Tumore seno, da terapia genica nuovi promettenti risultati
Dalla terapia genica un nuovo e promettente passo avanti nella lotta al tumore al seno: una nuova terapia farmacologica basata sul gene P53, un oncosoppressore che ha la funzione di frenare il tumore,
Dalla terapia genica un nuovo e promettente passo avanti nella lotta al tumore al seno: una nuova terapia farmacologica basata sul gene P53, un oncosoppressore che ha la funzione di frenare il tumore, iniettata direttamente nel tumore prima di ricorrere alla chirurgia, si e' infatti dimostrata capace di ridurre le dimensioni della massa tumorale di circa l'80% in un gruppo di pazienti con un cancro al seno localmente avanzato. Lo dimostra uno studio della University of Texas M.D. Anderson Cancer Center, coordinato dal ricercatore italiano Massimo Cristofanilli e presentato in occasione dell'annuale Simposio sul cancro al seno a San Antonio, in Usa. La nuova terapia, denominata Advexin, ha spiegato il ricercatore, ha l'effetto di potenziare la risposta immunitaria locale sul lungo termine, determinando cosi' una riduzione delle dimensioni del tumore. Il gene p53 ha un ruolo cruciale: circa la meta' delle donne affette da cancro al seno in stadio localmente avanzato presentano, infatti, delle mutazioni a livello di tale gene, che gioca un ruolo fondamentale nel contrastare lo sviluppo del tumore.
Una svolta viene dunque dalla nuova terapia che, avvalendosi di un vettore virale fatto con un adenovirus (simile al virus del raffreddore e capace di migrare nei muscoli senza dare una reazione immunitaria) ha l'obiettivo di 'trasportare' alte concentrazioni di p53 verso le cellule cancerose. Il tutto attraverso delle iniezioni direttamente nella zona tumorale. Promettenti, seppur assolutamente sperimentali, i risultati ottenuti. Lo studio coordinato dal ricercatore italiano ha infatti considerato 12 pazienti che presentavano un tumore al seno di dimensioni notevoli, pari a circa 8 centimetri. Ciascuna delle pazienti e' stata trattata con un ciclo di iniezioni di Advexin direttamente nel tumore e, quindi, con un ciclo di chemioterapia. La terapia combinata ha portato ad una riduzione significativa della massa tumorale, con un 'rimpicciolimento' del tumore di oltre il 50% fino a misurare 1,78 centimetri rispetto agli 8 iniziali. Una differenza fondamentale per le pazienti che, grazie agli effetti della terapia, hanno potuto optare per la rimozione del solo tumore, evitando cosi' un intervento di mastectomia per l'asportazione dell'intero seno. Dopo l'intervento chirurgico, inoltre, i ricercatori hanno esaminato campioni dei tessuti tumorali asportati: tutti presentavano un livello piu' alto di p53, il che dimostrerebbe che un incremento di tale proteina e' legato ad una minore progressione del cancro. A venti mesi dall'intervento chirurgico, il cancro e' ricomparso in due delle 12 pazienti trattate ed una delle pazienti e' deceduta. Si tratta, ha commentato Cristofanilli, di ''una risposta migliore rispetto a quella osservata di solito nella maggioranza delle pazienti con cancro al seno localmente avanzato''. Ulteriori studi saranno ora necessari per convalidare la nuova terapia, incluso un confronto diretto, ha sottolineato Cristofanilli, per verificare gli effetti della terapia a base del gene p53 rispetto alla chemioterapia.
Fonte: (13/12/2004)
Pubblicato in Cancro & tumori
Tag:
seno,
terapia genica,
Italia,
Cristofanilli,
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