del Policlinico di Milano sono riusciti a isolare una cellula del sangue, capace di trasformarsi in muscolo, e sono in programma alcuni esperimenti su pazienti.

CERVELLO E NERVI - Parkinson e Alzheimer sono i «grandi» candidati per la terapia con staminali. Nel primo caso alcuni esperimenti sui pazienti non hanno avuto buon esito: è difficile far arrivare le cellule al posto giusto e fare in modo che funzionino correttamente. Si è ricominciato dagli animali. Terzo campo d’azione: l’ictus. Si spera, come è già stato dimostrato nei topi, che l’iniezione di cellule sia in grado di riparare i danni da mancato afflusso di sangue.

I TUMORI - Il trapianto di midollo ha rappresentato finora una delle terapie più efficaci per combattere leucemie e linfomi e per curare malattie del sangue come la talassemia. Oggi, invece, si ricorre alle cellule staminali: a differenza di altri casi, dove si utilizzano prevalentemente quelle adulte o quelle ricavate da feti abortiti, in questi si sfruttano le staminali nel sangue del cordone ombelicale. Con ottimi risultati. Scarsi successi ha avuto invece il trapianto di staminali in altre forme di tumori come quello al seno.

PANCREAS E RENE - Il primo è l’organo che produce insulina e una defaillance delle sue cellule del Lagherans è responsabile del diabete: la soluzione, già provata con successo sugli animali, potrebbe essere rappresentata dal trapianto di staminali. Lo stesso vale per il rene che costringe alla dialisi o al trapianto quando smette di funzionare: le staminali sono in grado di «ricostruirlo» dall’interno. Per ora nei ratti.

Fonte: (08/09/2004)
Pubblicato in Analisi e Commenti
Tag: ricerca, cuore, cervello

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