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Farmaco intelligente che sa leggere il Dna

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Ci sono pazienti che rispondono bene ad alcuni medicinali ed altri no, e la maggior parte dei farmaci assunti attualmente funziona su meno della metà delle persone cui vengono prescritti. Non parliamo

Ci sono pazienti che rispondono bene ad alcuni medicinali ed altri no, e la maggior parte dei farmaci assunti attualmente funziona su meno della metà delle persone cui vengono prescritti. Non parliamo poi degli effetti collaterali causati da alcune medicine, che in alcuni casi possono essere addirittura peggiori della stessa malattia. Ora, con le nuove tecniche genetiche, comincia ad essere possibile una personalizzazione sempre più precisa dei farmaci. La base di tutto è negli studi sul Dna: presto sarà possibile stabilire con precisione non solo se certi pazienti sono predisposti a determinate malattie, ma a quale tipo di affezione in particolare e quale potrebbe essere la terapia più adatta, il tutto in base al loro Dna. Visto che le case farmaceutiche di tutto il mondo ritengono probabile l’esistenza di collegamenti tra le diverse malattie e le variazioni genetiche, sono allo studio farmaci che potranno adattarsi ai profili genetici di ciascuna persona. Il cardiologo americano John Kane dell’UCSF Cardiovalscular Research Institute, antesignano nel campo delle genetica applicata alla farmacologia, ha prelevato campioni da persone che hanno avuto attacchi cardiaci o disturbi al cuore e, comparando i geni di questi pazienti con quelli di individui sani, conclude che almeno la metà delle mutazioni genetiche collegate a problemi cardiaci non hanno nulla a che vedere con i livelli di colesterolo o con la pressione sanguigna.
Secondo Kane, possono esserci forme diverse di affezioni cardiache dipendenti dalla configurazione genetica di ciascun individuo, pertanto un medico potrebbe prescrivere ad un paziente cardiopatico una medicina antinfiammatoria, anziché una che abbassi il livello di colesterolo, perché più efficace secondo il quadro genetico di quel paziente.
La Roche ha lanciato lo scorso gennaio l’Amplichip, il primo test genico approvato dalla Food&Drug Administration. L’Amplichip individua le variazioni genetiche che influenzano l’azione di due enzimi del fegato responsabili del livello di metabolizzazione delle medicine, e identifica le risposte dell’organismo ad una grande varietà di farmaci. L’adozione di dispositivi del genere per selezionare la giusta medicina e nella giusta dose in base al quadro genetico del singolo paziente, consentirebbe alla Sanità il risparmio di cifre esorbitanti; si pensi che ogni anno negli Stati Uniti, 2,2 milioni di persone manifestano reazioni collaterali alle medicine prescritte e più di 100.000 di questi malati muoiono per questi effetti collaterali. Si discute però anche se queste cure personalizzate riducano o incrementino la spesa in medicinali.
La medicina personalizzata si basa sulla probabilità e l’interpretazione dei dati: la presenza di un singolo gene o combinazione di geni, rende probabile che una persona sviluppi o eviti una malattia in particolare ma il risultato non è quasi mai certo al 100%. Dna, Rna, proteine, giocano tutti un ruolo importante nello sviluppo delle malattie, ma la maggior parte di queste interazioni non è ancora nota. Molti i timori: per esempio che venga rifiutata sulla base del test genico una polizza sanitaria o addirittura un posto di lavoroe non solo in ambito scientifico e politico ma anche finanziario. Cosa accadrebbe poi se una medicina che apparentemente non causa effetti collaterali, risultasse stimolante per un gene collegato allo sviluppo del cancro? La Fda richiederebbe a quel punto anni di test per dimostrare che la medicina non causa il cancro? In ogni caso, la comunità medica ha fiducia nel fatto che lo screening genetico possa essere efficacemente applicato per la cura di malattie diverse quali cancro, Alzheimer, depressione, disordini del sistema immunitario. Sarà possibile comprendere i motivi per cui alcune malattie sono più dannose per alcuni individui piuttosto che per altri, effettuare diagnosi più accurate, terapie più efficaci, evitare sprechi ed effetti collaterali.

Fonte: LaRepubblica (13/09/2005)
Pubblicato in Genetica, Biologia Molecolare e Microbiologia
Tag: Farmaco, medicinali
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