Desideri e necessità degli scienziati europei sulle nanotecnologie
I risultati di un sondaggio online su Una strategia europea per le nanotecnologie mostrano chiaramente le aree che i ricercatori europei considerano prioritarie. I partecipanti hanno concordemente c
I risultati di un sondaggio online su 'Una strategia europea per le nanotecnologie' mostrano chiaramente le aree che i ricercatori europei considerano prioritarie. I partecipanti hanno concordemente chiesto più finanziamenti europei, nuove infrastrutture, maggiore insegnamento e formazione alle nanotecnologie, più ampia cooperazione internazionale, dialogo con la società. L'indagine è stata condotta da Nanoforum, un network tematico finanziato nell'ambito del Quinto programma quadro (5PQ) dell'UE, in collaborazione con la Commissione europea.
Oltre il 90% dei partecipanti ha ammesso che nei prossimi dieci anni le nanotecnologie avranno un forte impatto sull'industria europea, mentre l'80% pensa che l'impatto sarà sentito anche dai cittadini europei. Per quanto riguarda i settori d'impatto, i partecipanti si aspettano che i più importanti saranno chimica e materiali, seguiti da biotecnologie, TIC (Tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni), cure sanitarie, sicurezza e difesa.
Le opinioni sulle aree che dovrebbero essere considerate prioritarie per il finanziamento dell'UE sono divise. 'Le nanotecnologie per applicazioni di sensori' è stato il più indicato con poco più del 16% dei voti, ma altri sette campi sono stati scelti da un numero appena inferiore di partecipanti, alcuni dei quali hanno indicato tutte le aree.
'È impossibile dare un ordine di priorità ai temi di R&S (Ricerca e sviluppo)', ha dichiarato un partecipante. 'Se vogliamo essere concorrenziali, bisogna studiare TUTTE le aree in modo equilibrato. Trascurarne qualcuna potrebbe avere conseguenze imprevedibili sulle rimanenti', ha scritto un altro.
Il 79% circa dei partecipanti ha chiesto un consistente aumento del finanziamento dell'UE alla ricerca sulle nanotecnologie, mentre il 25% che ha chiesto addirittura di portarlo al doppio o anche oltre. Anche i punti di vista sull'opportunità di concentrarsi sulla ricerca fondamentale o su quella applicata sono risultati divisi.
Tra i partecipanti, il 96% considera importante la collaborazione con i paesi industrializzati, mentre l'87% appoggia la collaborazione con i paesi in via di sviluppo. Il principio di un codice internazionale di buona condotta ha avuto un vasto appoggio.
I partecipanti hanno suggerito che la collaborazione in Europa dovrebbe essere rafforzata con nuovi organismi, ad esempio un CER (Consiglio europeo della ricerca) o un centro europeo di ricerca sulle nanotecnologie. Le piattaforme tecnologiche sono state considerate con favore come un passo in questa direzione.
A proposito dell'attuale programma quadro, 6PQ, vari partecipanti hanno sottolineato l'enfasi eccessiva sulle nanoscienze per i consumatori e sulle applicazioni di uso quotidiano, così come sui temi di alto livello (elettronica e medicina), mentre, è stato scritto in numerose risposte, gl'inviti a presentare proposte ignorano la ricerca in altri settori (ad esempio alimenti, cure personali, tessili) che possono influire sulla vita di tutti i giorni.
Il sondaggio è stato anche lo spunto per numerosi inviti a ridurre le dimensioni dei progetti di ricerca dell'UE e a concentrarsi più chiaramente sulle nanotecnologie. Coloro che avevano esperienza di partecipazione ai progetti dell'UE hanno anche citato la paralizzante burocrazia e il saldo negativo tra costi e benefici.
Al sondaggio hanno partecipato 720 persone (altre 29 hanno scritto direttamente alla Commissione europea), in massima parte (93%) basate in Europa (un terzo in Germania o Regno Unito).
Per il testo dei risultati del sondaggio: http://www.nanoforum.org
Fonte: (22/12/2004)
Pubblicato in Analisi e Commenti
Tag:
nanotecnologie,
UE,
nano%
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