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Cancellare i brutti ricordi? La chiave è nel cervelletto


E quanto ha scoperto un ricercatore italiano con esperimenti su animali; lorgano che si credeva deputato solo allattività motoria è invece anche sede di ricordi emozionali

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E' quanto ha scoperto un ricercatore italiano con esperimenti su animali; l'organo che si credeva deputato solo all'attività motoria è invece anche sede di ricordi emozionali

Cancellare definitivamente i brutti ricordi, ovvero la memoria della paura. In un prossimo futuro potrebbe diventare possibile: le ultime ricerche internazionali hanno infatti dimostrato che il cervelletto, contrariamente a quanto creduto sino ad oggi, non presiede solo all'attività motoria, ma gioca un ruolo importante anche per l'area emozionale. Intervenire su di esso dunque, affermano gli esperti, è la via giusta per arrivare a fare tabula rasa dei ricordi collegati a sentimenti di paura.

E che non si tratti di fantascienza, lo dimostrano le sperimentazioni in tal senso già condotte in laboratorio sui topi ed i cui risultati sono molto incoraggianti. Ad illustrarli, il neurofisiologo Piergiorgio Strata, dell'Università di Torino e della Fondazione Santa Lucia, in occasione del II Convegno internazionale sul cervello umano svoltosi nei giorni scorsi a Roma.

''Si era sempre pensato che il cervelletto - ha spiegato Strata - presiedesse esclusivamente all'area motoria e, dunque, al controllo dei movimenti. E' stato invece dimostrato che pazienti con lesioni al cervelletto presentano disturbi non di natura motoria bensì legati alla sfera emozionale-cognitiva.
Il cervelletto, dunque - ha affermato l'esperto - è legato anche all' area delle emozioni''. Si tratta, ha aggiunto il direttore dell'Unità di riabilitazione neurologica della Fondazione Santa Lucia, Mario Molinari, di ''un'acquisizione nuova: si è infatti dimostrato che il cervelletto ha anche la funzione di regolare le nostre risposte emozionali e le nostre reazioni alle differenti situazioni''.

A questo punto, i ricercatori si sono chiesti se un condizionamento di paura possa lasciare una traccia visibile nel cervelletto. E per trovare una risposta hanno effettuato esperimenti su topi di laboratorio: i topi sono stati sottoposti ad uno stimolo acustico seguito, subito dopo, da una scossa sul pavimento della gabbia. Dopo alcuni tentativi, gli animali, sentendo il solo suono, mostravano i segni della paura che manifestavano, ha spiegato Strata, con uno stato prolungato di mobilità. Ma questo tipo di condizionamento ha lasciato una traccia nel cervelletto del topo? ''Si' - è la risposta di Strata - ed infatti abbiamo verificato, nei topi sottoposti alla situazione di paura, una modificazione di un particolare tipo di sinapsi del cervelletto; abbiamo, cioè, dimostrato che a tale condizionamento corrisponde una modificazione di natura chimica della sinapsi, visibile anche a distanza di un giorno''.

Ma se la paura rimane memorizzata in questa particolare struttura cerebrale, mettendo fuori gioco la sinapsi incriminata, anche il ricordo della paura dovrebbe essere cancellato: un'operazione possibile, ha detto Strata, grazie all'ingegneria genetica. I ricercatori hanno, infatti, eseguito l'esperimento sui topi, mettendo appunto fuori uso il gene che codifica la proteina legata a quella che si potrebbe definire la sinapsi della paura. Il risultato è stato che il topo così geneticamente modificato, sottoposto ad un condizionamento di paura non riesce a memorizzarne il ricordo. Un grande passo avanti, anche se il passaggio all'uomo, ha precisato Strata, non sarè immediato: ''Stiamo ora sperimentando, sempre sui topi, una nuova molecola fabbricata in Giappone - ha annunciato l'esperto - che ha appunto la funzione di bloccare la proteina legata a questa particolare sinapsi, con l'obiettivo di cancellare la memoria della paura. La molecola - ha spiegato - viene iniettata direttamente nel cervelletto con una semplice iniezione''. Un ''primo passo rivoluzionario - ha concluso Strata - per arrivare, in un prossimo futuro, a cancellare i brutti ricordi e la paura anche nell'uomo''.


Fonte: Newton (28/10/2004)
Pubblicato in Medicina e Salute
Tag: memoria, ricordi, cervelletto
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