Biobanche in rete, parte progetto pilota
In attesa di una normativa sulla raccolta dei materiali biologici per fini scientifici, parte da Genova, gia sede dell Istituto Italiano di Tecnologie, un progetto pilota per avere un sistema di map
In attesa di una normativa sulla raccolta dei materiali biologici per fini scientifici, parte da Genova, gia' sede dell' Istituto Italiano di Tecnologie, un progetto pilota per avere un sistema di mappatura, organizzazione, coordinamento e controllo delle biobanche. Il progetto nasce da una iniziativa del Centro nazionale per le risorse biologiche (Cnrb), con sede a Genova, coordinato a livello italiano dal Comitato nazionale per la biosicurezza e le biotecnologie della presidenza del consiglio dei ministri, e verra' poi esteso a tutto il territorio nazionale. ''Qualsiasi laboratorio puo' conservare materiale biologico - sottolinea Leonardo Santi, presidente del Comitato nazionale per la biosicurezza e le biotecnologie - ma che garanzie da' su come e per quanto tempo viene conservato, sulla sua origine, sul rispetto delle norme relative al consenso informato del donatore? Questi sono solo alcuni degli interrogativi a cui dobbiamo dare una risposta''. Attraverso un network informatizzato di tutti i centri, si metteranno a fattor comune dati ed informazioni. Il governo, ha annunciato Santi, ha stanziato 1,5 milioni di euro a favore del Comitato nazionale per le biotecnologie da destinare all' informatizzazione del sistema nazionale delle biobanche.
Attraverso l' istituzione e la regolamentazione delle biobanche, i dati delle ricerche possono essere standardizzati. La regolamentazione, inoltre portera' ad un sensibile abbattimento dei costi. Il progetto prevede, fra l' altro, la realizzazione di un sito web multilingue per diffondere le informazioni raccolte a livello nazionale ed internazionale, una sorta di glossario delle colture cellulari e cataloghi on-line. ''Oggi - prosegue Santi - i centri piu' strutturati e piu' grandi si sono dati delle regole, ma non vincolanti. E' tempo che si cominci a mettere ordine e a stabilire invece norme certe e sicure. E' stata scelta la Liguria perche' in Italia e' stata la prima ad occuparsi di biotecnologie. La Liguria affronta il problema dei criteri per autorizzare queste banche di materiale biologico, per poterle certificare in sintonia con l' Ocse e la commissione europea. Si e' prossimi alla meta per quanto riguarda l' impianto generale internazionale, si tratta di anticiparlo con l' esperienza ligure''. Il progetto ha suscitato molto interesse negli Stati Uniti. Il Professor Antonio Giordano, direttore dell' Istituto Sbarro per la ricerca sul cancro di Filadelfia, commenta l' iniziativa con entusiamo: ''Avere questa banca biologica e' importantissimo - ha affermato - perche' molti dei grandi risultati della ricerca scientifica devono essere validati con lo studio su materiale biologico, il che' e' difficilissimo da avere. Negli Stati Uniti abbiamo un grandissimo problema sulla raccolta di materiale biologico per l' infinita' di regole, per la questione etica, per il sistema sanitario basato sulle assicurazioni privati. E' difficilissimo riuscire a raccogliere questo materiale. Con l' iniziativa di Genova, attraverso l' organizzazione americana che io dirigo stringeremo un rapporto diretto tra gli Usa e l' Italia''. Le strutture che rispondono ai requisiti stabiliti dall'Ocse per essere considerate ''Biobanca'' attualmente presenti in Liguria sono quattro: all'Istituto Giannina Gaslini presso il Laboratorio di malattie metaboliche, conserva prevalentemente linee genetiche; all'Ospedale Galliera presso Genetica, conserva prevalentemente linee genetiche; All'Ist di Genova, conserva soprattutto linee tumorali; all'Ospedale San Martino presso Ematologia, conserva campioni di midollo osseo e cellule staminali da midollo e linee riguardanti patologie onco-ematologiche. Le biobanche del Gaslini e del Galliera sono 2 delle 7 biobanche in tutt'Italia finanziate da Telethon.
Fonte: (18/07/2005)
Pubblicato in Analisi e Commenti
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banca,
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