Staminali e tumori, un convegno a Torino
I tumori del colon contengono un gran numero di cellule staminali ed e stato messo a punto un farmaco che, sperimentato su cavie animali, si e dimostrato capace di incidere su tali cellule uccidendo
I tumori del colon contengono un gran numero di cellule staminali ed e' stato messo a punto un farmaco che, sperimentato su cavie animali, si e' dimostrato capace di incidere su tali cellule uccidendole. La scoperta e' stata presentata dallo studioso olandese Hans Clevers, del Netherlands Institute for Developmental Biology di Utrecht. Clevers, all'annuale workshop dell'Embo (l'Organizzazione europea per la biologia molecolare) all'Istituto ricerca e cura del cancro di Candiolo (Torino) ha spiegato come i tumori che partono dal colon contengono un gran numero di cellule staminali e come, somministrando agli animali da laboratorio un farmaco capace di rendere inattivo il gene che mantiene la staminalita', le cellule del cancro maturano e muoiono. "La scoperta ha risvolti molto incoraggianti. Se si riesce a far si' che la cellula staminale del cancro si differenzi, cioe' maturi, questa acquisisce le caratteristiche di una cellula normale e poi muore. Proprio come tutte le cellule normali" spiega Paolo Comoglio, direttore scientifico dell'Irrc di Candiolo che ha organizzato il terzo convegno internazionale dell'Embo sulla crescita invasiva delle cellule del cancro. "La nuova frontiera della ricerca sul cancro e' lo studio delle cellule staminali come origine delle neoplasie.
Ma con le restrizioni alla ricerca imposte dalla legge 40 in Italia questi studi si fanno sempre piu' difficili". Lancia l'allarme il direttore scientifico dell'Istituto di ricerca e cura del cancro di Candiolo, Paolo Comoglio. "Le staminali embrionali sanno fare tutto e per questa ricerca sull'origine del cancro sono molto piu' adatte -continua Comoglio- Abbiamo provato a lavorare sulle staminali del cordone ombelicale, ma sono gia' mature e servono a poco". Di diverso parere il genetista Angelo Vescovi, dell'Istituto di ricerca sulle cellule staminali del San Raffaele di Milano, tra i relatori del workshop di Candiolo. "La ricerca sulle staminali embrionali puo' essere utile, anche se e' molto piu' probabile che alcuni tipi di tumori derivino da quelle adulte. Ma in questo momento, stante l'attuale legislazione italiana, gli studi in questo settore si possano tranquillamente sviluppare anche senza lavorare sulle embrionali. Chiunque sostenga che non si puo' fare dice baggianate". "Finora credevamo che ciascuna cellula malata potesse riprodursi esponenzialmente, sviluppando il cancro -ribatte Comoglio- Ora, invece, comincia a profilarsi l'ipotesi che ogni cellula staminale si autoriproduca e poi dia origine a una serie di cellule differenziate che, a un certo punto, si esauriscono e muoiono". "In metafora, le staminali sono come le radici dell'albero-tumore che, per quanto venga potato e segato, mantiene tutta la sua potenzialita' di germogliare di nuovo. Bisogna agire sulle radici per avere un risultato definitivo". Questa teoria spiegherebbe, tra l'altro, il motivo per cui alcuni chemioterapici non ottengono l'effetto sperato.
Fonte: (14/06/2005)
Pubblicato in Cancro & tumori
Tag:
Staminali,
tumori
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