Biotech per sfamare il mondo
Produrre piu' derrate alimentari con meno risorse e maggiore rispetto per l'ambiente. E' questa la sfida del XXI secolo, e per affrontarla un'arma vincente e' rappresentata dalle b
Produrre piu' derrate alimentari con meno risorse e maggiore rispetto per l'ambiente. E' questa la sfida del XXI secolo, e per affrontarla un'arma vincente e' rappresentata dalle biotecnologie. E' il messaggio lanciato oggi da vari esperti in occasione di un incontro all'Accademia nazionale dei Lincei, promosso in collaborazione con l'Ambasciata degli Stati Uniti e il British Council. Il cambiamento climatico globale, hanno ammonito scienziati italiani e stranieri, ha influenzato e modificato notevolmente la vita degli esseri viventi nei secoli passati, ma ora sono gli esseri umani ad influenzare il clima, con conseguenze spesso disastrose. Temperature elevate ed avanzamento della siccita', ad esempio, costituiscono gravi problemi per il futuro della produzione mondiale di cibo. Un dato su tutti: oltre 800 milioni di persone nel mondo non hanno cibo a sufficienza per sfamarsi e l'attuale produzione di alimenti non riesce a soddisfare la richiesta sempre crescente. Ma una nuova speranza, sostengono gli scienziati, arriva proprio dalle moderne biotecnologie: ''E' necessario che anche in Italia - ha affermato il presidente del Comitato nazionale per la Biosicurezza e le Biotecnologie, Leonardo Santi - si promuova lo sviluppo delle biotecnologie in campo alimentare, anche in vista del prossimo decreto del ministero per le Politiche agricole che regolamentera' la coesistenza di coltivazioni tradizionali e ogm, naturalmente con tutte le precauzioni del caso''.
L'invito degli scienziati, ha sottolineato Santi, e' dunque quello ad abbandonare timori infondati ''aprendosi all'uso delle biotecnologie in campo agricolo, ma sempre nel pieno rispetto delle garanzie e delle cautele sia rispetto all'ambiente sia all'uomo. In questo senso - ha precisato - un ruolo fondamentale e' appunto giocato dalla ricerca scientifica''. Si schiera a favore degli ogm e denuncia la ''troppa disinformazione'' su questo tema anche uno dei maggiori esperti in materia a livello internazionale, il direttore del Biotechnology Center presso l'Universita' dell'Illinois, Bruce Chassy: ''Secondo la Fao - ha affermato - la produttivita' agricola, per sfamare i milioni di persone ancora denutrite nel mondo, deve addirittura raddoppiare nei prossimi 25 anni e la biotecnologia e' una scienza positiva che puo' aiutare l'uomo nell'affrontare questa sfida impegnativa''. Secondo Chassy, che e' anche stato consulente dell'Organizzazione mondiale della Sanita' per la valutazione dei rischi legati al biotech, proprio a causa di una ''diffusa disinformazione, gli ogm sono oggi visti come pericolosi e nocivi per la salute dell'uomo, ma nessuno sottolinea - ha precisato - che non esiste alcuna tesi scientifica che avvalori questa convinzione''. Negli ultimi dieci anni, ha sottolineato l'esperto Usa, le colture ogm sono state realizzate su una superficie di circa 400 milioni di ettari in 17 paesi del mondo da 8,5 milioni di contadini: ''Gli effetti positivi di queste colture - ha detto Chassy - sono ampiamente dimostrati: raccolti migliori e maggiore produttivita' che hanno portato ad una diminuzione dei costi per i consumatori; minor uso di pesticidi, energia e manodopera; migliore qualita' di acqua e terreno; maggiore sicurezza sia per quanto riguarda gli alimenti che la salute degli agricoltori''. E' ad esempio dimostrato, ha aggiunto lo scienziato, che ''grazie alla biotecnologia diminuisce nelle colture il tasso di micotossina, sostanza che determina malformazioni alla nascita''. Insomma, tra gli attivisti anti-ogm e gran parte della comunita' scientifica internazionale e' ormai muro contro muro: ''Tutta questa polemica sugli ogm - ha concluso Chassy - non costituisce una controversia scientifica, ma solo una intenzionale incomprensione della scienza; Per questo, ritengo che tutti gli scienziati debbano impegnarsi per una migliore attivita' di comunicazione con i media e con il pubblico''.
Fonte: (29/09/2005)
Pubblicato in Ecologia e Ambiente
Tag:
Biotech,
fame,
alimentazione
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